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DIPINTI ONLINE | GALLERIA D'ARTE ANTICA E CONTEMPORANEA | QUADRI ANTICHI

ARTE ANTICA | SPEDIZIONE GRATUITA


Nel nostro catalogo puoi trovare opere d’arte del XVI secolo fino ai giorni nostri. Nella nostra galleria d’arte online è presente un' importante e raffinata selezione di quadri antichi, arte contemporanea, dipinti antichi e sculture con cui potrai arricchire la tua casa. Scoprite la nostra curata selezione di opere che spaziano dall'arte antica all'arte contemporanea, un viaggio attraverso il tempo che offre un'ampia gamma di dipinti antichi, quadri antichi, e pezzi unici di arte antiquariato. Ogni opera nel nostro catalogo è stata attentamente selezionata per rappresentare il meglio dell'espressione artistica attraverso le epoche, garantendo agli amanti dell'arte e ai collezionisti la possibilità di trovare il pezzo perfetto che parli al cuore e all'anima.

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Arte Antica e Antiquariato: Tesori del Passato
 

Esplorate la nostra sezione dedicata all'arte antica e all'arte antiquariato, dove il fascino della storia si fonde con la bellezza estetica. Da dipinti antichi che raccontano storie di civiltà passate a quadri antichi che catturano momenti immortali, ogni pezzo è una finestra aperta su un mondo scomparso. Queste opere antiche non sono solo decorazioni, ma frammenti di storia che arricchiscono qualsiasi ambiente, portando con sé storie di epoche passate.
 

Arte Contemporanea: Espressioni del Presente

Per coloro che cercano qualcosa di attuale, la nostra collezione di arte contemporanea presenta opere di artisti emergenti e affermati. Queste creazioni spaziano da interpretazioni moderne di temi classici a esplorazioni audaci di concetti e materiali nuovi. L'arte contemporanea nel nostro catalogo è pensata per stimolare il pensiero e ispirare conversazioni, rendendola perfetta per ambienti moderni che abbracciano l'innovazione e lo stile.
 

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Che siate alla ricerca di un pezzo storico per completare la vostra collezione o di un'opera moderna per aggiungere un tocco di freschezza alla vostra casa, il nostro catalogo offre qualcosa per ogni gusto ed esigenza. Con filtri facili da usare e descrizioni dettagliate, trovare il vostro prossimo acquisto d'arte antica è semplice e piacevole. Ogni opera è accompagnata da informazioni sulla provenienza, l'epoca e l'artista, assicurando trasparenza e fiducia nell'acquisto.
 

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Dipinto Santa Caterina d'Alessandria
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Dipinto Santa Caterina d'Alessandria

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Dipinto Santa Caterina d'Alessandria

Olio su tela. L'identificazione della santa è data dalla presenza della grande ruota lignea, simbolo dello strumento del suo martirio. Solitamente la santa viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. Invece qui si ha una sua raffigurazione atipica, con i capelli sciolti, ricoperta solo da un grande manto rosso (colore del sangue, quindi della umanità mortale) che le cade dalle spalle e la costringe a coprirsi il seno con le mani; il suo sguardo è rivolto verso l'alto, ove si aprono i cieli e ne discende un angelo che con una mano impugna la palma del martirio, con l'altra le pone sul capo una corona di fiori, simbolo del suo matrimonio mistico con Cristo. E' quindi un rappresentazione che la vede nel momento del passaggio alla vita eterna, simile ad una Maddalena penitente e in adorazione mistica, che si offre a Cristo priva di ogni riconoscimento umano. Spiccano nel dipinto le scelte cromatiche, che su uno sfondo scuro e cupo fanno risaltare il rosso del cielo aperto e del manto, e il biancore degli incarnati, sia della donna che dell'angelo. La tela, già restaurata e ritelata, è presentata in una cornice lavorata di fine '800, con alcune mancanze.

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Grande Succo d'Erba XIX Secolo
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Grande Succo d'Erba XIX Secolo

Le Nove Muse

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Grande Succo d'Erba XIX Secolo

Le Nove Muse

Succo d'erba. In basso a destra compare la parola Euterp. L'enorme succo d'erba raffigura le nove Muse, divinità greche femminili, tutte sorelle, in quanto figlie di Zeus e di Mnemosine, e aventi come guida il dio Apollo. Esse rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, intesa come verità del "Tutto" ovvero l'«eterna magnificenza del divino». Inizialmente considerate in modo generico divinità del canto e delle danze gioconde, deputate a mettere in musica e versi storie quali l'origine del mondo, la nascita degli dei e degli uomini, le imprese di Zeus, e raffigurate spesso accompagnate da vari strumenti musicali, a partire dall'epoca ellenistica vennero loro associate tutte le espressioni canore e musicali comprese quelle tristi e funebri, ed altre arti quali il teatro, e a ciascuna di esse fu associato un genere d'arte specifico, in modo che potessero essere invocate singolarmente per esercitare la loro ispirazione e protezione. La parola "Euterp" rimanda al nome di una di esse, appunto Euterpe, musa della poesia lirica e della musica, tradizionalmente raffigurata con un flauto; ma il nome Euterpe etimologicamente significa "Colei che rallegra" che porta gioia, e si può pensare quindi la scelta di tale nome a titolare l'arazzo voglia rimandare alla più antica funzione delle Muse, quelle di portatrici di gioia attraverso l'arte. In questa presentazione, le muse compaiono mentre danzano, agghindate di veli e tralci fioriti; nelle loro mani o posati accanto, compaiono strumenti o altri oggetti simboli dell'arte che esse ispirano (le maschere teatrali sia tragica che comica, la tavolozza pittorica, vari strumenti musicali...). IL grande dipinto presenta segni di usura e macchie di umidità.

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Dipinto Allegoria dei Piaceri
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Dipinto Allegoria dei Piaceri

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Dipinto Allegoria dei Piaceri

Olio su tela. Scuola nord-europea del XVIII secolo. La scena allegorica presenta una donna discinta seduta sulle ginocchia di un uomo, presso un tavolo apparecchiato con una brocca, un calice, una tabacchiera ed un sigaro acceso. I due personaggi sono in atteggiamento di scherzosa complicità, intenti entrambi a fumare una lunga pipa. Lo sfondo propone un paesaggio frondoso. Le figure e gli oggetti rimandano ai piaceri materiali e carnali della vita, il fumo, il bere, la compagnia femminile; i personaggi rosei e pasciuti ricordano anche il piacere della buona tavola. Tali soggetti furono ricorrenti nella pittura fiamminga o più generalmente nordica, che li proponeva in chiave ironica e ammiccante. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Pannello a Ricamo con soggetto Naturalistico
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Pannello a Ricamo con soggetto Naturalistico

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Pannello a Ricamo con soggetto Naturalistico

Ricamo su tessuto in cotone. Giappone, periodo Meiji (1868 -1912). Il grande pannello in tessuto di cotone ricamato propone un soggetto naturalistico: sono raffigurate aquile e altri uccelli tra montagne stilizzate, e rami di pino e di glicine. Il ricamo è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Allegoria della Vita coniugale
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Dipinto Allegoria della Vita coniugale

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Dipinto Allegoria della Vita coniugale

Olio su tela. Si tratta di copia di dimensioni ridotte dell'omonima opera di Tiziano, realizzata nel 1532 ca. e oggi conservata al Museo del Louvre. In origine si pensava che l'opera ritrasse Alfonso d'Avalos, marchese di Vasto, che si accomiatava dalla moglie prima di andare a combattere i Turchi. Si tratta invece più probabilmente di un prototipo di allegoria matrimoniale che godette di ampio successo a Venezia. Gli sposi sono rappresentati nelle vesti di Marte (in armatura) e Venere , e sono accompagnati da Cupido, divinità protettrice dell'amore, che regge un fascio di frecce, da Vesta, dea del focolare domestico, coronata di mirto, simbolo di fedeltà coniugale, e da Imeneo, divinità degli sponsali che porge un cesto di frutta e fiori. La donna tiene una sfera di cristallo, come se volesse scrutare il futuro. Le espressioni malinconiche dei protagonisti sono state lette come un riferimento alla possibile morte o partenza di uno dei due coniugi. Il dipinto è presentato in cornice coeva.

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Dipinto Volto di Santo
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Dipinto Volto di Santo

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Dipinto Volto di Santo

Olio su tela. Il dipinto ritrae il volto di un santo, di età avanzata, che tiene in mano un giglio, simbolo di purezza, mentre legge un grosso libro, presumibilmente un testo sacro. Si tratta presumibilmente di una raffigurazione di San Giuseppe: se la tradizione lo vuole solitamente rappresentato con Gesù Bambino tra le braccia, a partire dal Rinascimento Giuseppe iniziò ad essere raffigurato anche assorto nella lettura di un libro, in veste di "filosofo", ovvero di un uomo che attingeva la sapienza di saper fare scelte giuste e sagge dalla lettura dei testi sacri. L'opera è presentata in cornice coeva.

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Gruppo di quattro Foto di Eva Barrett
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Gruppo di quattro Foto di Eva Barrett

Ritratti di Bambini 1930

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Gruppo di quattro Foto di Eva Barrett

Ritratti di Bambini 1930

Fotografie ritoccate a pastelli. Firmate in basso a destra. Al retro di tre di esse la data 11 novembre 1930. E' proposta una sequenza fotografica del ritratto di tre bambini, che cambiano leggermente la posa o l'espressione. Sono opera della fotografa britannica Eva Barrett che, dopo una prima esperienza come pittrice, decise di dedicarsi alla fotografia, pensando che "fosse meglio essere una fotografa di prim'ordine che una [pittrice] di seconda qualità". Trasferitasi a Roma nel 1913, stabilì qui il suo laboratorio. Pittorialista, con una macchina di piccole dimensioni, Eva Barrett creò un proprio metodo fotografico che ricordava gli schizzi dei disegni: applicava pochi leggerissimi tratti di matita riuscendo a realizzare immagini sottotono ma dai neri particolarmente densi, mantenendo così le caratteristiche della fotografia e del ritratto. In questo modo ebbe notevole successo e la sua carriera decollò. Eva Barrett fotografò la famiglia reale italiana, le mogli e i figli di ambasciatori stranieri, nonché ricevette numerose commissioni dai reali europei in Belgio, Svezia, Grecia. I quattro ritratti sono presentati in cornici in stile.

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Dipinto Tanzio da Varallo, bottega di
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Dipinto Tanzio da Varallo, bottega di

Martirio dei Francescani a Nagasaki

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Dipinto Tanzio da Varallo, bottega di

Martirio dei Francescani a Nagasaki

Olio su tela. L'opera è una copia fedele dell'omonimo capolavoro di Tanzio da Varallo (1580-82 /1633), realizzato dal pittore della Valsesia per il convento francescano di Santa Maria delle Grazie a Varallo, e attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera. Il dipinto raffigura il martirio avvenuto nel 1597 a Nagasaki di ventitrè frati francescani, che vennero successivamente beatificati nel 1627, data che permette di collocare l'opera negli ultimi anni di attività dell'artista. Tanzio da Varallo si ispirò probabilmente per la sua realizzazione al testo "Vita e imprese dei Martiri del Giappone" del francescano spagnolo Marcello di Ribadeneira; del dipinto di Brera si conoscono un disegno preparatorio parziale (conservato presso la Pinacoteca di Varallo), un disegno a sanguigna pubblicato da Testori (1964) e una tela (di una collezione privata di Borgosesia)) pubblicata da Ferro. La replica qui proposta è fedele all'originale, anche nelle dimensioni, inferiori solo per pochi centimetri in altezza, probabilmente persi durante le ritelatura dell'opera. Pur trattandosi di una copia di notevole qualità, ove in particolare spicca la ricchezza di lumeggiature che risaltano sulla tonalità più calda e scura degli incarnati, si nota rispetto all'originale una minor finezza esecutiva, una tendenza alla semplificazione e un'accentuazione patetica, che depongono per la mano di un copista preoccupato di riprodurre il modello in ogni dettaglio, senza concedersi alcuna licenza. Tale copista peraltro sembra avesse grande dimestichezza con lo stile di Tanzio, al punto da imitarne perfettamente anche le mani ad uncino. Si può quindi pensare ad un allievo di Tanzio o della sua bottega (che alla morte di Tanzio fu portata avanti dal fratello Melchiorre), o ad artista che vide e apprezzò le sue opere, quale fu per esempio Pietro Francesco Gianoli, che lavorò soprattutto nelle chiese della Valsesia e nel Novarese e di cui si conoscono altre repliche di opere di Tanzio da Varallo, quale il Davide con la testa di Golia. Poichè peraltro l' opera qui presentata, prima di essere acquisita da un collezionista privato, rimase collocata per secoli presso un convento francescano lombardo, è plausibile che essa sia una copia di quella di Tanzio commissionata dall' Ordine stesso, per un altro monastero, da un pittore che si avvicinava stilisticamente a Tanzio e poteva guardare all'originale. Il dipinto è stato ritelato e restaurato. E' presentato in cornice di fine '800- inizio '900.

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Dipinto Cristo e l'Adultera
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Dipinto Cristo e l'Adultera

Scuola fiamminga XVI Secolo

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Dipinto Cristo e l'Adultera

Scuola fiamminga XVI Secolo

Olio su tavola. Scuola fiamminga del XVI secolo. L'opera riporta alla base una targhetta attributiva a Lambert Van Noort (1520 -1571), giustificata dalla vicinanza ai suoi modi pittorici che si riscontra nei volti di Gesù e della Maddalena, ma non confermabile per le altre parti del dipinto. L' opera racconta l'episodio del Vangelo di Giovanni in cui gli scribi e i farisei portarono da Gesù una donna accusata di adulterio, per mettere alla prova la sua osservanza della legge di Mosè, che prevedeva la lapidazione. Ma Gesù, chinatosi a terra, si mise a scrivere con il dito nella polvere, poi sollecitato, pronunciò le parole "Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra" , salvando la donna e successivamente perdonandola. La grande scena è gremita da un folto e serrato gruppo di personaggi. Gesù al centro, è l'unica figura china per terra, estraniato dal resto del gruppo e fisso nel suo gesto di scrivere con un dito; in piedi dietro di lui, con un preciso allineamento verticale del suo viso con quello del Cristo, vi è la donna accusata, che si copre il corpo con il mantello osservando il gesto di Crsito, mentre attende la sentenza; tutto intorno gli scribi, i farisei, alcuni soldati, che invece parlano animatamente tra loro, si agitano, si confrontano indicando ciò che Gesù sta facendo. Il soggetto fu ampiamente rappresentato nella pittura fiamminga, con modalità interpretative differenti. Se in questo dipinto la scuola fiamminga si percepisce bene nei volti dai tratti duri e nei corpi piuttosto rigidi nei movimenti degli scribi e dei farisei, così come nella rappresentazione dell'edificio di sfondo e nella meticolosa raffigurazione dei calzari in primo piano destra, le due figure di Gesù e della donna risentono invece dell' influenza italiana, che addolcì i tratti dei visi, diede ai movimenti del corpo una maggior compostezza e leggiadria, e con l'aiuto di un colore più luminoso li fece risaltare in mezzo alle altre figure. La tavola del dipinto è stata sottoposta a restauro e parchettata nella prima metà del '900. Il dipinto è presentato in cornice antica adattata.

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Dipinto Ritratto maschile 1833
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Dipinto Ritratto maschile 1833

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Dipinto Ritratto maschile 1833

Olio su tela. Scuola francese. In basso a sinistra sono presenti la firma e la data scritte al contrario; la firma è leggibile come H. Faillade. In basso a destra è presente invece la scritta latina "Quando ex exilio redibit!!!" (Quando tornerà dall'esilio!). Tale scritta sottolinea il legame dell'uomo ritratto con il giovane generale raffigurato nel quadretto che egli tiene in mano, probabilmente suo parente e legato alla monarchia di Carlo, ultimo sovrano della dinastia Borbone-Francia, monarca assolutista ed antiliberale, rovesciato dal trono e fuggito in esilio nel 1830 durante la Rivoluzione di Luglio, detta la Seconda rivoluzione francese. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto con Soggetto Storico
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Dipinto con Soggetto Storico

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Dipinto con Soggetto Storico

Olio su tela. La scena si svolge presso un accampamento militare: fuori da una tenda sulla sinistra un condottiero di un esercito, probabilmente greco, sta ricevendo le offerte di un gruppo di uomini, poveri e laceri, che si prostrano davanti al nuovo padrone; il primo porge dei pani, un altro sta tirando fuori qualcosa da un sacco, il terzo mostra le piaghe del corpo per invocare pietà; alle loro spalle si stanno avvicinando altre figure di questuanti, che formano una fila sparpagliata sul sentiero sfumante in lontananza sulla destra. Sullo sfondo a sinistra ferve la vita nell'accampamento militare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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Dipinto di Henry Clifford Warren
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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

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Dipinto di Henry Clifford Warren

Paesaggio fluviale con Figure 1878

Acquarello e matita su carta. Firmato e datato in basso a sinistra. Del pittore inglese Henry Clifford Warren si conoscono diversi scorci paesaggistici della campagna inglese, realizzati prevalentemente ad acquarello. Qui è proposta la veduta di una campagna boschiva attraversata da un ampio fiume, con un pastore che conduce le sue mucche al pascolo sulla collina in primo piano. Presentato in cornice.

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Dipinto di Alfio Paolo Graziani
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Dipinto di Alfio Paolo Graziani

Natura morta con Cacciagione

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Dipinto di Alfio Paolo Graziani

Natura morta con Cacciagione

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Al retro cartiglio di galleria d'are con i dati dell'opera. Alfio Paolo Graziani scelse la fedele trasposizione sulle sue tele della realtà, realizzando composizioni quasi iperrealiste per la precisione nel riprodurre i vari materiali e superfici, oltre che gli effetti della luce incidente su di essi. Soprannominato "Principe dei fiori" per la abbondante produzione di composizioni floreali, realizzò anche paesaggi, ritratti e nature morte, quale l'opera qui presentata, che presenta l'angolo di un cacciatore, dove alle prede cacciate si aggiungono, sparsi disordinatamente su un piano d'appoggio, i resti della battuta di caccia ( il fucile, il corno, alcuni bossoli, i resti di alcune provvigioni). L'opera è presentata in cornice coeva.

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Dipinto Composizione floreale
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Dipinto Composizione floreale

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Dipinto Composizione floreale

Olio su tela. Composizione di fiori misti con grappoli d'uva, allestita in esterno, a ridosso di una macchia d'alberi. Dominano i colori terrosi, anche nelle cromie dei fiori e dei frutti, con un'atmosfera rosata di sfondo. IL dipinto è presentato in cornice coeva.

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Dipinto di Udo Toniato
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Dipinto di Udo Toniato

Prima di Cena 1970

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Dipinto di Udo Toniato

Prima di Cena 1970

Olio su faesite. Firma, data e titolo in alto a destra. Udo Toniato, pittore naïf, è noto per le sue opere che raccontano la sua terra d'origine, la Bassa del Po, con i suoi personaggi. Qui raffigura tre pretini che, armati di ombrello per ripararsi dal sole della Bassa, si dirigono verso la cappella votiva sulla strada di campagna, osservati da una divertita capretta, per le ultime preghiere della giornata. L'opera è presentata in cornice.

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Disegno di Claudio Bravo Camus
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Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

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Disegno di Claudio Bravo Camus

Chiquito Futbolista de Tanger 1982

Sanguigna su carta. Firmato e datato in cifre romane in basso a destra. In alto a destra il titolo. Claudio Bravo Camus è stato un pittore cileno affermatosi soprattutto per le composizioni (in particolare i pacchi) e i ritratti iperrealistici, tra cui quelli di eminenti personaggi politici. Considerato a tutta ragione uno dei più grandi maestri dell'iperrealismo, Claudio Bravo ha rincorso nella pittura la fotografia, ma partendo sempre dall'osservazione diretta degli oggetti stessi: "Gli occhi vedono molto più della fotocamera: mezzi toni, ombre, cambiamenti minuti di colore e luci", ha dichiarato. Il ritratto qui presentato, quello di un noto giocatore di calcio marocchino, emana un realismo minuzioso e mimetico, in particolare nello guardo dell'uomo; è stato realizzato negli anni in cui l'artista visse a Tangeri, ove si era rifugiato per sfuggire alla dittatura franchista. E' presentato in cornice.

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Dipinto Paesaggio con Architettura
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Dipinto Paesaggio con Architettura

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Dipinto Paesaggio con Architettura

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVIII secolo. Secondo il gusto del XVIII secolo, il paesaggio proposto è dominato dai resti di un antico tempio, vestigia delle glorie passate. All'intorno una campagna con un corso d'acqua, ma sfumante in lontananza verso le cime azzurrate di una catena montuosa. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto con Scena di Battaglia
ARARPI0234364
Dipinto con Scena di Battaglia

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Dipinto con Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola dell'Italia settentrionale del XVII-XVIII secolo. La scena propone lo scontro tra cavalieri fuori delle mura di una città assediata, con il fumo delle armi da fuoco che invade il cielo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica adattata. La scena propone lo scontro tra cavalieri fuori delle mura di una città assediata, con il fumo delle armi da fuoco che invade il cielo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica adattata.

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Dipinto con Scena di Genere
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Dipinto con Scena di Genere

L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

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L'Annuncio della Sconfitta a Waterloo

Olio su tela. Scuola francese del XIX secolo. La scena, ambientata nella povera camera da di un anziano veterano di guerra, che piange nel suo letto, vede i familiari comunicargli la triste notizia della sconfitta di Waterloo, come si deduce dal foglio di giornale tra le mani della donna, su cui spicca il nome della storica località ove fu sconfitto definitivamente Napoleone Bonaparte. La tela presenta segni di restauri precedenti, in particolare è ben visibile il rattoppo in corrispondenza della figura femminile. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Il ritrovamento di Mosè
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Dipinto Il ritrovamento di Mosè

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Olio su tela. Scuola spagnola della fine XVIII secolo. Si racconta l 'episodio biblico narrato nel libro dell'Esodo in cui il piccolo Mosè, per sfuggire alla strage dei figli di Israele ordinata dal Faraone, viene lasciato dalla madre in una cesta sulle rive del Nilo, dove andava la figlia del Faraone a bagnarsi. Essa, trovatolo, decise di salvarlo e lo crebbe poi come un figlio alla sua corte. L' episodio è stato ampiamente utilizzato come soggetto pittorico, per la suggestione del tema: la scena ricca di personaggi vede al centro la principessa figlia del Faraone d'Egitto, circondata da tutto il suo seguito, che guarda e accoglie con il gesto della mano tesa il piccolo Mosè, che tolot dalla cesta alla sinistra, si protende affamato verso il seno della donna alle sue spalle, la balia pronta ad allattarlo. La scena è collocata in un paesaggio nordico e contemporaneo al dipinto, così come le figure vestono abiti del XVIII secolo, tranne la principessa che sfoggia un copricapo con diadema di gusto orientale. La sua figura spicca spicca per il colore luminoso dell'abito, così come spicca l'incarnato roseo del bimbo nudo, che si impone sui colori più spenti e scuri delle donne del seguito. Il dipinto è stato restaurato e ritelato.

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