Protagonisti del nostro Classic Monday di oggi sono una coppia di reggi-cero, realizzati nel XVII secolo, ma che dimostrano un forte richiamo con gli arredi rinascimentali.
In legno di tiglio, sono completamente intagliati, dipinti e parzialmente dorati. Il corpo principale è costituito da una tavoletta che poggia al muro, caratterizzata da una forma mossa e fortemente sagomata, grazie alle volute fogliacee e a ricciolo. Nella parte superiore, al centro, è presente la testa di un putto, anch’essa realizzata con la tecnica dell’intaglio, dipinta e in parte dorata nei capelli e nelle ali. Questi elementi costruttivi e ornamentali palesano chiaramente la provenienza barocca della coppia di reggi-cero. In particolare le possenti e simmetriche volute dorate sono espressione di questa corrente artistica, diffusasi in Italia proprio nel corso del Seicento.
La parte inferiore di questi particolari complementi ha, però, una forma alquanto insolita. Qui si innesta il braccio reggi-cero, intagliato e dipinto a emulare un avambraccio; nella mano viene retto il lume, dotato di un lamierino d’appoggio lavorato a motivo fogliaceo. Questo particolare denota un gusto ben più antico di quello barocco, ancora pienamente rinascimentale.
Il modello di riferimento tra i più curiosi e interessanti, è quello che si può trovare in un’opera realizzata da uno dei più celebri pittori veneti attivi tra il XV e il XVI secolo, Vittore Carpaccio.
Tra i principali autori dei noti cicli di teleri realizzati nella città lagunare, in particolare un evidente riscontro con i nostra porta-ceri si può ritrovare nel Sant’Agostino nello Studio. La tela, dalle dimensioni considerevoli, fu realizzata per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, presso la quale è ancora oggi conservata. Appartiene al ciclo relativo alle storie di san Girolamo; raffigura la sua apparizione a sant’Agostino, per avvertirlo della sua imminente morte e l’ascesa al cielo. Sant’Agostino è raffigurato intento a scrivere nel suo studio, offrendo all’artista il pretesto per raffigurare l’interno di una ricca abitazione rinascimentale.
Lo studiolo mostra un vero e proprio campionario dell’arredo rinascimentale; tavolo e panca rivestiti in pelle fissata con borchie, così come la sedia, dall’architettura caratteristica. Ciò che però interessa particolarmente la nostra analisi di oggi, sono i reggi-ceri, presentati pure in coppia e posti sulle pareti laterali, contrapposti. Anche in quelli dipinti, il porta cero è sorretto da un braccio, quasi come se emergesse direttamente dai muri. In questo caso presenta delle fattezze ferine, quasi leonine, altra tipologia largamente impiegata nelle decorazioni rinascimentali o successive, che si rifanno a questo gusto.
Quella che nei nostri protagonisti appare come una caratteristica peculiare e stravagante ecco allora che si ritrova come elemento invece noto in epoca rinascimentale. Anzi, la loro stravaganza, ma allo stesso tempo ricercatezza, ben si addicono a un ambiente colto e sofisticato quale poteva essere uno studiolo.