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Dalle lacche antiche alle lacche veneziane

Le prime lacche orientali giunsero in Europa già nel Seicento, ma fu solamente un secolo più tardi che ebbero una grande diffusione nel continente. Le lacche cinesi erano infatti degli articoli altamente richiesti dal mercato, ma spesso troppo costosi e difficili da reperire.

I mobili o gli oggetti a lacca, necessitavano infatti di lunghe tempistiche nella preparazione e di diversi artigiani; falegnami, pittori per le decorazioni e, spesso figure ancora differenti, coloro che stendevano le lacche, sostanze di origine vegetale che dovevano essere applicate in più strati, per aumentare la lucentezza dell’opera.

Esempio di lacca cinese
<strong><em>Esempio di lacca cinese<em><strong>

In Cina la realizzazione di questi articoli seguiva delle regole precise, con la derivazione delle lacche da resine di specifiche qualità arboree e con stesure di questa sostanza che, negli articoli più pregiati, arrivava fino a 200 o 300 strati.
Si può dunque ben comprendere la motivazione dei prezzi spesso esorbitanti delle lacche cinesi.

Si svilupparono così in tutto il vecchio continente delle manifatture che tentavano di imitare le lacche orientali, ognuna con proprie ricette e colorazioni differenti.

Tra i primi esperimenti vi sono quelli degli artigiani romani, favoriti negli scambi culturali con l’oriente per la folta presenza di gruppi di missionari gesuiti. Da questo epicentro, le sperimentazioni proseguirono nelle maggiori capitali europee, tra le quali si contraddistinse Parigi.
Nella città francese, infatti, si diffusero le vernis Martin, ideate dagli omonimi fratelli, a base di copale (resina vegetale subfossile) mescolato a una tinta base.

Pannello di un pianoforte Érard, Castello di Bizy, Vernon

In questo modo potevano essere utilizzate non solamente su superfici lisce ma anche su quelle bombate, tipiche dei mobili in stile Luigi XV, diffusi all’epoca.

Tra le città italiane, si contraddistinse Venezia nella produzione delle lacche.

Le lacche lagunari presentavano delle caratteristiche peculiari e ben riconoscibili, sviluppandosi anche nella forma della cosiddetta “lacca povera”, l’odierno découpage.

Sia nella forma classica che in quella povera, la lacca fu una tecnica che venne applicata a diversi articoli, dall’intero mobilio (commode, tavolini, specchiere), a oggetti di piccolo formato come scatolette o vassoi.
Fu largamente impiegata per l’effetto di pregio degli oggetti riccamente ornati con greche fogliacee e addirittura piccole scenette, rese luminose e brillanti dalla vernice soprastante.

Il protagonista del nostro Classic Monday è un cofanetto portagioie, prodotto nella città lagunare nel terzo quarto del XVIII secolo.

Le forme mosse e il coperchio bombato sono espressione del gusto europeo dell’epoca. Il fondo verde è tipico mobili veneziani, come dimostra l’arredo presente in Ca’ Rezzonico a Venezia, museo nel quale sono ancora oggi conservati vari esempi di lacche.

Lacche veneziane per il protagonista del nostro Classic Monday
<em><strong> Il protagonista del nostro <a href=httpshubdimanoinmanoitnotizie1categoryantiquariatoclassic monday>Classic Monday<a> in negozio a Cambiago<strong><em>

La superficie dipinta è completamente decorata: sugli spigoli sopra ai piedi ci sono delle riserve create da volute rosse, entro le quali ci sono fiori.
Sul piano, incorniciata da un intreccio di volute rosse, troviamo dipinta una scena con tre volatili poggiati su dei rametti fioriti. I soggetti dipinti sulle lacche, come in questo caso, sono spesso una fusione tra il gusto orientale e il gusto più tipico del rococò, entrambi caratterizzati dall’asimmetria, leggerezza e spazialità prospettica.

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Valentina

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