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Biedermeier, lo stile comodo e pratico

Lo stile Biedermaier si diffuse dopo il Congresso di Vienna del 1814, molto apprezzato soprattutto nei paesi austriaci e tedeschi.

Nacque come risposta al precedente Impero, rimanendo in auge fino ai moti insurrezionali del 1848, per tale motivo venne chiamato anche “stile della Restaurazione”.

I mobili prodotti in tale periodo sono in realtà caratterizzati dalle forme tipiche dell’Impero, ma il fastoso decorativismo con bronzi e ottoni viene sostituito da ornamenti più semplici, se non addirittura assenti.

Spesso costituiti da legni chiari, i mobili Biedermeier diventano funzionali, adattandosi alle nuove necessità delle abitazioni borghesi, sempre più diffuse a seguito della rivoluzione industriale.

Questo stile vuole infatti evidenziare la sobrietà e la morigeratezza caratteristiche della Restaurazione, contrariamente allo sfarzo e alla ricchezza del periodo precedente.

Esempio di questa produzione è il protagonista del nostro Classic Monday, un importante secretaire in legno d’acero.

Secretaire Biedermeier

Le forme riprendono quelle dei secretaire Impero, così come alcuni elementi decorativi, quali la doppia coppia di leoni, in particolar modo quelli rampanti ed ebanizzati, e i piedi anteriori che sorreggono il mobile, dalle fattezze ferine. Ma l’opulenza degli inserti dorati e dei legni dalle venature decorative che impiallacciano i mobili Impero è oramai assente, si tratta di un mobile dall’architettura solida e dalla decorazione semplice. Oltre ai già citati felini, il secretaire è infatti ornato da un sobrio intaglio ligneo a volute fogliacee sui montanti e sull’antina a ribalta del fronte.

Lo scarabattolo all’interno, che presenta diversi cassetti e segreti, richiama il motivo celebrativo Impero nella parte centrale dove, incorniciata da due colonnine tortili, un’antina è decorata con una decalcomania rappresentante un uomo in abbigliamento militare, dietro il quale si intravede una bandiera dai colori dell’Arciducato d’Austria.

Mobili come il nostro erano molto richiesti dalla borghesia, che rifletteva anche nelle scelte dell’arredamento la voglia di normalità e stabilità, soprattutto dopo gli anni tumultuosi della Rivoluzione francese e dell’Impero napoleonico.

L’appellativo Biedermeier per indicare lo stile caratteristico di questi anni si iniziò ad usare, in modo non propriamente celebrativo, a partire dal 1850 circa.

Bidermeier era infatti il protagonista di racconti satirici sulla rivista bavarese “Fliegende Blätter”. Era un personaggio figlio degli ideali rivoluzionari, ma che è costretto ad arrendersi al volere dei potenti creandosi, per sopravvivere, una propria fittizia bolla di armonia, contraddistinguendosi per l’ingenuità che lo caratterizza. Bidermeier è infatti costituito dalla crasi di “bieder” (ossia “sempliciotto”, ma anche “onesto”) e “Meier”, uno stra i cognomi tedeschi più diffusi.

Ecco che Biedermeier diventa l’ideale rappresentante del cittadino tedesco medio negli anni della Restaurazione, il cui centro diventa la casa, non più caratterizzata da lusso sfrenato, ma comoda e pratica.

Biedermaier è emblema dell’uomo che si adatta, oramai rassegnato, ad eventi e decisioni prese da altri, più grandi di lui. Si può ben comprendere come, soprattutto alla luce dei moti insurrezionali che sconvolsero l’Europa intera nel 1848, l’atteggiamento di rassegnazione degli anni precedenti, di adeguamento e sottomissione alle decisione altrui, fosse visto come un aspetto negativo, da deridere, seppur radicato nella società (soprattutto borghese) dell’epoca. Per estensione, questo appellativo venne impiegato per indicare l’arte e lo stile del mobilio che contraddistinguono la produzione di questi anni, caratterizzata, come indica il termine “bieder” da una certa semplicità ma, allo stesso tempo, da solidità e integrità.

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Valentina

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