“PERCHE’ LE PAROLE SONO IMPORTANTI!!”(Nanni Moretti? No, Stephen King)
Tutto comincia in una classe di un liceo americano di provincia nel Maine, il Lisbon Falls High School, intorno alla metà degli anni sessanta: tra i ragazzi gira un breve romanzo i cui protagonisti sono proprio loro. La trama risente probabilmente del clima di rivolta giovanile che si respirava nell’aria in quegli anni: i ragazzi rubano ai genitori le armi di casa e si barricano dentro la scuola elementare. Subito scatta una sorta di assedio da parte della polizia locale, e in una escalation di tensione e di violenza, con l’intervento della Guardia Nazionale alla fine i ragazzi muoiono tutti. Un finale decisamente un po’ truce, ma che non ci stupisce più di tanto se pensiamo che l’autore era un giovanissimo Stephen King, che già da qualche anno si cimentava con brevi racconti ispirati agli amati film horror visti al drive-in della cittadina. Comunque i compagni di classe di Stephen erano entusiasti del racconto e nel 1966, prima di entrare al college, King riprende in mano la sua creazione, rielabora la trama e dopo un lungo lavoro di riscrittura nel 1971 le dà il titolo di una famosa canzone del gruppo dei T.Rex, “Bang a Gong (Get It On)”. Il lavoro resterà a lungo nel cassetto e verrà pubblicato solo nel 1977, sotto lo pseudonimo di Richard Bachmann, con il titolo “Rage”. Il libro precede di tre anni lo strepitoso successo di “Carrie”, primo romanzo pubblicato da King con il proprio nome (solo nel 1985 rivelerà la sua vera identità sotto la copertura di Richard Bachmann).
La trama è radicalmente diversa dalla versione originaria: sempre ambientato in un liceo, il romanzo ha per protagonista il problematico Charlie Decker; espulso dal preside, preleva dal suo armadietto una pistola, uccide due insegnanti e prende in ostaggio la sua classe. Al centro della narrazione il contorto rapporto tra Decker e i compagni, coinvolti in una sorta di psicodramma in cui il racconto delle segrete fatiche di ciascuno nei confronti delle figure di autorità fa scattare una reazione stile Sindrome di Stoccolma per cui i ragazzi sembrano schierarsi dalla parte dell’aggressore tanto da collaborare al massacro dell’unico che si rifiuta di colludere con gli altri. Evitiamo di spoilerare il finale.
Il 1 dicembre 1997 nella Heath High School di West Paducah in Kentucky un quattordicenne di nome Michael Carneal uccide a colpi di pistola tre ragazzi e ne ferisce sei: nel suo armadietto trovano una copia di Rage. Stephen King da qual giorno vieta la riedizione del romanzo, decisione che continua a confermare nonostante le pressioni di case editrici e fan.
Il tema dell’influenza della letteratura (o dei film: pensiamo alle polemiche seguite all’uscita di Arancia Meccanica o di Natural born killer) sulle persone psichicamente deboli è un argomento delicato e annoso: sicuramente non è colpa di Goethe l’epidemia di giovani suicidi dal panciotto giallo seguita all’enorme diffusione europea dei Dolori del giovane Werther. Ma devo dire che personalmente, quando ho scoperto questa storia legata al primo romanzo di King, ho provato una certa ammirazione per il coraggio e la fermezza della sua decisione: forse perché di questi tempi si fa così fatica a comprendere quanto male facciano le parole quando sono usate per veicolare negatività raccontando la realtà sotto una luce oscura (pensiamo alla potenza dei social soprattutto nel mondo degli adolescenti, o alle menzogne della politica a caccia di facili consensi), il fatto che uno scrittore così importante si senta responsabile di quanto ha scritto di fronte alle fragilità di alcuni dei suoi lettori mi sembra una cosa che fa riflettere.
Ed è proprio sottolineando questa sua peculiare storia che la libreria Dimanoinmano propone in vendita nel suo evento natalizio Librando una rara copia della terza edizione italiana del romanzo, edita da Bompiani nel 1993, dopo la prima di Sonzogno nel 1988 e la seconda di Bompiani nel 1991.