La parola di oggi è: intarsio. Ti spiegheremo cos’è e quali sono le opere più famose. Infine, una curiosità sull’intarsio, come di consueto.
Cos’è l’intarsio?
L’intarsio è un lavoro ornamentale di legni e altri materiali su una superficie di legno. Tipicamente i materiali usati hanno un colore che dà all’occhio come ad esempio le pietre dure, l’avorio e l’osso.
La storia dell’intarsio
L’intarsio su legno è detto anche rimesso e deriva da quello su marmo. Fino alla metà del XV secolo questa lavorazione fu caratterizzata da disegni lineari e geometrici. Venivano usati listelli di avorio o di osso per decorazioni piuttosto semplici. L’intarsio in questo caso veniva chiamato “intarsio alla certosina”.
Con il passare del tempo si iniziarono a sperimentare motivi decorativi sempre più complessi come: prospettive architettoniche, gruppi di anfore, stemmi, strumenti musicali, astronomici e di precisione e molto altro.
Le opere più famose
Il periodo più florido per gli intarsi è tra il 1450 e il 1550. In questo secolo sono stati creati dei veri e propri capolavori.
Il metodo prospettico ebbe un grande successo a Firenze e proprio per questo cambiò il repertorio decorativo dell’intarsio. Si orientò su solidi geometrici e vedute prospettiche. Antonio Manetti e Agnolo di Lazzaro fecero il rivestimento a intarsio delle pareti laterali della Sagrestia delle Messe in Santa Maria del Fiore, completato nel 1445 dopo quasi dieci anni di lavoro. Successivamente Benedetto e Giuliano da Maiano lavorarono sugli armadi della sacrestia con Scene della vita di Cristo e Profeti su disegno di Baldovinetti e Finiguerra.
Era la classe più elevata a rivolgersi ai maestri della prospettiva. Ecco che si capisce il motivo per cui il maggior campo di applicazione dell’intarsio era rappresentato dagli stalli dei cori e dagli studioli. Questi, infatti, erano simboli di un’ideale separatezza riflessiva in cui i soggetti rappresentati dell’intarsio erano adatti a incontrare i gusti dei colti committenti. Lo studiolo che si ricorda di più tra tutti è quello di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino. Le tarsie di questo vennero realizzati da Baccio Pontelli tra il 1474 e il 1476. Si ipotizza che i disegni da cui fu tratto l’intarsio possano essere di Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante.
Con il passare degli anni il repertorio di questa lavorazione ornamentale diventò sempre più elaborato. Tra il 1491 e il 1499 Fra Sebastiano e il suo allievo Fra Giovanni da Verona eseguirono il coro di Santa Maria in Organo a Verona dove le tarsie abbandonano il classico repertorio geometrico per diventare più intricate. Nei 27 stalli superiori gli schienali dei seggi sono decorati nella parte inferiore con motivi a grottesche (a questa parola abbiamo già dedicato una pagina del nostro dizionario di antiquariato, la trovi qui). Nella parte superiore, invece, troviamo degli intarsi che rappresentano una serie di archi che inquadrano figure di santi o vedute prospettiche ideali.
L’evoluzione dell’intarsio
L’intarsio subì una grande evoluzione tecnica. Le raffigurazioni divennero sempre più complesse e raffinate così come le tecniche di lavorazione.
I colori dell’intarsio cambiavano a seconda dell’essenza, del taglio e delle venature del legno. Questi fattori, infatti, facevano variare la rifrazione della luce sulla superficie. Per ottenere i colori più chiari si bollivano i pezzi mentre per i toni più scuri si usava un ferro rovente.
La tecnica dell’intarsio, quindi, è molto complicata ma si possono ottenere dei grandi lavori. Solo i più abili erano in grado di fare queste lavorazioni così difficili.
Un esempio
I maestri avevano molta libertà di creare il motivo decorativo che più gli piaceva. Per questo motivo ogni intarsio è unico nel suo genere. Nella nostra galleria di antiquariato se ne possono trovare moltissimi ma oggi abbiamo deciso di mostrarvi una piccola comoda da camera.
È sorretta da quattro gambe mosse; il piano superiore è sagomato e apribile. La superficie esterna è impiallacciata in palissandro con intarsi in giallo angioino a motivi fitomorfi intrecciati tra loro a formare riserve. Questo motivo decorativo trova riscontro in altri mobili tipici della produzione romana tardo barocca.
Curiosità sull’intarsio
Il termine intarsio è comunemente esteso anche all’inserzione ornamentale di diverse pietre su marmo. Come ben saprete, però, questa lavorazione è chiamata commesso. Se vi siete persi la pagina del nostro dizionario dell’antiquariato dedicata al commesso clicca qui!
Per scoprire moltissimi altri pezzi di antiquariato decorati con la tecnica dell’intarsio ti aspettiamo nei nostri negozi e su appuntamento per fare un giro dei nostri magazzini.