KlamottenVintage

Klamotten, una vita di seconda mano – 7° puntata

Klamotten è un diario che racconta una vita vissuta a vestire secondhand e vintage.
Dapprima per necessità, poi per scelta consapevole.
Qui la settima puntata!

E finalmente arriva… Di Mano in Mano!

Siamo entrat* nel terzo millennio.
Siamo sopravvisut* a Genova, alle Torri Gemelle, e abbiamo persino assistito a un aeroplanino che si schiantava sul Pirellone… Ma siamo ancora qui!

Dopo anni di soddisfazioni, divertimento, orgoglio e grande spirito collaborativo, nel teatro dove lavoro inizia a tirare una brutta aria (politiche aziendalistiche che prevalgono sulla creatività, incoraggiamento alla competizione, introduzione di personaggi sgradevoli nei posti di comando, cose così…).

Ci si inizia a guardare in giro, e non appena si sente che stanno cercando una persona per il nuovo negozio Di Mano in Mano di Viale Espinasse, una volta lasciata per questione di spazi l’amata Villapizzone, ci si presenta di corsa al colloquio.

E in quattro e quattr’otto si abbandona il teatro per lavorare part-time nel fantastico mondo del 2nd hand!

Mi ritrovo a fare, da principio, una sostituzione maternità, per cui “eredito” oneri e onori della ragazza che sostituirò, lavorando alla mattina a prezzare e sistemare l’oggettistica e i libri del negozio, al pomeriggio e al sabato come venditrice in cassa.

All’epoca il “reparto vestiti” consisteva in n. 1 stender con un misto di abiti usati e Vintage, e n. 1 scaffalino con alcuni capi baby e qualche paio di scarpe. Fine.

Ho iniziato a insistere perché il reparto si allargasse, e ho cominciato a richiedere materiale al magazzino di Cambiago, a prezzarlo e ad ordinarlo in modo di offrire almeno un minimo di assortimento.

E così, poco per volta, gli stender si sono moltiplicati, e si è iniziato ad avere un mini scomparto per donna-uomo-baby, nonché un assaggio di capi e accessori Vintage.

Questa nuova sezione ha accolto il gradimento della clientela, e si è arrivati poco per volta ad avere un “reparto vestiti” degno di questo nome.

Un po’ per lanciarlo, un po’ per provare a promuovere significativamente il settore, avendo ricevuto un interessante lotto di capi Napapijri provenienti da sfilata, ci siamo inventate “Vestiaria”. Che nella sua prima edizione ci ha visto stampare (o fotocopiare, più probabilmente) un centinaio di cartoline, esporre 5 stender di abbigliamento estivo 2nd hand, un altro paio con i capi praticamente nuovi Napapijri, ed organizzare un mini-evento di 2 giorni di grande soddisfazione e successo.

E così tradizione volle che ogni estate dedicassimo un week-end all’abbigliamento, consacrando Vestiaria ad appuntamento fisso della Di Mano in Mano.

Ma 3 giorni non ci bastavano più, a fronte di un’esposizione sempre più ricca e vasta, per cui cominciammo a proporre Vestiaria per 10 giorni, e poi a lanciarne anche una versione invernale, e poi a pensare anche alle mezze stagioni estendendo l’iniziativa anche al negozio di Cambiago…

E poi, e poi… Iniziammo a sentire la necessità di ingrandire il reparto, per cui costruìmmo un soppalco sia a Milano sia a Cambiago per avere a disposizione 2 “negozietti” interamente dedicati all’abbigliamento, che rifornivamo con sempre maggiore qualità ed assortimento.

È a questo punto, avendo a disposizione un ampio spazio (se pur inizialmente condiviso anche col reparto libri) che cominciammo ad esporre i vestiti non più secondo una suddivisone per genere ma per colore, offrendo un colpo d’occhio sicuramente più gradevole (idea copiata – come anticipato nella puntata precedente – dal megastore di Humana a Berlino).

Nel frattempo, oltre a dare nuova vita, a fronte di una selezione sempre esigente ed accuratissima, ai capi provenienti dagli appartamenti che sgomberavamo così come a quelli che ci portavano direttamente in negozio, avevamo iniziato a fare dei grossi acquisti di abbigliamento in stock.

Iniziammo con l’usato di altissima qualità di una grossista della ricca Parma, ampliammo le nostre offerte invernali con un lotto 2nd proveniente da Napoli, continuammo con grossi acquisti provenienti da fallimenti o da aste e con piccoli rifornimenti presso negozietti, fino alle grandi offerte degli ultimi anni della merce invenduta dai canali online.

Klamotten Una vita di Seconda Mano

Ovviamente senza dimenticare il vintage, che prendeva sempre più piede nel mondo della moda, e che noi riuscivamo ancora a procurarci con regolarità grazie agli interventi di sgombero nella case private.

E che, dall’angolino riservato a pochi appassionati, si è trasformato in uno dei più belli, colorati, frequentati reparti dei nostri negozi, ricercato da fashion-victims in cerca di unicità, da personaggi estrosi annoiati dalla moda usa e getta, da eccentrici spiriti artistici e da nostalgici della moda che fu, da signore chi-chic interessate alla qualità degli accessori firmati di un tempo e dalle ragazzine che adorano la fusion, in cucina, in musica, e anche nel loro look.

E io? Per quel che può interessare, oltre a non mettere più piede nei negozi di abbigliamento, se non per ragioni professionali (eh sì, si chiama spionaggio industriale!), non vado nemmeno più a sfrucugliare nelle bancarelle dell’usato.

Di Mano in Mano rifornisce abbondantemente in tutto e per tutto me e la mia famiglia (per vestiti, scarpe, biancheria, ma anche mobili e casalinghi, a dir la verità).

Basta aspettare, e riesco a trovare tutto quello di cui ho bisogno… e anche tanto di più!

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Ceci
Mi trovate nel reparto Vintage del negozio di Milano. #reuse #reduce #recycle
Ceci
Mi trovate nel reparto Vintage del negozio di Milano. #reuse #reduce #recycle

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