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L’intaglio ligneo nella Venezia del XIX secolo

Classic Monday 29

Il nostro Classic Monday di oggi vede come protagonista uno scenografico gueridon intagliato, risalente alla fine del XIX secolo.

Se non è insolito trovare tavolini portavaso dalle forme plastiche, il nostro si caratterizza per l’attenzione alla resa scultorea e per l’iconografia curiosamente fantasiosa.
Su una base poggia uno struzzo cavalcato da due putti; di fianco a esso un alto fusto vegetale termina in una larga foglia che funge da pianetto.

gueridon intagliato

Grande attenzione è dedicata dall’artista alla rappresentazione verosimile dei diversi materiali.

Il legno di cirmolo è stato sapientemente lavorato e intagliato per emulare ora le piume del volatile, ora le morbide carni dei putti, ora il fibroso fusto vegetale. Lo struzzo stesso è intagliato facendo attenzione alle anatomie, sintomo che l’artista doveva aver visto dal vivo l’animale o che almeno aveva potuto disporre di disegni tratti dal vero.

gueridon intagliato

La nostra scultura trae ispirazione dalla produzione veneziana diffusasi nella seconda metà del XIX secolo nella città lagunare.

L’intaglio ligneo scultoreo, molto diffuso nella realizzazione dei basamenti di tavolini e pianetti reggivaso era infatti qui molto radicata, fin dal XVII secolo.
Chiaramente derivazione dal barocco romano portato nella città lagunare attraverso la mediazione del genovese Filippo Parodi. A Venezia questo gusto aveva trovato ampio riscontro e un grande rappresentante nel celebre ebanista Andrea Brustolon.

Andrea Brustolon Portavasi a Ca' Rezzonico
<a rel=noreferrer noopener href=httpsitwikipediaorgwikiAndrea Brustolon target= blank><strong><em>Andrea Brustolon Portavasi a Ca Rezzonico via Wikipedia<em><strong><a>


Questa tipologia di opere era spesso caratterizzata da personaggi e animali esotici, alla ricerca dell’originale e dello stravagante, come è comprensibile per una città di mare, da sempre abituata a commerciare con le terre e le culture più lontane.

Tale tradizione si mantenne dunque anche nei secoli successivi e nell’Ottocento protagonista indiscusso fu Valentino Panciera, detto “Besarèl”, dal soprannome dato alla famiglia. Il suo catalogo vanta una vasta ed eterogenea produzione, nella quale compaiono gueridon dai quali il nostro trae ispirazione. Si ritrovano i mori cari alla tradizione di Brustolon, al quale Besarel fu certamente debitore, ma anche putti e animali.

Le opere di Besearel sono caratterizzate da un legno più duro rispetto al nostro cirmolo, più tenero e facile da lavorare, per questo spesso impiegato nell’intaglio.

Anche la resa dinamica è maggiore nell’arte di Besarel, dove le figure sembrano essere in perenne movimento.

Il nostro gueridon intagliato richiama dunque questa produzione, che divenne famosa e richiesta in tutte le più grandi corti europee della seconda metà dell’Ottocento. Vengono ripresi elementi ben noti all’iconografia prettamente occidentale, come i putti, ma al contempo viene soddisfatta la ricerca dell’esotico e dello stravagante, d’altronde ancora oggi più che apprezzata.

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Valentina

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