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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE - pagina 11

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Dipinto con Scena di Concertino domestico
ARAROT0216078

Dipinto con Scena di Concertino domestico

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Dipinto con Scena di Concertino domestico

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. All'interno di una cucina rurale, una famiglia di contadini si concede un momento di festa: il padre suona il mandolino, ascoltato dalla bimba che accenna a voler ballare, assistita dalla mamma, e dalle altre donne della casa, sorridenti mentre svolgono le loro mansioni domestiche. La produzione del pittore napoletano Giuseppe Giardiello guardò sempre al folklore della vita rurale e contadina partenopea, dipingendo, con toni intimistici e delicati, sia scene di vita domestica che scorci paesaggistici animati da figure. L'opera è presentata in cornice coeva.

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Dipinto di Giovanni Sottocornola
ARAROT0214056

Dipinto di Giovanni Sottocornola

Interno di Stalla

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Dipinto di Giovanni Sottocornola

Interno di Stalla

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. L'opera è stata precedentemente acquisita all'asta Sotheby's di Milano del 10/12/2007. E' stata esposta nel 1991 nella mostra "Giovanni Sottocornola. Immagini da una collezione" tenuta a Milano presso la Galleria Silbernagl. Dopo una prima fase pittorica dedicata ai ritratti e alle nature morte, Giovanni Sottocornola si avvicinò negli anni Ottanta del XIX secolo ai temi sociali, che stavano diventando i soggetti prediletti dai giovani pittori lombardi attenti agli aspetti più miseri della società, legati all'adozione di tecniche artistiche originali. Il Sottocornola abbracciò la pratica della pittura divisionista, della quale scrisse nel 1895 "Per ora è certo, sono convinto non esservi altra pittura più atta a rendere certe sensazioni che questa". Tale tipo di pittura rimase peraltro nell'artista tutta incentrata sulla luce, sulle sue incerte vibrazioni tonali, come accade nell'Interno di stalla, realizzato verso il finire degli anni Ottanta, ove sono i giochi di luci ed ombre a giocare e creare gli effetti visivi nelle pennellate di colore giocate su poche gamme cromatiche, quelle dei bruni, espresse in un'ampia molteplicità di tonalità. L'opea è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Cesare Maggi
ARARNO0211596

Dipinto di Cesare Maggi

Paesaggio con Scorcio Fluviale 1906

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Dipinto di Cesare Maggi

Paesaggio con Scorcio Fluviale 1906

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. L'artista di origine romana Cesare Maggi si affermò come paesaggista di stampo divisionista, ritraendo paesaggi alpini engadinesi e valdostani, spesso vivacizzati dall'inserimento di figure e animali. Diventato amico del pittore Giacomo Grosso a Torino nel 1901, si orientò poi con successo verso il genere del ritratto, accantonando la tecnica divisionista. Pur prediligendo ancora le vedute d'alta montagna, ampliò i propri soggetti impegnandosi anche nelle marine e nelle nature morte. In quest'opera, ancora del primo periodo, il Maggi ritrae uno scorcio di campagna attraversata da un calmo fiume, costeggiato da filari d'alberi spogli e da piccoli rilievi erbosi, dietro cui si affacciano i casolari: già non più legata alle dalle tecniche divisioniste, l'opera è caratterizzata piuttosto da impasti di colore densi e opachi, in cui si vanno a sovrapporre la terra, l'acqua i casolari in un continuum rotto solo dalla fascia del cielo sovrastante. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo
ARARPI0210824

Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo

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Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo

Olio su rame. Scuola fiamminga del XVII secolo. Il dipinto, attribuito da tradizione orale a Frans Francken il giovane (1581 -1642), raffigura una guarigione miracolosa compiuta da Gesù: mentre va con i suoi discepoli, Egli incontra sulla sua strada un uomo malato, probabilmente di lebbra, malattia che comportava l'isolamento e il bando dalla città; l'uomo invoca il Cristo che compie il miracolo e lo guarisce. Il dipinto colloca l' evento sul margine sinistro della scena, in primo piano, ove le figure vestite secondo la foggia propria dei tempi del Cristo, spiccano per i colori vivaci; peraltro il paesaggio che riempie tutto il resto della scena è decisamente nordico, con un fiume pieno d'acqua che scorre in una campagna ricca di vegetazione, e una città sullo sfondo sotto cime montuose. La descrizione pittorica della vegetazione è minuziosa e precisa, ricca e ben definita nei particolari: il tronco spezzato in primo piano, le fronde del grande albero alle spalle dei personaggi, gli uccellini che volano alti nel cielo, i fiorellini sulla riva, le sfumature dell'acqua in cui si specchiano le piante e le nuvole, sono dipinti con una raffinatezza pittorica propria della pittura fiamminga, vicina per stile a quella del grande artista di Anversa. Il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto di Paesaggio con Scena Pastorale
ARARPI0207620

Dipinto di Paesaggio con Scena Pastorale

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Dipinto di Paesaggio con Scena Pastorale

Olio su tela. Di sapore bucolico e sereno, la scena ambientata nella campagna al limitare del borgo che si intravvede sulla sinistra, vede una donna e il figlio che, in prossimità di un corso d'acqua, attendono con il cesto del pranzo il pastore con il suo gregge. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica.

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Adorazione del Bambin Gesù
ARARPI0132216

Adorazione del Bambin Gesù

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Adorazione del Bambin Gesù

Olio su tela. Scuola del Nord-Italia. La raffigurazione della Natività è qui vista come momento contemplativo del Sacro Bambino, da parte di Maria e Giuseppe, accompagnati da angioletti. I modi pittorici riprendono quelli di modelli ampiamente replicati, a partire da Correggio, da Barocci, per arrivare alle numerose versioni di Gherardo delle notti, ovvero il pittore fiammingo Gerard Von Honthorst, rappresentante dl tenebrismo, corrente pittorica che giocava sui forti contrasti di buio e luce, di chiaro e scuro. Anche in quest'opera la luce irradiata dal Bambin Gesù illumina le figure intorno a Lui e le fa emergere dal buio circostante. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice del XIX secolo.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino
ARARPI0132207

Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. Rica composizione con bacile pieno di fiori variegati, fruttiera con pesche, una zucca tagliata e un cardellino che becchetta chicchi dal grappolo di uva poggiato sul tavolo. Fa parte di quella vasta produzione di nature morte composite che nel XVIII secolo, privata di ogni significato allegorico o simbolico, era volta prettamente ad uno scopo decorativo; riprendeva oggetti inanimati multipli, compositi, vivaci, spesso affiancati da un elemento vivente, un animaletto come il cardellino di quest'opera, che manteneva il legame con la vita e la quotidianità. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Madonna in Adorazione del Bambino dormiente
ARARPI0211604

Madonna in Adorazione del Bambino dormiente

Copia da Guido Reni

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Madonna in Adorazione del Bambino dormiente

Copia da Guido Reni

Olio su tela. L'opera è una delle numerose repliche, con alcune varianti, del celebre soggetto realizzato dal celebre pittore bolognese Guido Reni (1574 -1642) e dalla sua bottega. La composizione, che vede la Vergine in preghiera piegata ad adorare il Bambino addormentato, è considerata una invenzione della geniale vena del Reni, la quale, in seguito al grande successo tra i collezionisti del tempo, venne poi ripresa da altri autori del XVII secolo, tra cui spicca il nome di Giovan Battista Salvi detto "Il Sassoferrato". Le due varianti più celebri di questa affascinante scena vedono la Vergine con le mani giunte in preghiera, fatta propria dal Salvi, oppure quella con le mani al petto, come questa, tipicamente reniana. Altre variazioni riguardano la posizione del capo del Bambin Gesù addormentato, rivolto verso l'alto come in questa versione, piuttosto che reclinato di lato; infine cambiano i tessuti di sfondo. Comunque spicca anche in questa replica l'intensità della scena: ad occuparla trasversalmente il corpo abbandonato nel riposo del bambino, ove la natura divina soggiace nel sonno a quella umana; sopra di esso, inclinato in gesto protettivo e allo stesso contemplativo, il corpo di Maria, che esprime tutta la tenerezza materna ma anche, nel gesto delle mani, l'adorazione del mistero incarnato rappresentato dal figlioletto. Le cromie vive dei tessuti - il cuscino su cui è adagiato Gesù, il tendaggio retrostante, gli abiti della Madre -, fanno risaltare la luminosità degli incarnati. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto ovale Paesaggio con Figure
ARARPI0208923

Dipinto ovale Paesaggio con Figure

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Dipinto ovale Paesaggio con Figure

Olio su tela, applicata su faesite nella seconda metà del '900. Il dipinto riprende i modi pittorici del XVIII secolo, con un taglio decorativo. In un paesaggio tranquillo, con struttura architettonica sulla destra e la verde vallata con il fiume che si apre sulla sinistra, camminano sul sentiero due figure, una donna con il suo involto di panni e il viandante con la bisaccia e il bastone. L'operaè presentata in cronice in stile.

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Dipinto con Scena di Concerto
ARARPI0207613

Dipinto con Scena di Concerto

ARARPI0207613
Dipinto con Scena di Concerto

Olio su tela. Nella scena è raffigurato un concertino da camera: al centro il suonatore di spinetta, alle sue spalle il suonatore di flauto dolce e sul lato destro il maestro che dirige, che ascolta intento e muove la mano destra ad accompagnare i movimenti musicali; alle spalle del trio, dame e gentiluomini ascoltano sorridenti e partecipi. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice del XIX secolo.

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San Pasquale Baylon
ARARAR0204985

San Pasquale Baylon

Lombardo-Veneto

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San Pasquale Baylon

Lombardo-Veneto

Scultura in legno di tiglio, dipinta in policromia e raffigurante san Pasquale Baylon (1540-1592) in adorazione dell'eucarestia, che sorregge nella mano sinistra in un ostensorio oramai privo della teca a raggiera. Riconoscibile, oltre che per l'atteggiamento tipico della sua iconografia, anche per il saio da francescano e il volto imberbe. La proclamazione a Beato nel 1618 costituisce un termine post quem per la realizzazione della scultura, conferma data anche dalla cifra stilistica dell'intaglio, in particolare dalle spesse ciocche della capigliatura, la bocca carnosa e le palpebre pesanti, caratteristiche della scultura della prima metà del Seicento.

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Dipinto attribuibile a Gaetano Bellei
ARARNO0208926

Dipinto attribuibile a Gaetano Bellei

Scena di Interno

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Dipinto attribuibile a Gaetano Bellei

Scena di Interno

Olio su tela. Non firmato, ma al retro è presente una dedica "Alla signora Clelia Mazzioli, con stima Gaetano Bellei 23 gennaio 1909". La grande scena, ambientata all'interno di una cucina popolare, vede una donna che legge le carte a due ragazze, che chiedono spiegazioni indicando le figure che compaiono e paiono confrontarle con un testo appoggiato sulla sedia. L'opera richiama la pittura di Gaetano Bellei, per il forte realismo con cui il pittore dipingeva soprattutto scene di vita quotidiana contadina; è considerato un maestro della raffigurazione degli affetti umani e delle reazioni e sensazioni umane. Il dipinto presenta lievi cadute di colore. E' proposto in cornice in stile.

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni
ARARPI0209156

Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

Olio su tela. L'episodio biblico raffigurato si riferisce alla storia di Daniele, il profeta alla corte di re Dario il Medo che, per aver pregato il suo Dio, venne condannato ad essere gettato nella fossa dei leoni. Ma Dio salvò Daniele, mandando un angelo a chiudere le fauci delle belve, e il re graziò Daniele facendo invece condannare chi lo aveva denunciato. Il soggetto è stato più volte raffigurato nell'arte, per il fascino legato alla storia ma anche per il suo sapore esotico per la presenza delle belve; in particolare si ricorda la versione di Rubens del 1615, ove il profeta è raffigurato, nudo nella fossa sottoterra, mentre prega ardentemente, circondato da una folla di leoni feroci. L'opera qui presentata propone invece una versione centrata sul dialogo tra il profeta e l'angelo, che si fronteggiano spiccando con i colori vividi delle loro vesti sullo sfondo scuro di una prigione; c'è un solo leone, accucciato mansuetamente ai piedi dell'angelo, e prevale quindi la dimensione spirituale e salvifica dell'evento biblico. Secondo il famoso storico dell'arte Maurizio Marini specialista nella pittura di Caravaggio e dell'arte barocca, che aveva avuto anni fa l' occasione di visionare il dipinto, l'opera potrebbe essere attribuibile ad Antonio Maria Vassallo (1620 -1664) per le scelte compositive e cromatiche. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato con cornice listello.

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Disegno a Biro di Mario Tozzi
ARARNO0209515

Disegno a Biro di Mario Tozzi

Figura in Riposo 1969

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Disegno a Biro di Mario Tozzi

Figura in Riposo 1969

Biro su carta. Firmato in basso a destra. Corredato di autentica su foto dell' Archivio Mario Tozzi. Nell'ampia produzione del maestro Tozzi si trovano molti disegni, come questo qui presentato, eseguiti con tecniche diverse (inchiostro, pastello, matita, sanguigna), dedicati alla figura umana: nel suo stile asciutto e stilizzato, Mario Tozzi tratteggia figurine stilizzate, raffinate nella loro geometria silenziosa e discreta, favorita dall'assenza del colore, che fa risaltare le forme sulla carta bianca Anche nella produzione pittorica i soggetti preferiti di Mario Tozzi sono, classicamente, le figure e le nature morte, ma sia le figure che le nature morte sono un insieme di elementi geometrici solidi, la sfera, il cilindro, il cono, etc. I corpi sono elementari, essenziali nelle linee e nei particolari, possenti, statuari, composti da solidi appena modellati, mentre le nature morte sono una celebrazione della geometria euclidea come le brocche, le ciotole, i fiaschi che sono paradigmi di volumetria e di rigore geometrico. Le composizioni di Mario Tozzi risentono del Cubismo per certi tagli, della Metafisica per certi inserimenti architettonici e dell'Astrattismo per l'inserimento di figure geometriche. L' opera è presentata in cornice.

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Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori
ARARPI0207610

Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori

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Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. Nel ritratto di questo gentiluomo spicca in particolare la veste da camera realizzata in un elegante tessuto fiorato, nelle tonalità del rosso mattone che richiama il colore della parrucca. Contrasta quasi la severità della posa e lo sguardo austero del personaggio, con l'eleganza quasi frivola del suo abbigliamento. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto attribuito a Antonio Francesco Peruzzini
ARARPI0206730

Dipinto attribuito a Antonio Francesco Peruzzini

Paesaggio con Figure

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Dipinto attribuito a Antonio Francesco Peruzzini

Paesaggio con Figure

Olio su tela. La grande composizione propone un paesaggio che vede centrale un grande albero. a sormontare con le sue rade frasche la campagna sottostante, traversata da un corso d'acqua e animata da diverse figure di popolani intenti ad attività o a riposo; in alto a destra si erge una fortezza, che domina la vallata. Già attribuito al marchigiano Peruzzini, il dipinto si può ricondurre senz'altro al suo ambito, per i tratti pittorici veloci e poco aggregati. Antonio Francesco si specializzò nella pittura di paesaggio, subendo l'influenza di Salvator Rosa e di paesaggisti come Pietro Montanini e Pandolfo Reschi, e ulteriori influssi gli vennero anche da pittori nordici attivi in Italia, soprattutto da Pieter Mulier detto il Tempesta. Nelle sue prime opere si distingue già l'originalità della sua pittura data una stesura rapida e da un timbro cromatico intenso e brillante. Dal principio degli anni Novanta iniziò il lungo legame artistico di Antonio Francesco Peruzzini con Alessandro Magnasco, in seguito al loro incontro avvenuto a Milano, ove il Peruzzini si era stabilito; da questo periodo in poi la sua pittura sembra sfaldarsi, attraverso forme che si fanno più dinamiche e leggere, quasi fantastiche, per approdare infine ad uno stile improntato ad una sempre maggiore disgregazione delle forme della natura ed al loro movimento. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Coppia di dipinti Allegorici
ARARPI0206733

Coppia di dipinti Allegorici

Allegorie della Prudenza e della Giustizia

ARARPI0206733
Coppia di dipinti Allegorici

Allegorie della Prudenza e della Giustizia

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. I due dipinti fanno probabilmente parte di un gruppo raffigurante le quattro virtù cardinali, ovvero Giustizia, Prudenza, Temperanza e Fortezza. Le allegorie sono rappresentate in figure femminili, recanti alcuni dei simboli attributivi delle virtù che rappresentano. La Giustizia si riconosce dai due attributi più comuni, la bilancia, simbolo di equità ed equilibrio, e la spada, segno di potenza distributiva. Anche la Prudenza ha con sé due simboli: uno specchio, simbolo di circospezione che ci permette di evitare le insidie del male ( permette di guardarsi alle spalle) o anche simbolo della conoscenza di se stessi; ed un serpente simbolo di eternità e tempo, ma anche esso simbolo di avvedutezza (nel Vangelo Gesù dice:" Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come colombe"). Le due tele, già precedentemente restaurate e ritelate, sono in buone condizioni. Sono presentate in cornice antiche in legno intagliato e laccato, con attuali piccole mancanze e danni.

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Paesaggio Marino con Figure
ARARPI0206714

Paesaggio Marino con Figure

ARARPI0206714
Paesaggio Marino con Figure

Olio su tela. Lo scorcio costiero, in prossimità di una insenatura rocciosa in cui scorrono acque torrentizie, vede figure all'approdo delle navi, pronte ad accogliere le imbarcazioni che si stanno avvicinando; in lontananza il profilo della città. Restaurato e ritelato, il dipinto presenta macchie di sporco diffuse soprattutto in corrispondenza del cielo. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Guido Cinotti
ARARNO0206750

Dipinto di Guido Cinotti

Paesaggio invernale

ARARNO0206750
Dipinto di Guido Cinotti

Paesaggio invernale

Pastelli su carta applicata a tela. Firmato in basso a sinistra. Il grande paesaggio è completamente dominato dal gioco di colore: diviso in due emicampi dati dal cielo e dalla terra (una landa montana ove spuntano sporadici abeti), vede prevalere sopra l'azzurro rosato del cielo, sotto l'azzurro verdastro della neve sul terreno, due sfumature della stessa gamma cromatica che si incontrano poi nello skyline delle montagne. Cinotti fu un paesaggista esponente del Divisionismo italiano, la cui pittura è caratterizzata da una stesura materica e pastosa con tocchi di colore spatolato. In cornice coeva.

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Opera di Cioni Carpi
ARARCO0202973

Opera di Cioni Carpi

Abbiamo creato Atipici Sistemi 1963/74

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Opera di Cioni Carpi

Abbiamo creato Atipici Sistemi 1963/74

Serigrafie e foto. L'opera è composta da tre cartoni serigrafati (in scatola di cartone) con il testo in inglese (titolo in originale "We have created atypical systems") e da sei foto che ritraggono l'artista, incorniciate singolarmente. Al retro delle tre serigrafie in inglese, numerate in progressione, sono presenti il numero di edizione 13/15, la data 1974 e la firma dell'artista; accompagnano anche tre serigrafie non firmate con il testo in italiano. Cioni Carpi, artista milanese, impegnato nell'arte di matrice concettuale e minimalista, si produsse in lavori in cui l'immaginazione, la sensibilità, l'estro espressivo erano fondamentali. La sua creatività si esplicò anche nella fotografia, nelle installazioni, nel video, nel disegno, nella scrittura, nel libro d'artista, oltre che nella pittura. Le dimensioni segnalate sono quelle della singola cornice.

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Busto Femminile e Colonna Liberty in Marmo
ARARAR0188220

Busto Femminile e Colonna Liberty in Marmo

Italia fine XIX Secolo

ARARAR0188220
Busto Femminile e Colonna Liberty in Marmo

Italia fine XIX Secolo

Busto femminile e colonna liberty in marmo bianco statuario, Italia fine XIX secolo. Busto abbigliato all'antica con elementi floreali posti sul petto; colonna ornata da edera che dal piano d'appoggio scende trasversalmente.

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Dipinto con Busto femminile con Ghirlanda di Fiori
ARARPI0200826

Dipinto con Busto femminile con Ghirlanda di Fiori

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Dipinto con Busto femminile con Ghirlanda di Fiori

Olio su tela. Scuola centro-italiana di fine '600-inizio '700. La composizione propone al centro un busto femminile, ritratto come se fosse un'effigie scultorea, per la monocromia che evoca il marmo; essa è contornata da una ghirlanda di fiori variopinti, che si allungano da rami contorti in alto, mentre sullo sfondo sfuma un paesaggio. Tale tipo di ritratto proveniva da una soluzione nata in ambiente fiammingo e diffusa in Italia da Daniel Seghers. Restaurato e ritelato, il dipinto presenta lievi cadute di colore. E' presentato in cornice antica.

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Dipinto Paesaggio con Figure
ARARPI0202435

Dipinto Paesaggio con Figure

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Dipinto Paesaggio con Figure

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVIII secolo. Il paesaggio, ambientato in riva ad un ampio fiume, vede al centro alcune figure di contadini intenti a raccogliere della frutta da un albero: una ragazza regge la scala mentre il ragazzo recide un grappolo, sulla sinistra un'altra coppia depone i frutti raccolti in un mastello. All'intorno una vasta campagna verdeggiante e alcuni casolari. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Grande Dipinto con Scena di Genere
ARARNO0198678

Grande Dipinto con Scena di Genere

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Grande Dipinto con Scena di Genere

Tecnica mista su tela. La grande scena, dipinta nell' unica gamma del rosso-rosa, vede sulla destra due grandi figure, mentre tutta la parte sinistra è occupata da un paesaggio desertico, con le onde delle dune che si perdono in lontananza. Le due figure rappresentano un cavaliere seduto, con turbante ed abito saraceno, rifocillato da una fanciulla in abiti occidentali, che gli sta porgendo un vassoio carico di cibo, mentre sul piano d'appoggio sottostante si trovano un bacile d'acqua, spighe di grano e frutti vari. Potrebbe trattarsi di una tra le tante rappresentazioni della vicenda di Angelica e Medoro, raccontata dall' Ariosto nell' Orlando Furioso, che dice l'amore tra la fanciulla cristiana e il fante saraceno rimasto ferito in uno scontro, che fuggirono poi insieme nel Catai, scatenando così la pazzia di Orlando. L'opera è presentata in cornice.

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