Vintage and Second-hand
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Vintage, second-hand and antique kits
Abbigliamento
La parola abbigliamento include i vestiti che indossiamo tutti i giorni, dalla felpa ad un abito vintage anni 70, ma anche il modo, unico e originale, che ognuno di noi ha di combinarli con altri elementi, come gli accessori, ad esempio borse o foulard, ma anche aspetti come il trucco o la capigliatura.
Ti sei mai chiesto come mai tutte le mattine ti svegli e indossi dei vestiti? Perchè preferisci quella camicia piuttosto che quella maglietta rosa? Perché indossi proprio quell’abito vintage anni 50 abbinato a quel foulard vintage? La risposta è semplice: per una questione di gusto personale. Nel mondo occidentale, appare infatti evidente come vestirsi non sia solo un’attività legata a un bisogno primario e utilitaristico, ma come sia strettamente legata a una serie di regole pratiche e sociali. L’abbigliamento, infatti, costituisce un vero e proprio linguaggio, un mezzo per farsi riconoscere dagli altri e per sottolineare la nostra appartenenza a un gruppo: è sufficiente pensare ad una divisa della squadra di calcio per rendersene subito conto!
Ma il mondo dell’abbigliamento non ha sempre funzionato così: continua a leggere per muovere un breve passo indietro nella storia dell’abbigliamento, la quale è inevitabilmente legata alla storia della moda.
Breve cronistoria
L’uso di indossare vestiti è antichissima, e, come è facile pensare, nasce innanzitutto dall’esigenza di ripararsi dai pericoli ambientali, primi fra tutti il freddo e le intemperie. È molto probabile che già l’uomo di Neandertal (vissuto nel Paleolitico, a partire da circa 200.000 anni fa) si coprisse con foglie, erbe e pezzi di corteccia d’albero. Successivamente, l’uomo iniziò ad utilizzare la pelle degli animali per coprirsi, la quale iniziava già ad avere una duplice funzione: la prima utilitaristica, coprirsi dal freddo, la seconda simbolica, dimostrare la vittoria dell’uomo contro l’animale.
Una prima importante tappa nell’ambito dell’abbigliamento riguarda l’invenzione della filatura e della tessitura, che gli uomini preistorici iniziarono ad utilizzare attorno al 4500 a.C. La prima fibra utilizzata dall’uomo fu la lana, per poi passare invece all’uso del lino.
In generale, i tessuti utilizzati variavano a seconda del luogo: per esempio, in Cina era sviluppata la produzione di seta, in India la canapa mentre in Egitto proprio il lino.
Per quanto riguarda l’Europa, è interessante soffermarsi su un secondo evento fondamentale per la storia dell’abbigliamento: la scoperta, da parte dei Fenici, del pigmento della porpora per colorare i vestiti. Il punto è che la porpora veniva considerata un bene di lusso, ed ecco quindi che l’abbigliamento assume da una parte una funzione sociale, ossia la possibilità di segnalare l’appartenenza ad un gruppo, ma, dall’altra parte, tramite gli scambi commerciali, diventa un importante mezzo di guadagno. Proprio il commercio e gli scambi tra popoli permettono il confronto di idee e l’incontro di materiali differenti nella realizzazione dei vestiti. Questo porta alla creazione di abiti sempre più pregiati e raffinati ed ecco allora che l’abbigliamento assume maggiormente una funzione specifica (ad esempio il popolo assiro mostrava una distinzione tra abiti da cerimonia, da guerra e per la caccia), e uno scopo sempre più sociale: segnalare agli altri l’appartenenza ad un certo status.
Nel Medioevo vengono raggiunte nuove tappe fondamentali nella storia dell’abbigliamento. Si assiste innanzitutto al passaggio al costume germanico, con tessuti semplici e la chiara distinzione per ceto sociale e sesso. Viene inoltre introdotto l’uso della biancheria e nascono i laboratori di tessitura, lavoro reso più preciso con l’introduzione di nuovi strumenti come la forbice, il ditale o gli aghi di acciaio.
Nel quattrocento, le figure sociali legate all’abbigliamento, come sarti, tessitori o venditori di vestiti, acquistano sempre più potere economico. Se nel XV secolo domina la moda italiana, con la donna che indossava corsetto e sottana e l'uomo che si affidava a farsetti corti e larghi, nel Cinquecento, epoca della scoperta dell’America e della diffusione dei libri sulla moda, le corti di Francia e Spagna raggiungono e superano lo splendore di quella italiane: il lusso e lo sfarzo, anche nel vestire, diventano rappresentativi della ricchezza e del potere dei nobili.
Nel seicento, la storia dell’abbigliamento non riguarda solo i nobili, quanto tutte le figure più importanti presenti a corte, come poeti, ciambellani e guardie, che vengono tutti dotati di uniformi pregiatissime.
L’ottocento è il secolo della rivoluzione industriale, la quale riguarda anche l’industria tessile: con la rivoluzione industriale, la produzione tessile diventa meccanica, assumendo notevoli dimensioni. L'industria dell'abbigliamento diventa la più sviluppata del periodo. È nel XIX che iniziano ad apparire quelle tipologie di vestiti che utilizziamo ancora oggi: aderenti al corpo, leggeri o pesanti, con stoffe prevalentemente scure. In seguito, il perfezionamento della macchina per cucire permette di meccanizzare anche altre operazioni, come il ricamo o la cucitura dei bottoni.
Il Novecento, per via della prima e della seconda guerra mondiale, vede innanzitutto una crisi del mercato tessile, con la diffusione dell’utilizzo dei materiali di recupero. Successivamente, con il miglioramento della condizione economica, si assiste ad un nuovo sviluppo dell’industria del vestiario, con l’introduzione di nuovi prodotti e materiali sintetici e artificiali. La vendita di abbigliamento con precisa destinazione per le classi privilegiate, si realizza nella nascita delle case di moda, fenomeno che cresce man mano che le persone più ricche si rendono disponibili a spendere cifre altissime per un capo “firmato”.
Gli anni settanta vedono il trionfo dell’italian style, con i nomi di Armani, Ferrè e Versace.
Negli ultimi anni del novecento si è infine diffuso il fenomeno del vintage, termine che in inglese significa annata o produzione: oggi, infatti, per via del grande successo dei vestiti vintage, molti stilisti propongono capi annui o riedizioni di classici passati. E questo, a differenza di come è sempre avvenuto in passato, significa una quantità di stili e tendenze di moda diverse, che ognuno è libero di scegliere in base al proprio gusto e alla propria personalità. L’abito è oggi una scelta, che permette di trasmettere emozioni e stati d’animo.
Ed è proprio di abiti vintage che gli esperti della Di Mano in Mano si occupano!
Dal 1999, Di Mano in Mano è impegnata a ridare vita agli abiti usati, con una particolare attenzione ai vestiti e agli accessori vintage, prodotti dai primi anni del 900 fino agli anni ‘80. Ma non solo: oltre a questi puoi trovare anche second hand e corredi antichi.
Se sei un’appassionato di moda, continua a leggere e ripercorri velocemente la storia dell’abbigliamento.
Se invece il vintage è proprio ciò che più ti affascina, esplora direttamente il nostro catalogo. Puoi trovare abiti, ma anche borse, cravatte e foulard.
Storia dell'abbigliamento
Le prime apparizioni dell’abbigliamento
Quando l’uomo ha iniziato a vestirsi?
Non è facile stabilire un momento esatto in cui gli uomini hanno iniziato ad indossare qualche forma di indumento, questo poiché i materiali e le fibre utilizzate per produrre gli abiti tendono a degradarsi molto rapidamente, il che significa che dopo centinaia di migliaia di anni non ne è rimasta una traccia diretta. L’abito modellato più antico giunto fino a noi è il cosiddetto ‘abito di Tarkhan’, datato nel 3000 a.C. e così chiamato dal sito in Egitto in cui è stato ritrovato nel 1913. L’uomo, tuttavia, ha iniziato a coprirsi molto prima per proteggersi dai pericoli dell’ambiente: il ritrovamento di rudimentali strumenti di pietra, probabilmente utilizzati per lavorare le pelli al fine di poterle indossare, ha portato molti antropologi a datare i vestiti degli uomini primitivi a circa 120.000 anni fa.
Come si vestivano gli uomini nel Paleolitico? E nel Neolitico?
Se nel corso del Paleolitico era più che altro l’utilizzo delle pelli degli animali a costituire l’abbigliamento tipico, nel Neolitico si assiste ad una prima grande crescita nell’uso dei vestiti: nasce infatti la tessitura, sostenuta dall’invenzione dei primi rudimentali telai. La filatura e la tessitura, prima delle pelli delle pecore e in seguito del lino, della canapa e del cotone, vengono introdotte nel mondo antico.
Abbigliamento nel Mondo Antico
A partire dal I millennio a.C., l’utilizzo di pelli di animali fu superato da un abbigliamento costituito esclusivamente da oggetti filati di tessuto. I tessuti variavano a seconda del luogo, ad esempio in Cina era sviluppata la produzione della seta, mentre in India più quella della Canapa e in Egitto quella del lino. Inoltre, si assiste ad una progressione della funzione sociale dell'abbigliamento.
Come vestivano i popoli della Mesopotamia?
Nel corso dei secoli in Mesopotamia si susseguirono diversi popoli, tra cui i Sumeri, i Babilonesi, gli Assiri, mentre, più verso Oriente, il popolo persiano e il popolo fenicio. Data la loro vicinanza, l’abbigliamento di tali popolazioni era piuttosto simile.
I primi vestiti sumeri consistevano in gonne di media lunghezza, divenute conosciute con il nome di Kandys. I babilonesi, oltre al Kandys, utilizzavano un abito dotato di maniche. Gli assiri, dal canto loro, si prendevano cura anche del proprio aspetto, occupandosi anche di barba e capelli. Caratteristico di questo popolo era la Tiara.
I Persiani erano più evoluti, indossavano i pantaloni sotto la Kandys, un mantello e calzature realizzate in pelle o cuoio. Infine, ai Fenici si deve il primato nella tintura dei vestiti, tramite la scoperta del pigmento della porpora. Il popolo fenicio sviluppò inoltre molti commerci via mare, e questo gli permise di arricchire i loro abiti di pregiate stoffe e colori.
Come vestivano gli antichi greci?
I vestiti greci erano piuttosto semplici, costituiti da un unico rettangolo di stoffa, drappeggiato attorno al corpo. L’abbigliamento nell’antica Grecia era molto simile per uomini e donne, se non per il fatto che queste ultime indossavano anche il peplo, un panno di lana fissato al fianco. L’abbigliamento greco rimase invariato nel corso degli anni, mutando solo la tipologia di tessuti, dai quali era possibile distinguere il ceto sociale dell’indossatore.
Come vestivano i romani antichi?
L’abbigliamento romano più di tutti segnalava lo status sociale dell’individuo. Gli indumenti più utilizzati erano la toga, di lino o lana, drappeggiata sopra alla tunica, di cui già il tessuto, scuro per i plebei mentre di lana bianca o di lino per i patrizi, differenziava i cittadini.
Abbigliamento nel Medioevo
Nel Medioevo si arriva ad una prima rivoluzione nella storia dell’abbigliamento: la differenziazione tra gli abiti medievali maschili e gli abiti medievali femminili. Anche nel Medioevo, il tipo di vestito indossato, accompagnato o meno da ricchi accessori, aveva la funzione di permettere di riconoscere gli appartenenti alle diverse classi sociali.
Cosa indossavano gli uomini nel Medioevo?
La base dell’abbigliamento medievale maschile era costituita da una camicia abbondante, infilata in un paio di pantaloni aderenti, lunghi fino al ginocchio, sui quali si indossava una tunica fermata in vita da una cintura. Per uscire, era usanza indossare un mantello sulle spalle, anche se si trattava di un indumento riservato ai nobili. La tunica costituiva l’abito aristocratico per eccellenza. Infine, un ultimo indumento tipico del medioevo, indossato da tutti, erano i guanti.
Come vestivano le donne nel Medioevo?
L’abbigliamento femminile medievale consisteva in una semplice camicia, sopra la quale veniva indossata un’ampia tunica, variamente sagomata. Poteva essere di due tipi: quella normale era una lunga veste fino al polpaccio, quella composta era dotata di corpetto, il quale aveva il compito di slanciare la figura e disegnare la forma dei fianchi. La vita doveva essere stretta e le gonne ampie e ricamate. Anche le donne indossavano il mantello, che veniva chiuso sul petto anziché sulle spalle come quelli degli uomini, e poteva essere di diversi tessuti e diverse lunghezze. Inoltre, una certa importanza veniva dedicata all’acconciatura medievale.
Abbigliamento nel 1400
L’abbigliamento del XV secolo è caratterizzato da una continua sperimentazione che, se da una parte è ancora legato alla moda trecentesca, dall’altra parte approda, alla fine del secolo, nella moda rinascimentale. I vestiti del Quattrocento esprimevano un’epoca di splendore, grazie anche allo sviluppo dell’economia e del commercio per cui, inoltre, le figure sociali legate all’abbigliamento acquisiscono sempre più potere economico. Lo stile e il gusto nell’abbigliamento si afferma nelle corti italiane, di cui gli storici dell’epoca descrivono l’armonia e la grazia delle donne italiane. I colori erano sgargianti per entrambi i sessi.
Abiti femminili del 1400
L’abito è l’espressione degli abiti femminili del 400, caratterizzato da scollature, strascichi, pellicce, fogge e ornamenti. Il guardaroba femminile era composto da indumenti intimi, come la camicia, dalla veste e dalla sopraveste. La veste era conosciuta con il nome di gonnella, indossata al di sopra della camicia. Sopra ad essa, tra i ceti più bassi, era abitudine indossare un grembiule, sia nei lavori in casa che fuori. Verso la metà del 1400, di diffonde una nuova tipologia di sopraveste, detta giornea, ed essendo considerata un indumento estivo, vi è un altrettanto indumento invernale, detto pellanda, una sopraveste lunga fino alle scarpe, foderata di stoffa, di pelliccia di ermellino o scoiattolo.
Come si vestivano gli uomini nel 1400?
All’inizio del secolo, anche gli uomini indossavano la pellanda, ma la moda maschile si aggiungevano il capperone e le poulaine. Verso la metà del secolo, le pallande degli uomini diventano sempre più corte e, dagli anni ‘60, i giovani uomini si lasciano crescere i capelli e si diffondono alti copricapi ornati d’oro e di penne. Nel corso dell’ultimo ventennio, gli abiti del 400 si semplificano, specialmente quelli maschili: dagli anni ‘80, i cappelli si accorciano e diventano neri o rossi; i volti sono rasati e i capelli a caschetto sono lunghi al massimo fino al collo.
Abbigliamento nel 1500
All’inizio del XVI secolo è l’eleganza delle corti italiane a dettare la moda, copiata in tutta Europa. Nei vestiti del 1500 si accentua il gusto per la maestosità e per l’uso di materiali ricchissimi. È il secolo, inoltre, in cui si diffonde l’uso dei gioielli rinascimentali, come gli orecchini a goccia. Verso la metà del secolo, l’Italia perde la propria supremazia nel campo della moda, in favore delle corti francesi e spagnole.
Come si vestivano le donne nel 500?
Il più importante elemento tra gli abiti femminili del 1500 fu la gamurra, un abito lungo fino fino ai piedi, attillato e in lana. Affine alla gamurra c’era la sottana, sulla quale era possibile indossare il robone, un abito lungo fino a terra, aperto sul davanti. Più leggera e ornata era la zimarra. Le camicie erano bianche, belle, leggere e arricchite di ricami. La bellezza dei capelli diventa il cardine dell’abbigliamento femminile del rinascimento: nelle acconciature del 1500, i capelli sono raccolti in morbidi chignon, trecce laterali molto elaborate o lunghe e centrali, tutte infiocchettate.
Abbigliamento maschile 500
Gli abiti del ‘500 maschili si focalizzano sull’accentuazione della larghezza delle spalle al fine di trasmettere l’immagine di una figura possente e di potere. L’abbigliamento maschile del Rinascimento è costituito da un’ elegante sopravveste, dotata di maniche imbottite e strette fino al polso, lunga fino a metà coscia, dal farsetto con spalle imbottite, e da braghe guarnite di strisce dalla linea gonfia e imbottita, lunghe fin poco sopra il ginocchio.
Abbigliamento nel 1600
Rispetto al secolo precedente, che accentuava una figura alta e snella, il profilo ideale nella moda del 1600 divenne significativamente più arrotondato e ampio per entrambi i sessi. La moda barocca si manifesta con la tendenza al gioco e alla vitalità e, in generale, gli abiti del 600 sono caratterizzati dalla presenza di molto pizzo, indossato sia dagli uomini che dalle donne. In Francia, nel 1600, vengono inoltre inventate le parrucche.
Come si vestivano le donne nel 600?
Negli abiti femminili del 1600 la gonna viene lasciata cadere in morbide pieghe. Appare piuttosto gonfia e, tale pienezza, è resa possibile grazie alle numerose sottovesti che vi si indossavano sotto. Sul busto veniva portata una giacca superiore, sempre più corta fino all’altezza della vita, dalle maniche anch’esse via via più corte e larghe. Era anche molto di moda la presenza di polsini in pizzo e del collare; iniziarono, inoltre, a diffondersi le scollature, sempre più grandi e per lo più incorniciate da un ampio colletto di pizzo.
Come si vestivano gli uomini nel 600?
La moda maschile del 600 è caratterizzata dalla presenza di farsetti e giacche con larghe code, mentre i pantaloni cadevano con ampie pieghe attorno alle cosce. Gli abiti del ‘600 maschili erano poi completati dalla spada e da un cappello sulla testa, di solito adornato con una o più piume di struzzo. Ai piedi, sia mercenari che aristocratici portavano gli stivali, mentre le scarpe basse, di solito adornate con un grande fiocco, venivano indossate a corte. Nella moda barocca, infine, i capelli degli uomini divennero sempre più lunghi e a tal capigliatura era abitudine abbinare un paio di baffi, a volte attorcigliati, e un pizzetto corto.
Gli anni della moda
Abbigliamento nel 1700
I vestiti del 700 erano prevalentemente caratterizzati da colori leggeri e da disegni asimmetrici e leggeri. Nella moda del 700 rimangono in uso le parrucche, di solito bianche, indossate sia per gli uomini che dalle donne, e, inoltre, il concetto stesso di moda diviene sempre più chiaro grazie alla diffusione delle riviste specializzate.
Vestiti 700 uomo
La moda del 1700 maschile prevedeva tre parti: il giustacorpo, di solito la parte più decorata e raffinata; la giubba, un abito lungo che veniva lasciato aperto per permettere la visione del giustacorpo, e le braghe, assicurate al ginocchio tramite lacci o bottoni. Le scarpe avevano ancora una forma squadrata e i tacchi, anche se questi si abbassarono per un maggior comfort. Era abitudine degli aristocratici portare spesso con loro i bastoni da passeggio.
Vestiti del 700 donna
Il corpetto è uno degli elementi fondamentali della moda del 700: conferiva una postura eretta al corpo femminile, particolarmente apprezzata all’epoca. Nella metà del secolo iniziano a diffondersi degli abiti per alcune occasioni particolari, come ad esempio la caccia, evento per cui le donne indossavano delle giuppe simili a quelle previste tra i vestiti del 700 uomo, spesso con una sottoveste coordinata. Gradualmente, ad uno stile più tinta unita si sostituì una certa elaborazione degli abiti tramite l’uso di nastri e pizzi. In particolare nella moda del 700 francese, le donne erano solite indossare la boutonnière.
Abbigliamento nel 1800
Nel XVIII secolo, l’industria dell’abbigliamento è modernizzata dalla rivoluzione industriale, la quale permette, tra le altre cose, l’invenzione della macchina da cucire, con la quale i vestiti possono essere realizzati con grande velocità. I vestiti 800 vengono fortemente influenzati dalla moda vittoriana, ossia mode e tendenze che emersero nel Regno Unito tra il 1830 e il 1900.
Abiti del 1800 femminili
I vestiti dell’800 femminili delle donne ricche, si distinguevano, prima di tutto, in base al momento della giornata in cui venivano indossati: vi erano vestiti da mattina, da giorno e da pomeriggio; abiti da sera, da tè o da ballo. Nella prima decade dell’ottocento si esegue il passaggio dagli abiti pomposi, tipici del settecento, ad abiti di seta e stoffe in tinte chiare, colori pastello e ricami delicati. L’abito stile Regency, che si inserisce in questa moda, è morbido e ha la vita alta. Nel secondo decennio dell’ottocento continua a confermarsi l’abito stile impero, con il quale tornano i colori vivaci. Con l’inizio dell’età vittoriana, gli abiti del 1800 femminili erano semplici, con maniche larghe e decorazioni floreali. Sotto agli abiti venivano indossati corsetto, sottogonna e camicia. A metà del XVIII secolo, il numero di sottogonne diminuì per fare spazio alla crinolina, e la lunghezza delle gonne aumentò. Nel 1870 gli abiti da tè crebbero in popolarità e i vestiti dell’800 femminili erano stretti lungo il corsetto nel busto, nella vita e nella parte superiore delle cosce. A termine dell’epoca vittoriana, la moda di fine 800 cambiò ancora: le donne indossano un capello ampio in testa, un body nella parte superiore del corpo e una gonna stretta attorno alle caviglie. Nell’ultimo decennio del secolo, la moda vittoriana era caratterizzata da collo alto e corpetto, nè crinolina né busti.
Vestiti 800 uomo
Gli abiti del 1800 maschili, intorno agli anni ‘40, prevedevano innanzitutto lunghi cappotti aderenti, oppure gilet e giubbotti. Per le occasioni formali era diffuso l’uso del frac, una giacca molto aderente in vita con petto convesso e maniche gonfie in alto, indossata con pantaloni leggeri. Le camicie erano fatte di cotone o di lino, ed erano indossate con la cravatta, mentre i pantaloni avevano la zip frontale. L’abbigliamento dell’800 uomo comprendeva inoltre capelli a cilindro. Negli anni 50 si diffonde l’uso delle camicie a collo alto e delle cravatte legate a fiocco. La classe operaia indossa cappelli a bombetta. Negli anni 60 il frac veniva indossato solo negli affari e la redingote veniva indossata per le occasioni meno formali. Nel decennio successivo, i vestiti dell’800 e i cappotti si accorciarono sempre di più e, durante gli anni 80, l’abito da sera formale era costituito da un completo di colore scuro, formato da giacca a coda abbinata a dei pantaloni. A metà del decennio vengono introdotti la giacca smoking per la sera, il soprabito con lunghezza sopra al ginocchio e il blazer.
Durante tutta l’epoca della moda vittoriana, gli uomini portarono capelli corti.
Abbigliamento del 1900
Moda inizio 900
La moda della fine dell’800 e inizio 900 è ancora caratterizzata dalla così detta Belle Epoque: un periodo segnato da progresso sociale, tecnologico e politico. Nella moda femminile del 1900 si diffusero i corpetti, impreziositi con frange e perline, i bustini stretti e le gonne a corolla; i vestiti del 1900 uomo prevedevano invece il frac e la giacca come abiti principali, anche se l’abito per eccellenza rimaneva lo smoking abbinato con cilindro e bastone. Anche per gli uomini era importante uno stile raffinato nel periodo della Bella Epoque.
Nel corso degli anni venti il ruolo della donna in società subì un grande cambiamento: ed ecco allora che i vestiti del 900 si adattarono ad un nuovo bisogno, quello della funzionalità. Gli abiti diventarono pratici e semplici, in modo da consentire una migliore libertà di movimento. Anche l’uomo optò per abiti più comodi, abbandonando l’etichetta precedente, con le giacche e i pantaloni che divennero più cadenti e larghi. In questo periodo si diffuse la moda del flapper girls, adolescenti che si caratterizzavano per gonne corte e capelli cortissimi. Immancabile accessorio di questi anni sono le perle, mentre i colori moda anni ‘20 prevedono tonalità scure, ghiaccio e beige.
Nell’abbigliamento anni 30 divennero popolari le fibre sintetiche e le pellicce. La moda degli anni 30 donna vede l’ingresso di abiti sempre più aderenti al corpo, come i vestiti a tubino, ma anche di scollature a bluse, dell’uso del pantalone e dei sandali; la moda degli anni 30 uomo, invece, prevede abiti sempre più aderenti, le spalline a giacca e le tasche grandi. In questo periodo nascono i vestiti a pois.
L’abbigliamento anni 40 risente dello scoppio della seconda guerra mondiale, che porta al razionamento anche dei vestiti. Simbolo della moda donna anni ‘40 è il tailleur, tra cui più diffuso era quello militare. L’abbigliamento donna anni ‘40 prevedeva, inoltre, gonne al ginocchio e scollature misurate, così come lo erano i decori; non mancavano, tuttavia, accessori come le borse, scarpe e cappelli. I vestiti anni ‘40 uomo sono anch’essi influenzati dalla guerra: l’uomo civile, infatti, continua ad indossare l’abbigliamento militare per diversi anni. Successivamente, lo sviluppo dell’industria post bellica permette un abbigliamento più casual, che consentiva maggiore libertà: le camicie hawaiane, ad esempio, d’estate venivano indossate tutto il giorno; tornano in voga i gilet e i pullover. Colori solidi, ampie e strisce orizzontali e disegni per l’inverno erano particolarmente comuni.
Fantastici anni 50-70
I vestiti anni 50 vengono fortemente influenzati dalla crescita economica e dalla nascita e lo sviluppo del cinema. Nell’ambito femminile, la moda anni 50 è caratterizzata prevalentemente da abiti a clessidra. L’abbigliamento anni 50 prevedeva gonne a ruota, con colori brillanti e sgargianti, decolletè color carne, ma anche camicette e pantaloni a vita alta e a sigaretta. Icona femminile di questi anni è Marilyn Monroe. Nell’ambito dei vestiti uomo anni ‘50, vi erano invece due stili differenti: da una parte l’uomo elegante, con un abbigliamento composto da cappello, camicia, giacca e cravatta; dall’altra parte, in particolare tra i giovani, si diffonde una tipica moda anni ‘50, costituita da jeans, maglietta a maniche corte bianca e dall’immancabile chiodo di pelle.
Per quanto riguarda la moda anni ‘60, l’abbigliamento più elegante vedeva come protagonisti abiti, tailleur e gonna dal taglio squadrato, accompagnati con gioielli di lusso, ori e perle, cappotti eleganti, guanti coordinati al cappello. A caratterizzare i vestiti anni ‘60 sono il fenomeno youthquake e il fenomeno Mod. Una terza innovazione che lancia nuove mode popolari è il Bazaar, la nuova tipologia di negozio dove fare acquisiti in modo accessibile. Per quanto riguarda la moda anni 60 uomo, l’abbigliamento si fa meno formale e, grazie al fenomeno dello Swinging London, i vestiti anni 60 sono caratterizzati da stampe dai colori vivaci, giacche senza collo, pantaloni aderenti che sostituiscono il pantalone su misura. Si assiste all’aumento della popolarità dei capi colorati, a cravatte più larghe e più luminose. Diventano capi di moda i maglioni a collo alto, i dolcevita e le tuniche con le zip. Verso la fine degli anni sessanta, si assiste da una parte ad un ritorno agli abiti vintage anni 40, dall’altra alla nascita dello stile Hippie.
Nelle donne, i vestiti anni 70 vedono un ritorno delle gonne a vita alta, con ampie balze e pieghe. Per quanto riguarda i pantaloni, la tendenza moda anni ‘70 prevedeva pantaloni a zampa di elefante, abbinati a maglie e giacche strette e corte, sia per uomini che per donne.
Si prediligeva inoltre l’uso del gilet, i cardigan e i maglioni.
In realtà, le tendenze di moda degli anni 70 non sono molte poiché le persone iniziavano a preferire il gusto personale, e quindi realizzare un mix tra diversi stili: la così detta contromoda. Negli anni 70, comunque, si accentua il movimento Hippie, a cui si affianca la moda zingaresca.
Quali sono le macro aree di cui ci occupiamo?
La nostra area abbigliamento si divide in tre categorie:
- Vintage
- Second-hand
- Corredi antichi
Le linee di demarcazione tra queste aree sono spesso molto labili e determinate anche dalla commerciabilità dell’articolo o dalla categoria di prodotto.
Vintage
La definizione di vintage riguarda tutto l’abbigliamento e gli accessori che hanno più di venti anni (e in questa categoria rientrano anche i bauli vintage). Questo criterio ci porta a considerare vintage anche l’abbigliamento prodotto negli anni 2000, anche se in questi anni e nel decennio precedente degli anni ‘90, la moda è meno identificabile con uno stile preciso e più sfaccettata, anche se sicuramente un sapore è rintracciabile.
Nei decenni precedenti invece, dagli anni ‘80 passando dagli anni ‘70, ‘60, ‘50, ‘40, ‘30 e ‘20, lo stile nell’abbigliamento è molto più caratterizzato, riflette i cambiamenti sociali e cambia velocemente da una decade all’altra. Pensiamo all’abbigliamento delle donne negli anni ‘20: le “flapper girls” che indossavano audacemente abiti molto più corti rispetto al decennio precedente per poter ballare libere jazz fino a tarda notte. Oppure agli abiti anni ‘50: accessori rigorosamente abbinati, punto vita evidenziato, gonne a corolla di Dior, make up e capelli impeccabili. O ancora negli anni ‘60 le gonne tornano ad accorciarsi e l’abbigliamento valorizza una femminilità infantile e ammiccante. Gli anni ‘70 invece sono associati ai famosi pantaloni a zampa di elefante abbinati ad ogni sorta di colori terrosi e stampe psichedeliche.
Non che prima degli anni ‘20 l’abbigliamento non si definisca vintage, ma sicuramente prima di questo decennio reperire abbigliamento è cosa più rara e inoltre la moda è molto più statica e i cambiamenti nello stile più lenti.
Second-hand
Il second-hand è sinonimo di abbigliamento usato, compresi anche gli accessori. Si usa questo termine per differenziare quella parte di abbigliamento che è usata, come lo è il vintage, ma non è definibile vintage perché prodotta in anni recenti. In questa area si possono trovare anche accessori e borse di lusso usate, insieme a vestiti usati firmati di estremo valore provenienti da collezioni recenti di brand prestigiosi quali Gucci, Chanel, Bottega Veneta, Prada, Louis Vuitton, Gianfranco Ferrè, Jean Paul Gaultier, solo per citarne alcuni.
Corredi antichi
I corredi antichi sono una categoria che comprende:
- Biancheria per la casa come tovaglie (spesso in lino), lenzuola vintage, asciugamani e tessuti per la toeletta;
- Abbigliamento da notte come camicie da notte, vestaglie e intimo vintage, scialli, velette e cuffie da notte;
- Tende e centrini.
Il valore dei corredi antichi spesso si ritrova nel tipo di lavorazione a mano di pizzi e merletti applicati su questo tipo di prodotti quali:
Tombolo, filet, chiacchierino, macramé e uncinetto.
I capi principali
Tramite il catalogo dell’abbigliamento della Di Mano In Mano è possibile fare un salto nel passato e riassaporare il gusto degli anni passati.
All’interno della pagina è possibile delineare tre sezioni principali: l’abbigliamento che comprende, abiti e abiti vintage; gli accessori vintage, in cui trovare cravatte vintage, cinture vintage, gioielli vintage, borse vintage, foulard vintage e cappelli vintage; i corredi antichi, ossia tovaglie vintage, copriletti vintage, lenzuola vintage e valigie vintage.
Abiti e Abiti Vintage
Il catalogo dell’abbigliamento della Di Mano In Mano è ricco di capi scelti e raffinati. Eleganti giacche, cappotti, ballerine, maglioni, pantaloni e abiti provenienti dalle più importanti case di moda, come Hermes, Versace e Armani. Esempi di capi preziosi sono i cappotti gucci, o i maglioni Cashmere, o, ancora, le ballerine Hermes. L’abbigliamento vintage è poi il punto forte della Di Mano In Mano. All’interno del catalogo si possono trovare abiti anni ‘30 fino agli abiti anni ‘90, con particolare attenzione agli abiti anni 50. Tra l’abbigliamento donna anni 50, ad esempio, è possibile scegliere gonne vintage o cappotti vintage, ma è anche possibile selezionare capi d’abbigliamento vintage uomo, come una camicia vintage o una maglietta vintage.
Accessori vintage
Con la parola accessorio si intende un oggetto decorativo, spesso dotato anche di una specifica funzione, che integra l’abbigliamento. Ne sono un esempio i guanti, i gioielli, le cravatte, le cinture, occhiali da sole ecc. Di Mano In Mano si prende cura specialmente degli accessori vintage, dagli accessori anni 50 ad accessori anni 80 e 90.
Cravatte vintage e cinture vintage
La cravatta consiste in una striscia di tessuto che viene annodata al colletto della camicia, lasciandone scendere l’estremità più lunga sul torace. L’origine della cravatta moderna è da far risalire alla guerra dei 30 anni, per cui inizia ad essere caratteristica dei vestiti del 600.
È un accessorio tipico dell’abbigliamento maschile, ma talvolta anche dell’abbigliamento femminile.
La cintura consiste in una striscia di materiale più meno flessibile, per stringere o sorreggere alla vita le vesti, che ha caratterizzato la moda anni ‘60.
Il catalogo prevede innanzitutto cravatte vintage, come una preziosa cravatta hermes vintage e cinture vintage, anche tra le case di moda famose, come la cintura versace donna.
Gioielli vintage
Un gioiello vintage viene considerato prezioso non solo per il valore in sé, ma anche per la propria capacità di resistere al tempo. Per essere considerato vintage, un gioiello deve avere al minimo vent'anni d'età ed essere stato già posseduto da un precedente proprietario. Parlando di gioielli vintage, inoltre, è fondamentale fare riferimento allo stile, cambiato nel corso delle epoche. Nell’abbigliamento del ‘700 in Inghilterra, ad esempio, i gioielli seguivano lo stile georgiano, caratterizzato da una lavorazione detta “repousse” e da motivi floreali a rincorrersi; nella moda vittoriana, invece, erano più tipici i gioielli romantici.
Dal sito è possibile selezionare direttamente il catalogo e focalizzare la propria attenzione sui gioielli vintage, come collane, spille e orecchini vintage.
Di Mano In Mano è proprio specializzata nell’acquisto e nella vendita di gioielli vintage usati!
Borse vintage
Accessorio immancabile nell’abbigliamento femminile, sia moderno che vintage, è la borsa. Le prime borse nascono alla fine dell’800, quando diventano accessorio di uso comune, ma è nel secolo successivo che la borsa diventa indispensabile, accompagnando i vestiti femminili anni 90. Ed ecco quindi che le più famose case di moda, come Gucci o Hermes, si sbizzarriscono nella creazione di borse adatte ad ogni esigenza, oggi categorizzati come borse vintage, preziose, ricercate ed eleganti.
Nella specifica sezione dedicata alle borse usate, Di Mano In Mano si concentra sulla borsa vintage, come la classica borsa anni 90. Accanto alle borse gucci vintage, è poi anche possibile selezionare preziose borsette e delicate pochette.
Cappelli vintage
I cappelli vintage non passano mai di moda. Nell’indossarli si può scegliere se indossare un grande classico di qualità, per possedere un oggetto senza tempo, come un cappello a bombetta, oppure optare per un cappello particolare, che non si troverebbe in un negozio contemporaneo o in testa a qualcun altro, come nel caso di alcuni cappelli vintage donna, come un cappello vintage a tamburello.
Anche ai cappelli vintage è dedicata una propria pagina all’interno del catalogo dell’abbigliamento. È possibile scegliere prima di tutto tra cappelli vintage donna e cappelli vintage uomo, per poi apprezzare la tipologia specifica di cappello, il materiale, la forma e la particolarità di alcuni copricapi.
Foulard vintage
La parola foulard deriva dal francese e tradotto significa fazzoletto di carta. E il foulard consiste a tutti gli effetti in un fazzoletto, di solito molto leggero, realizzato in seta, cotone o lana. È un accessorio dalle origini molto antiche, ma il foulard moderno, inteso come accessorio dei look eleganti e raffinati, diventa fondamentale nella moda degli anni 30. Hermès è la prima casa di moda a commercializzarlo, diventando l’icona del foulard per eccellenza. Veniva utilizzato in ogni occasione nell’abbigliamento anni ‘50, ma rimane un accessorio imperdibile anche nella moda degli anni ‘60, dove abitualmente veniva annodato sotto il mento abbinato ad un paio di occhiali da sole. Il foulard è sempre stato un accessorio tipicamente femminile, ma negli ultimi anni le case di moda hanno introdotto l’uso del foulard maschile. Negli ultimi anni, è tornato di moda, soprattutto tra gli amanti del vintage. Restano popolari i foulard gucci vintage, accanto ai prodotti di altre celebri case di moda italiane quali Ferragamo e Roberta di Camerino.
Scegli qui preziosi foulard vintage, particolare attenzione è rivolta ai foulard anni ‘60 e foulard anni ‘70.
Corredi antichi
Per gli appassionati del vintage, anche al di fuori dell’abbigliamento, Di Mano In Mano ha una sezione dedicata ai corredi antichi, dove selezionare tovaglie antiche usate, lenzuola vintage, copriletti vintage, bauli antichi e valigie vintage.
Tovaglie vintage, copriletti vintage e lenzuola vintage
La tovaglia è un elemento essenziale delle nostre case. Sembra che siano stati i romani ad introdurne l’uso, per poi evolvere nei secoli fino ai giorni nostri, cambiando forma, tessuto e decorazioni. Il lenzuolo fu usato per la prima volta nel XV secolo. Le lenzuola erano tradizionalmente bianche, fatte di lino, cotone o seta, potevano essere anche ricamate a mano, e non è difficile immaginare perchè le lenzuola ricamate a mano antiche abbiano uno straordinario valore per gli amanti del vintage.
Valigeria vintage
Per quanto riguarda il mondo della valigeria, fino alla prima metà del 900 si sono utilizzati i più tradizionali bauli. È nel ‘700, in particolare, che i bauli diventarono più simili a quelli che abbiamo in mente oggi. Venivano utilizzati per compiere viaggi di molti mesi e per questo ne esistevano di diversi tipi, come il baule armadio, o il baule biblioteca. Con l’evolversi dei trasporti, gli ingombranti bauli antichi hanno dovuto lasciare il posto a valigie più comode e leggere. Oggi, le valigie utilizzate per gli spostamenti quotidiani appaiono diverse dalle valigie anni 50, per molti lati più maneggevoli, ma, per gli amanti dell’antico, le valigie vintage rappresenteranno sempre “un mondo diverso”.
Materiali
- - Fibre e tessuti dell’abbigliamento
- - Materiali degli accessori vintage
- - Materiali dei corredi antichi e della valigeria vintage
Fibre e tessuti dell’abbigliamento
I materiali utilizzati nella creazione dei capi d’abbigliamento sono molteplici e possono essere utilizzati da soli o in combinazione tra di loro. In generale, si dividono in due macro categorie: i tessuti naturali e quelli artificiali. Tra le principali fibre tessili utilizzate per realizzare i capi d’abbigliamento troviamo il cotone, la lana, la poliamminde e la seta; tra i principali tessuti, ottenuti dalla combinazione di fibre, ci sono il crepe, il velluto, l’organza e il pizzo.
Cotone
Il cotone è la fibra naturale più utilizzata nell’abbigliamento, oggi come nei vestiti del 900. Tra i vantaggi che ne fanno una fibra così utilizzata vi è la leggerezza, la morbidezza, la resistenza e le elevate proprietà di assorbimento e resistenza.
Lana
La lana, un altro dei principali tessuti utilizzati, è la principale fibra naturale di origine animale. Si ottiene attraverso la tosatura delle pecore, ma anche da quella di camelidi, bovini, roditori e caprini. Un tipo particolare di lana è il cashmere, le cui fibre provengono esclusivamente dal sottopelo di una razza particolare di capre. Oltre ad essere pregiati, i vestiti cashmere hanno anche un maggiore potere isolante.
Poliammide
La poliammide è un materiale sintetico, più conosciuto come Nylon, brevettato negli anni 30. Viene prodotto con fili molto sottili e la sua struttura elastica ottenne un enorme successo nell’abbigliamento anni 30, specialmente per la produzione di calze, andando a sostituire la seta, più costosa e meno elastica. I vantaggi del nylon sono quelli di una fibra sintetica: i tessuti di nylon asciugano velocemente, sono morbidi ed elastici e hanno un prezzo accessibile.
Seta
La seta è una fibra proteica di origine animale, ricava solitamente dal bozzolo prodotto dai bachi da seta. La seta è una fibra leggera, morbida, elegante, sottile, elastica e resistente allo strappo. Tra tutte, la lucentezza è la qualità più amata e nobile di questa fibra naturale. La seta viene impiegata per produrre tessuti pregiati nell’ambito dell’arredamento e in quello dell’abbigliamento, con la produzione di cravatte, camicie, foulard e biancheria intima.
La seta è il materiale d’elezione per la realizzazione del raso (o satin), un tessuto fine, lucido, uniforme e liscio. Il raso può essere realizzato anche con fibre artificiali come il rayon o fibre sintetiche come il poliestere.
Lurex
Lurex è un marchio registrato alla fine degli anni ‘40 del 900 e indica un particolare tipo di filato laminato in fibra di poliestere. Consiste in una maglia caratterizzata da flessibilità ed elasticità, realizzata partendo da fili metallici (come l’alluminio), avvolti e sigillati in poliestere e poliammide. Ha avuto grande popolarità nell’abbigliamento anni 70 e nell’abbigliamento anni 80.
Velluto
Il velluto è un tipo di tessuto che può essere prodotto con tutti i tipi di fibre naturali e sintetiche. Può essere molto fine, morbido e cascante oppure più robusto e resistente a seconda del materiale che viene utilizzato per produrlo. La caratteristica principale del velluto è il pelo, il quale è meno di 3 mm di altezza. Con i suoi toni brillanti, il velluto è da sempre simbolo di ricchezza e nobiltà, utilizzato per l’abbigliamento come per la tappezzeria.
Crepe
Il termine Crepe deriva dal francese e significa letteralmente “crespo”. Si riferisce ad un vestito dall’aspetto leggero e granuloso, con piccole onde, e può riferirsi ad una vasta gamma di tessuti, diversi per materiali e per peso, ma caratterizzati per l’aspetto mosso, increspato e granuloso. Il materiale d’elezione è la seta, ma ne esistono in lana e in fibre sintetiche, spesso miste alla seta.
Pizzo
Il pizzo, definito anche merletto o trina, è il risultato di una particolare lavorazione di filati per ottenere un tessuto leggero, prezioso e ornato. L’operazione non avviene su un tessuto di base, ma è essa stessa la costruzione di un intreccio nel vuoto, lavorato con ago, fuselli e con uncinetto. Viene ottenuto annodando e intrecciando fili di ogni sorta: d’oro, d’argento, di lino, di seta e di cotone. Il pizzo veniva utilizzato molto nei vestiti del 600, sia per l’abbigliamento femminile del 600 che nell’abbigliamento maschile del 600.
Organza
L’organza è un tessuto in armatura di tela, leggero, trasparente, realizzato con fili molto sottili. L’aspetto che ne risulta è opaco. Oggi, molti tessuti in organza sono tessuti insieme al cotone o alle fibre sintetiche, come il poliestere o il nylon, mentre le organze più lussuose sono tessute in seta. Oltre che nell’abbigliamento, viene ricamata per farne tende o copriletto, o altra biancheria fine.
I materiali degli accessori vintage
Materiali cravatte vintage
La cravatta viene scelta tenendo in considerazione due fattori principali: il tessuto e l’estetica. Il primo è influenzato innanzitutto dalla stagione: in primavera e in estate occorrono tessuti che non trattengono il calore, come cravatte in cotone o in lino; in autunno e in inverno, invece, sono meglio cravatte di seta, lana, flanella e cashmere. Il tessuto utilizzato dipende anche dalla casa di moda che produce la cravatta: cravatte hermes, e cravatte vintage hermes, ad esempio, è più probabile siano in tessuti ricamati come la seta.
Materiali cinture vintage
La cintura è una striscia flessibile, generalmente di pelle o cuoio, che a loro volta possono essere decorate con perline o altri tessuti, come il velluto. La cintura ha caratterizzato la moda anni ‘60, anche per questo le cinture vintage non passano mai di moda!
Materiali gioielli vintage
I gioielli vintage possono essere anelli, bracciali, collane, orecchini, ma anche oggetti altri come ad esempio le spille. La forma e lo stile dei gioielli si è evoluto con il cambiare delle epoche, e così anche i materiali con cui venivano realizzati. Nel periodo georgiano, ad esempio, venivano usate pietre come granati, topazio, corallo e diamanti appena sfaccettati. I gioielli vintage, tuttavia, possono essere realizzati in oro, preso da solo o combinato con altri materiali, come l’acciaio; preziosi sono anche quelli realizzati in altre tipologie di pietre, come la pietra occhio di tigre o la malachite.
Materiali borse vintage
Tra le più ricercate borse vintage, vi sono le borse vintage anni 50, deputate alle più importanti case di moda. La borsa poteva, e può, essere realizzata con diversi materiali, tra cui forse il più popolare è la pelle, con cui definire preziose borse di pelle, riconoscibili dall’inconfondibile odore e morbidezza. Altri materiali utilizzati per realizzare le borse vintage sono il PVC, il velluto o il raso. Non mancano le borse con decori in perline o con il manico realizzato in bambù.
Materiali cappelli vintage
I cappelli vintage possono essere realizzati con diversi materiali, a seconda dell’utilizzo che il cappello avrà. Tra i materiali più utilizzati si trova la lana, ma anche il raso e la seta. Il feltro è un altro materiale che spesso si ritrova nei cappelli vintage: si tratta di una stoffa realizzata con il pelo animale. Non è un tessuto, ma viene prodotto dall’infeltrimento delle fibre.
Materiali foulard vintage
Il foulard può avere differenti dimensioni e fantasie e solitamente viene realizzato in materiali come il moda, la seta, il lino, il cashmere e la lana. I foulard di seta vengono classificati come tessuti pregiati, non a caso sono le case di moda più famose a realizzare tali prodotti. Anche la viscosa è un materiale che può essere utilizzato per realizzare i foulard, un tessuto che unisce la qualità della seta e del cotone: da un lato la viscosa è morbida e lucente, dall’altro resistente, traspirante e assorbente.
I materiali dei corredi antichi
Materiali corredi vintage
Gli asciugamani vintage e le lenzuola vintage sono per lo più realizzati con il lino cifrato, un materiale sostenibile, resistente, traspirante e in grado di favorire la termoregolazione. Inoltre, alcuni asciugamani vintage vengono realizzati con la fiandra, un pregiato tessuto operato monocolore. In passato veniva realizzato in lino, mentre oggi in cotone mercerizzato o fibre sintetiche. La fiandra è considerata un materiale pregiato per la realizzazione di tovaglie, anche se le tovaglie vintage sono costituite più che altro da lino e cotone. Anche un copriletto vintage può essere realizzato in lino, godendo delle qualità di questo materiale. Comune è anche trovare un copriletto vintage di piquet, un tessuto di cotone con piccoli motivi in rilievo, rombi o quadrati, di solito bianco, o un copriletto vintage di chirichetto, un tipo di merletto costituito da una serie di anelli e archetti.
Materiali valigeria vintage
I bauli vintage sono spesso realizzati con la pergamena, spesso unita al ferro o al cuoio. Quando i bauli antichi furono sostituiti da valigie più maneggevoli, esse furono realizzate prima in fibrone e successivamente in pelle: non è infatti raro trovare valigie vintage realizzate in pelle o in cuoio.
I grandi marchi
Tra l’abbigliamento Di Mano in Mano, tra il vesti vintage e gli accessori vintage ci sono anche vestiti e accessori provenienti dalle più importanti case di moda, come Hermès, Versace, Armani, Dior, Gucci, Dolce&Gabbana e Max Mara.
Apri il catalogo e lasciati catturare dagli abiti di un altro tempo! Scegli tra una cravatta hermès o una cintura versace donna, oppure esplora i numerosi abiti, giacche e borse armani. Anche un classico abito maxmara rientra nell’inventario Di Mano In Mano, così come una bellissima gonna dolce e gabbana e i preziosi gioielli dior, come una dior collana. Per non parlare delle bellissime e numerose borse gucci.
Hermès
Hermès è un’azienda francese di alta moda, specializzata quindi nella vendita di abiti e valigie di lusso, accessori, borse, accessori per la casa e profumi. La storia di Hermès inizia nel 1837, quando Thierry Hermès, un sellaio, aprì a Parigi una bottega per bardature e finimenti da cavallo. Nel 1870 l’attività viene spostata a rue du Faubourg-Saint-Honorè, tutt’oggi sede storica dell’azienda. È poi nel 1920 che Emile-Maurice Hermès inizia a creare capi in pelle, per poi procedere con una linea di gioielli (hermes gioielli) e di moda femminile. I decenni successivi vedono l’azienda diventare una casa di moda sempre più famosa e un punto di riferimento in questo settore grazie ad alcune popolari creazioni, come la cintura che prende spunto dal collare per cani o la borsa ispirata a quella da sella. Oggi, Hermès conta 55 i negozi e il marchio è particolarmente noto per i foulard e per la piccola pelletteria fatta a mano.
Versace
La Gianni Versace S.r.l. consiste in un’azienda italiana di alta moda e abbigliamento, con sede a Milano, fondata nel 1978 dallo stilista calabrese Gianni Versace. Il famoso simbolo versace di Medusa venne scelto proprio da Gianni Versace, rimasto affascinato dal celebre ritrovamento.
Già in quell’anno, la prima collazione Versace sfila a La Permanente di Milano, riscuotendo grande apprezzamento. Grande attenzione viene data ricercatezza dei materiali, agli accostamenti inconsueti, ma anche alle rivoluzioni come gli abiti futuristici in maglia metallica. Nel 1988 entra a far parte dell’azienda la celebre Donatella Versace, sorella minore di Gianni, alla quale viene affidata la direzione del marchio Versus Versace, la linea Versace più giovanile, e alla quale
viene affidato il ruolo di direttore creativo del brand dopo la morte del fratello.
Tra le creazioni più iconiche del marchio, si ricorda il celebre abito di Elizabeth Hurley, uno dei migliori abiti della storia della moda: un lungo vestito nero trattenuto sui fianchi dalle spille da baila oro. Più
recente, si ricorda anche il vestito verde Versace di Jennifer Lopez.
Armani
La Giorgio Armani S.p.a. è un’azienda italiana fondata da Giorgio Armani e Sergio Galeotti nel 1975, la quale opera nel campo della moda, del design e del lusso, producendo prodotti di moda, abiti, accessori, occhiali, orologi, gioielli, cosmetici e profumi. La società nasce a Milano, con la prima sfilata al Plaza Hotel. Nel 1978, Giorgio Armani disegna il vestito con cui Diane Keaton partecipa alla cerimonia per l’assegnazione di premi Oscar. Negli anni 80 viene stabilito l’accordo di licenza per i profumi con l’azienda francese l’Oreal e viene lanciata la celebre linea Emporio Armani, con la successiva apertura del primo negozio a Milano e della prima boutique.
La produzione di Armani è famosa per la classe e l’eleganza dell’abbigliamento e degli accessori e per la rivisitazione delle giacche o dei tailleur. Lo stile opta per tagli nitidi, puliti e toni di colori freddi come il beige, il grigio e soprattutto il blu armani, senza però rinunciare all’intramontabile abito nero e bianco, che lo stile armani porta ad una classe superiore.
Max Mara
Max Mara è una celebre casa di moda italiana, fondata nel 1951 da Achille Maramotti, appartenente alla società privata di Max Mara Fashion Group con sede a Reggio Emilia.
L’azienda è specializzata nella produzione e nella vendita di abbigliamento femminile. È tra gli anni ‘70 e ‘80 che l’azienda produce il cappotto Manuela, in puro cammello con collo a rever e tasche sui fianchi, con chiusura vestaglia e cintura, oggi il capo distintivo della moda max mara.
Dolce & Gabbana
L’etichetta Dolce&Gabbana nasce ufficialmente nel 1984 alla Milano Fashion Week, con la prima sfilata degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Tipici di questo marchio sono i riferimenti alla Sicilia e, non a caso, con la quarta collezione nasce il vestito siciliano,
considerato uno dei 100 vestiti più importanti mai disegnati. Il vestito siciliano dolce&gabbana viene riproposto e corretto ad ogni collezione, ed è divenuto così un capo-icona della maison. I marchi di dolce&gabbana comprendono intimo, come corsetti e lacci per reggiseni, e capi d’abbigliamento, abiti gessati e cappotti stampati in modo stravagante, ma anche i famosi bustier in pizzo, raso e chiffon e il leopardato.
Dior
Christian Dior SE, conosciuta comunamente come Dior, è una società europea specializzata nell’alta moda, creata da Christian Dior ed ora di proprietà di Bernard Arnault. Nel 1947 compare la prima collezione di Dior, soprannominata in seguito new look dior. È caratterizzata da uno stile mai visto all’epoca, definito da spalle arrotondate, da forme fluide e allungate che evidenziano la vita e da voluminose gonne a corolla. Attorno agli anni ‘50, Dior rilancia la sessualità femminile, riportando in voga indumenti del passato come corsetti e guepiere, popolari prima della guerra. In seguito espande la sua produzione a calze, pellicce, cappelli, guanti, borse, gioielli, sciarpe e profumi.
Gucci
Gucci è una casa di moda italiana, fondata da Guccio Gucci nel 1921 a Firenze. È attiva nei settori dell’alta moda e negli articoli di lusso e l’azienda è rimasta a gestione famigliare fino agli anni ‘90. I suoi prodotti includono pelletteria, scarpe, accessori, abbigliamento, gioielli, orologi, cosmesi e profumi, nonché complementi d’arredo e accessori decorativi. Nel mondo, Gucci abbigliamento è sinonimo di moda, eleganza, di uno stile italiano che negli anni ha conquistato il mondo con creatività e originalità. Gli stilisti gucci prediligono l’uso del colore, optando per mise arcobaleno.
Sostenibilità
“Ciò che non serve a te può servire ad altri. Ciò che non serve più ad altri può servire a te.”
La frase si chiama teorema del riciclo ed è uno dei punti cardine alla Di Mano In Mano. Per l’abbigliamento, questo significa dare una seconda possibilità ad un capo che qualcun altro non utilizza più. Le ragioni? Beh, l’abbigliamento usato può dare un grande contributo per diminuire l’impatto ambientale di un’industria tra le più inquinanti del pianeta. Inoltre, l’utilizzo di capi di seconda mano permette di ridurre il fenomeno della Fast Fashion, una produzione sempre maggiore di vestiti a costi stracciati da parte dei grandi gruppi di moda, il quale spinge a comprare vestiti nuovi per ogni stagione. Un modello che è ovviamente insostenibile da un punto di vista etico e ambientale.
Approfondisci qui le nostre politiche di riuso e riciclo.
Comprare e Vendere Vintage, Second-hand e Corredi Antichi
• Le nostre squadre di sgombero e acquisto riforniscono i nostri negozi ogni giorno e proponiamo continuamente nuovi abiti vintage e accessori vintage. Guarda il nostro catalogo per scoprire se qualche vestito vintage, borsa vintage o magari un anello
antico è proprio quello che stai cercando.
• Di Mano In Mano è poi particolarmente attenta al second hand: crediamo infatti che ridare vita ad un abito usato o ad un vecchio accessorio sia la scelta più sostenibile per il
pianeta, si evita che un oggetto ancora in buone condizioni venga buttato.
Dai un’occhiata al nostro catalogo e contattaci se sei in linea con questa idea e pensi di avere qualcosa simile a quello di cui ci occupiamo, non buttarlo via!
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