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Case editrici italiane: La Tartaruga

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La tredicesima casa editrice del nostro viaggio è La Tartaruga

“La Tartaruga” perché l’animaletto simboleggiava una lentezza e un’autonomia proverbiali. Non volevo correre e, soprattutto, non volevo dipendere eccessivamente dal mercato.

“Davanti ai libri mi sento come un cane da tartufi. Li cerco col naso, ne sento l’odore, capto i segnali che mandano e batto il terreno con il muso tra i cespugli”: queste parole di Laura Lepetit racchiudono la forza dell’intuizione e la tenacia della ricerca con cui ha creato e diretto una delle piú belle case editrici italiane: La Tartaruga.

Laura Lepetit
<em>Laura Lepetit<em>

Dal 1965 al 1975 Laura gestisce insieme ad Anna Maria Gandini la libreria Milano Libri ed è un decennio ricco di incontri e sorprese. In quel periodo  viaggia molto: «Sono stata in America, ho conosciuto il femminismo, case editrici come Virago, fatte con testi di sole donne. Al mio ritorno ho incontrato Carla Lonzi, che per me rappresenta il femminismo italiano».

Nel 1975 Laura Lepetit decide di fondare una casa editrice: «Avevo appena letto Le tre ghinee di Virginia Woolf e scoperto con stupore che nessuno lo aveva ancora tradotto. Lo faccio io, decisi. La Tartaruga è nata così».

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<em>Le tre ghinee di Virginia Woolf ed La Tartaruga<em>

La Tartaruga è stata la prima casa editrice a occuparsi esclusivamente di letteratura e narrativa al femminile, insieme alla romana Edizioni delle donne.

Nel 1975 nasce anche la Libreria delle donne di Milano, a cui Laura Lepetit e La Tartaruga sono molto legate.

Laura vuole pubblicare solo libri di donne, «una serie di libri che dimostrassero come la scrittura delle donne avesse un suo percorso, una sua importanza, un suo diramarsi in certi temi» perché »anche la letteratura fa parte del pensiero delle donne. Questa era la tesi di fondo».

<a rel=noreferrer noopener href=httpswwwlibreriadelledonneit target= blank><em>Libreria delle donne di Milano<em><a>

Per Laura l’editoria è un mestiere femminile: «per fabbricare un libro ci vogliono cure e pensieri come per un figlio, bisogna inventarlo, prepararlo, seguirlo fino a che esce di casa e poi trepidanti seguire i suoi successi o insuccessi: un lavoro perfetto per una donna».

Attraverso questo lavoro Laura Lepetit costruisce e conserva un patrimonio di genere, attraverso quel mosaico di romanzi, scritti autobiografici e saggi che La Tartaruga pubblica.

«Tutti testi che, in qualche modo, corrispondono a un certo ideale letterario più che a schemi di contenuto o se l’autrice sia famosa o meno. Questo non faceva mai molta differenza; l’importante era che rispondesse a un canone che aveva degli elementi… sempre quelli poi: un po’ di scoperta di che cos’era la donna, di scoperta dell’ambiente, dei condizionamenti più o meno forti, dei desideri di liberarsene. Insomma, quello che viene sommariamente definito la presa di coscienza della donna nel secolo scorso. Qualcosa in cui ci si potesse anche rispecchiare. Anche nei saggi… i problemi posti nel movimento femminista sono problemi che tutte le donne prima o poi si ritrovano ad affrontare, la conoscenza e la consapevolezza del sé, del proprio ruolo».

«L’incontro con le autrici è un incontro d’amore» e Laura Lepetit con La Tartaruga pubblica duecentosettantasei libri incontrando centottantuno autrici: da Margaret Atwood a Ivy Compton-Burnett, Nadine Gordimer e Barbara Pym, fino a giungere a Virginia Woolf. Grandi nomi della letteratura mondiale a cui si uniscono testi riportati alla luce di autrici italiane quali Anna Banti, Paola Masino e Gianna Manzini, e la scoperta di esordienti come Francesca Duranti, Silvana Grasso e Silvana La Spina. Collane di letteratura “nera”, di fantascienza e di saggistica (Laura Lepetit è stata la prima a pubblicare i testi della comunità filosofica Diotima di Luisa Muraro) negli anni completano il lavoro svolto da Laura Lepetit con La Tartaruga, grazie anche al supporto di amiche e socie come Anna Maria Gandini, Martina Vergani e la stilista Mariuccia Mandelli.

Guglielma e Mainfreda di Luisa Muraro La Tartaruga ed
<em>Guglielma e Mainfreda di Luisa Muraro<em>

Nel 1997, dovendo sottostare alle leggi di un mercato editoriale sempre più rigido e che dà poco spazio a iniziative coraggiose.

Laura Lepetit vende marchio e catalogo alla Baldini & Castoldi. La Tartaruga retta da Laura Lepetit resta, nella storia dell’editoria italiana, una casa editrice di enorme importanza nella diffusione del pensiero e della letteratura femminile.

Dal 1998 il marchio Tartaruga edizioni entra nel gruppo BALDINI CASTOLDI DALAI EDITORE pur mantenendo indipendenza e libertà nelle scelte editoriali. Nasce una nuova collaborazione con Cristina Lupoli Dalai che nel 2009 ne prende la direzione. Il campo della ricerca si allarga e viene pubblicato per la prima volta in Italia un manoscritto di Sofj’a Tolstaja, moglie di Leone Tolstoj e Margit Kafka.

<em>Lev Tolstoj e Sofja Tolstaja<em>

Diventano autrici della Tartaruga tre dei più grandi nomi della letteratura anglosassone: l’irlandese Jennifer Johnston, l’inglese Mary Wesley e  Margaret Forster (è del 2012 “Lo sguardo di Lily”). La ricerca di nuovi talenti si allarga alla ceca Petra Hůlová, Zoë Wicomb, una delle più significative voci sudafricane, Montse Banegas, scrittrice apprezzata dalla critica letteraria catalana ed Emma Henderson, finalista al prestigioso Orange Prize 2012 con “Grace lo dice forte”.

La Tartaruga mantiene però il suo ruolo nella ricerca di autrici italiane come Chiara Ingrao, Margherita Giacobino, Francesca Ramos, Roberta Torre, Emma Dante, Erica Arosio – grande successo con il suo “L’uomo sbagliato” – e Claudia Riva con “Lenti al contatto”.

Oltre 430 titoli in catalogo, 15 novità all’anno per una realtà che continua a distinguersi nel panorama editoriale italiano rafforzando la sua tradizionale vocazione di scopritrice di talenti femminili.


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Nicoletta

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