(Ri)Leggere la Storia per capire l’oggi
“Il XX secolo è stato il secolo della violenza della Storia, il XXI sembra avviato a diventare quello della violenza della cronaca…Una delle caratteristiche della violenza della cronaca è quella di ridursi a una congerie di fatti minuti e dispersi, di negarsi al pensiero, rendendo apparentemente impossibile un loro inquadramento dentro una visione del mondo, una comprensione che abbracci il passato, il presente e il futuro della nostra vicenda individuale e collettiva.
La Storia, invece, colloca ogni singolo accadimento, per quanto apparentemente insignificante, dentro un quadro di un processo più ampio che lo accoglie, lo spiega e lo giustifica.
La cronaca lo abbandona a se stesso, proibendo che la sua insulsa particolarità venga riscattata da un racconto più grande e, magari, anche da un futuro migliore”
Una delle caratteristiche di questo nostro tempo è l’ansia per un futuro sempre più incerto e oscuro che ha urgente bisogno di risposte.
Questa necessità si traduce anche nel desiderio di avere strumenti per leggere il nostro presente, di trovare piste interpretative nel frastuono delle casse di risonanza di quello che accade intorno a noi, di riconnettere questo presente ad un passato letto con una saggezza che è quella della Storia per come è definita nel brano citato.
Ci sono romanzi che sembrano rispondere a questo bisogno, romanzi, che al di là del puro piacere della lettura e della capacità di farci confrontare in profondità con le vicende umane dei protagonisti, ci rimandano una lettura netta, chiara, illuminata dalla ragione, del mondo e della società in cui viviamo.
In romanzi come “Il bambino che sognava la fine del mondo “(da cui è tratto il brano iniziale) o “Il sopravvissuto” di Antonio Scurati, attraverso le vicende dei due protagonisti (forse non a caso due insegnanti/educatori, come Scurati stesso), siamo accompagnati a prendere consapevolezza e posizione rispetto ad alcuni fra i mali più devastanti della società in cui viviamo. Il potere assoluto dei media nel creare la realtà che percepiamo, creare un immotivato clima di insicurezza e di paura, l’oscena spettacolarizzazione del dolore data in pasto agli istinti più profondi delle persone, la crisi del sistema educativo/formativo e la distanza sempre crescente di incomunicabilità tra le generazioni, la solitudine che nasce dalla distruzione di un tessuto sociale aperto alla solidarietà e alla fiducia nell’essere umano solo per citarne alcuni.
Spesso si ha la sensazione che non basti l’informazione per creare consapevolezza e orientamento nel bombardamento quotidiano di notizie, fatti, eventi e interpretazioni.
C’è bisogno di qualcuno che racconti questa realtà e uno scrittore come Scurati sembra assumersi in pieno questa responsabilità.
Le dichiarazioni fatte dopo l’assegnazione del Premio Strega al suo ultimo romanzo (la biografia di Mussolini “M il figlio del secolo”, una trilogia di cui è apparso il primo volume) rispecchiano questa assunzione di responsabilità: “Il fatto è che l’antifascismo Novecentesco non regge più ai tempi nuovi e, dunque, io credo, l’antifascismo va ripensato su nuove basi. Raccontare il fascismo, per la prima volta in un romanzo, attraverso i fascisti e senza pregiudiziali ideologiche, è il mio contributo alla rifondazione dell’antifascismo”
Raccontare il passato non attraverso un saggio, ma nella forma del romanzo storico che vuole prendere posizione, e stimolare il lettore a fare altrettanto, nella lettura del presente.
In un’intervista al Manifesto, Scurati sottolinea il bisogno oggi di un racconto “terzo” di quell’epoca, lontano sia dall’auto narrazione propagandistica fascista sia dalla mitologia della Resistenza, per il recupero di una verità letteraria che si schiera automaticamente dalla parte della democrazia. “Essere antifascisti oggi significa ritrovare, rinnovare e custodire le ragioni della democrazia”.
La lettura come stimolo ad un’appropriazione cosciente della nostra vicenda quotidiana di individui e di membri di questa società per provare a costruire piste concrete e alternative verso quel “futuro migliore”;
forse è questa la Resistenza a cui oggi siamo chiamati.
Utilizzare i Romanzi e la Storia narrata in forma di romanzo, come mappe di orientamento, strumenti per creare quella consapevolezza del presente che può aprire al “futuro migliore” della citazione iniziale.
Di questo ma soprattutto del personale rapporto con i libri, in particolare con i titoli che sono stati per lui pietre miliari e l’hanno ispirato e accompagnato nel suo percorso di scrittore, parlerà Antonio Scurati Sabato 23 Novembre alle 17.30 nel nostro negozio di Milano, in occasione dell’apertura di Librando – La seconda vita del libro usato.