La Porcellana: le manifatture (seconda parte)
Dopo aver visto l’origine della porcellana, passiamo in rassegna le più importanti manifatture europee e i marchi per riconoscerle. Prima fra tutte la Manifattura di Meissen.
I primi oggetti realizzati erano teiere, tazze e busti, le forme erano desunte dagli argenti contemporanei. In seguito si affermò il gusto delle cineserie; a questo periodo appartengono alcuni tra i pezzi più belli della manifattura tedesca.
Finita questa moda iniziò una produzione in stile “europeo” ispirata alla pittura di paesaggio e di genere. I soggetti erano svariati: scene galanti, animali, lavori e mestieri, personaggi della commedia dell’arte e così via.
I primi pezzi eseguiti avevano come marchio impresse due piccole spade incrociate. Il periodo successivo porta le iniziali del re AR intrecciate e a volte la siglia KPM, altre volte KPF. La sigla iniziale, le due spade incrociate, si confermerà (con piccole varianti) quella definitiva.
La manifattura di Vienna nasce pochi anni dopo, grazie a due transfughi di Meissen.
La produzione era originale ed era caratterizzata da forme orientaleggianti mescolate a motivi dal gusto tardo barocco. In seguito si impone il “motivo a ghirlanda e a nastro”, tipico della manifattura austriaca. La produzione aveva costi elevatissimi ed un mercato molto ridotto, nel 1864 la manifattura chiuse definitivamente i battenti.
I primi pezzi viennesi non sono marchiati; quando la manifattura passò allo stato, il marchio scelto fu uno scudo tagliato a metà da due linee orizzontali. Dal 1784 i pezzi portano impresso nella pasta il numero di serie e l’anno.
I due arcanisti traditori di Meissen voltarono le spalle a Vienna ben presto, scappando a Venezia e portando con sé i loro segreti.
La manifattura di Venezia ebbe vita brevissima. Non aveva ricchi sovvenzionatori: Vezzi, il fondatore, era un orafo affascinato dalla porcellana ma non aveva i mezzi per sostenere spese così ingenti. Inoltre, importava abusivamente il caolino dalle cave di Meissen, la cosa fu scoperta e interrotta immediatamente. I pezzi prodotti da Vezzi sono marchiati con la parola Venezia, a volte sono Ven.
Nel 1735 nasce a Doccia una manifattura eccezionale: quella del marchese Carlo Ginori.
La produzione rimase in mano agli eredi del marchese per generazioni, adeguandosi sempre alla moda e allo stile del periodo. A causa di dissidi famigliari ed alla necessità di ammodernare la produzione, la ditta fu ceduta all’industriale milanese Giulio Richard. Da qui nacque la celeberrima Società ceramica Richard-Ginori, che ha prodotto dei pezzi indimenticabili ed ha saputo rendere moderno un materiale dal sapore antico, sfruttando collaborazioni con designer di prim’ordine; tra i più importanti si ricorda la collaborazione con Gio Ponti come unico direttore artistico creativo nel decennio 1923-1933
Le prime porcellane di Doccia sono firmate dai decoratori ma non siglati, più tardi compare un asterisco rosso (oro per i pezzi migliori). Successivamente nell’ottocento l’asterisco è sostituito dal nome della manifattura. Quando diventò Richard-Ginori i marchi furono svariati, il più celebre porta il nome completo con sopra una sorta di coroncina.
La manifattura Capodimonte viene fondata da Carlo VII nel 1743.
La sua fama è legata soprattutto ai figuranti della commedia dell’arte, ai servizi decorati a fiorellini, a scene mitologiche o esotiche, ma soprattutto al salottino di porcellana di Portici (poi trasferito nella reggia di Capodimonte).
La falsificazione dei prodotti di Capodimonte è stata e continua ad essere molto intensa. La marca è costituita dal giglio borbonico stilizzato in viola o in azzurro.
Dopo il 1771 nelle porcellane Capodimonte inizia ad apparire il marchio con una N e una corona stilizzata. Questo segno distintivo indica i prodotti realizzati nella seconda fabbrica di Capodimonte, fondata a Napoli dal figlio di re Carlo VII, Ferdinando.
E ultima, ma non di certo per importanza, citiamo la manifattura di Vincennes – Sèvres.
Si distinse fin dall’inizio per per l’eleganza e la bellezza delle forme, ispirate alle scene arcadiche di Watteau, di Boucher e di Fragonard. Le piccole sculture sono spesso in biscuit (ossia porcellana senza la copertura lucida finale) e hanno come soggetti scene amorose, giochi di bambini, e soprattutto scene mitologiche.
I marchi del primo periodo della manifattura sono due L incrociate in azzurro, nel triangolo creato dalle “L”, dal 1753 fu posta una lettera dell’alfabeto partendo dalla A, in sequenza, a rappresentare ogni anno. In seguito i marchi furono molti, più comunemente il nome intero della manifattura.
La porcellana, una ceramica che ha avuto una grande evoluzione nel corso del tempo soprattutto in Europa; utilizzata e prodotta ancora oggi come materiale di incredibile bellezza per arredare casa.