La giornata della memoria è ormai vicina. Ma cos’è la memoria? Me lo chiedo perché, se da una parte mi sembra un concetto semplice e intuitivo, dall’altra è anche molto complesso e carico di significati.
Se interrogo Google, mi risponde con tantissime definizioni perché, scopro, dello studio della memoria si sono occupate psicologia, sociologia, storia, antropologia, letteratura… Ed ognuna di queste discipline propone le sue proprie classificazioni.
Ma io vorrei capire di che tipo di memoria si parla durante la giornata della memoria?
Sono a casa dei miei genitori, e dalla loro libreria rubo alcuni manuali e libri di psicologia che comincio a sfogliare. Trovo subito questa definizione: “memoria autobiografica” che, mi pare di capire, fa riferimento al ricordo di fatti concreti della vita di una persona in rapporto al valore e alla narrazione che l’individuo stesso dà a tali accadimenti.
Per fare un esempio: quasi tutti si ricordano del giorno della maturità, e questo ricordo suscita emozioni e associazioni diverse in ognuno di noi. C’è chi pensa alle nottate insonni, chi alle più belle vacanze della sua vita, chi al voto ingiusto… La memoria autobiografica concorre a definire l’identità personale, vale a dire chi siamo, cosa abbiamo fatto e come, i nostri valori e via dicendo.
Ma la memoria a cui facciamo riferimento il 27 gennaio non può essere semplicemente la somma dei ricordi dei singoli, è un’entità più grande, una tragica eredità che si è costituita intorno a fatti accaduti a tantissime persone in un momento preciso della storia.
Continuo a sfogliare i diversi manuali e trovo la definizione di “memoria collettiva”.
Lo storico Pierre Nora, la definisce così: “La memoria collettiva è il ricordo, o l’insieme dei ricordi, più o meno conosciuti, di un’esperienza vissuta o mitizzata da una collettività vivente della cui identità fa parte integrante il sentimento del passato”.
Trovo poi la riflessione di un professore italiano, Carlo Socco, che provo a parafrasare. La memoria, secondo Socco, sia individuale che collettiva, lavora continuamente sul flusso del vissuto, perché se non fosse così non sapremmo più chi siamo. Ed in effetti è piuttosto logico: la memoria mette insieme pezzi, riflette su se stessa, costruisce il nostro passato e presente e per questo si proietta anche nel futuro.
La memoria influisce e determina la nostra identità collettiva presente e futura.
Ecco perché è importante sapere che cosa sia la memoria e che funzione abbia. Essa contribuisce a formare il nostro essere come individui nella società e nel mondo e pur collocandosi nel passato, ha un enorme potere sul futuro.
In un momento storico come questo, io mi auguro che il giorno della memoria possa essere un momento di raccoglimento come società che riflette su se stessa e che prende coscienza che il futuro è nelle sue mani. Perché il futuro si forma da ciò che è accaduto nel passato. Ma il nostro ricordo non è una mera somma di eventi, è anzi uno strumento potente che è nostro dovere esercitare per decidere che cosa farne, che significati trarne, che decisioni prendere qui, ora, oggi.
Mi auguro che la memoria, oggi, e tutti i giorni dell’anno, possa essere coltivata attraverso la conoscenza, la ricerca, la voglia di sapere. La cultura. Per il nostro futuro. Ma anche solo perché ci sia, un futuro: leggiamo!
Di Mano in Mano si unisce al ricordo con una raccolta di libri dedicati a questo tema.
Il 27 e 28 gennaio, nei punti vendita di Milano e Cambiago.
Vi aspettiamo