AntiquariatoClassic Monday

Uno scrittoio San Filippo dalle forme eleganti e ricercate

Il protagonista del nostro Classic Monday di oggi è un superbo scrittoio definito a “San Filippo”.

Questa tipologia nacque e si affermò tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, ed era richiesta soprattutto dalle committenze più alte. Si contraddistingue per le forme eleganti e ricercate, che sono in grado di coniugare raffinatezza e utilità.

Le caratteristiche gambe a lira, connesse da traverse e saette, intagliate a riccioli e volute che richiamano i motivi fitomorfi, denotano l’influenza del Barocco, qui adattato al gusto più tipicamente Lombardo, area di produzione del nostro scrittoio.

Scrittoio a San Filippo

L’elevata qualità del mobile è, però, riscontrabile soprattutto nella parte superiore, rifinita a giorno. La fascia sottopiano è movimentata da una ricercata gola, che sul fronte cela la calatoia apribile a ribalta. Una volta aperta questa e la parte anteriore del piano superiore, si ha accesso allo scarabattolo interno, dove il piano può essere usato come scrittoio.
Sul fondo e sui lati vi sono piccoli cassettini e un’antina centrale, rifiniti minuziosamente con cornicette sapientemente intagliate. Ma questa piccola cassettiera cela al suo interno anche un certo numero di segreti, piccoli scomparti e cassettini celati da quelli più esterni, assai diffusi anche in altre tipologie di mobili come le ribalte e, più tardi, i secrétaire. I segreti erano usati per nascondere gioielli e preziosi, oppure, ancora più di frequente, documenti riservati. Se era risaputo che mobili di questo tipo nascondevano questi segreti, è sempre interessante vedere come l’ebanista ne progettava l’apertura, in modo tale che fossero difficili da individuare e forzare.

Non solamente la tipologia rara del mobile e il richiamo delle forme barocche, ma anche la scelta dei materiali, dimostrano le doti dell’ebanista e della bottega che produssero questo scrittoio.

Nelle gambe e nella parte esterna il legno di noce impiegato è stato completamente ebanizzato, creando contrasto cromatico con il noce naturale del piano e dello scarabattolo. L’attenzione e la cura del dettaglio sono ravvisabili anche nell’intaglio delle cornici in noce e nei pomelli dei piccoli cassetti, tutti in bosso e dalla forma tornita.

Doveva dunque essere un mobile funzionale, per la lettura e, in particolare la scrittura di documenti e lettere. Le dimensioni contenute consentivano di tenerlo anche nelle camere da notte, dove i nobili e borghesi si dedicavano alla stesura dei propri affari privati. Nonostante la sua collocazione plausibile, almeno in origine, era in una stanza privata, venne comunque posta attenzione all’idea di ricchezza ed esclusività che questo particolare arredo poteva trasmettere.

Il nostro “San Filippo” doveva essere un arredo realizzato per una famiglia certamente facoltosa e aggiornata sulla moda del momento.

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Valentina

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