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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE

 

Opere d'arte dal '600 ad oggi, dipinti e quadri di ogni epoca, sculture e ceramiche

 

La nostra collezione di opere d'arte racchiude articoli unici, con una ricca varità di epoche e tecniche pittoriche e scultoree dal XVI secolo fino ai giorni nostri.
Nella nostra galleria d’arte online è presente un' importante e raffinata selezione di
quadri antichi, arte contemporanea, dipinti antichi e sculture con cui potrai arricchire la tua casa. 

Ogni opera nel nostro catalogo è stata attentamente selezionata per rappresentare il meglio dell'espressione artistica attraverso le epoche, garantendo agli amanti dell'arte e ai collezionisti la possibilità di trovare l'articolo perfetto che parli al cuore e all'anima.

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Arte Antica e Antiquariato: Tesori del Passato
 

Esplorate la nostra sezione dedicata all'arte antica e all'arte antiquariato, dove il fascino della storia si fonde con la bellezza estetica. Da dipinti antichi che raccontano storie di civiltà passate a quadri antichi che catturano momenti immortali, ogni pezzo è una finestra aperta su un mondo scomparso. Queste opere antiche non sono solo decorazioni, ma frammenti di storia che arricchiscono qualsiasi ambiente, portando con sé storie di epoche passate.
 

Arte Contemporanea: Espressioni del Presente

Per coloro che cercano qualcosa di attuale, la nostra collezione di arte contemporanea presenta opere di artisti emergenti e affermati. Queste creazioni spaziano da interpretazioni moderne di temi classici a esplorazioni audaci di concetti e materiali nuovi. L'arte contemporanea nel nostro catalogo è pensata per stimolare il pensiero e ispirare conversazioni, rendendola perfetta per ambienti moderni che abbracciano l'innovazione e lo stile.
 

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Che siate alla ricerca di un pezzo storico per completare la vostra collezione o di un'opera moderna per aggiungere un tocco di freschezza alla vostra casa, il nostro catalogo offre qualcosa per ogni gusto ed esigenza. Con filtri facili da usare e descrizioni dettagliate, trovare il vostro prossimo acquisto d'arte antica è semplice e piacevole. Ogni opera è accompagnata da informazioni sulla provenienza, l'epoca e l'artista, assicurando trasparenza e fiducia nell'acquisto.
 

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Invitiamo gli appassionati d'arte, i collezionisti e chiunque sia mosso dalla bellezza e dalla storia a esplorare il nostro catalogo. Con aggiornamenti regolari e nuove scoperte, c'è sempre qualcosa di emozionante da scoprire. Per chi ama l'arte antica, l'arte contemporanea, i dipinti antichi, i quadri antichi e l'arte antiquariato, il nostro eCommerce è la destinazione ideale per arricchire la propria vita con opere di inestimabile valore.
 

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Dipinto Ambito di Andrea del Sarto
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Dipinto Ambito di Andrea del Sarto

Testa Femminile

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Dipinto Ambito di Andrea del Sarto

Testa Femminile

Tempera su tavola. Il dipinto raffigura una figura femminile a mezzo busto; indossa un abito rosso sopra una tunica chiara, mentre sulla spalla destra è poggiato un drappo verde. I capelli rossi sono raccolti con una scriminatura centrale e sono in parte coperti da un copricapo candido; il viso pieno presenta un'espressione assorta: lo sguardo pensieroso, le sopracciglia arcuate e le labbra lievemente corrucciate. L'opera è una delle numerose derivazioni da un affresco andato perduto di Andrea del Sarto, realizzata nel 1522 per un tabernacolo collocato in prossimità di Porta Pinti a Firenze e di esistenza documentata fino al 1880 seppur in condizioni precarie. Tra le fonti documentarie di tale opera, in particolare il Vasari ricorda l'affresco come una "Madonna con Bambino e San Giovannino" e, assiduo frequentatore della bottega del Sarto, specifichi come il volto della Madonna abbia avuto come modello quello della moglie dell'artista, Lucrezia di Baccio della Fede. Delle numerose derivazioni, molte riproducevano fedelmente le figure e variavano lo sfondo. Qui è riprodotto solo il volto della Madonna, ma fedele nei tratti fisiognomici, nell'espressione, nell'atteggiamento alle altre copie documentate, così come è conservata la tavolozza acida, espressione del gusto manierista cinquecentesco di cui il Del Sarto si fece promotore. L'opera è presentata in cornice antica, modiicata per adattare le dimensioni. maggiori.

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Ritratto di Monarca Scozzese
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Ritratto di Monarca Scozzese

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Ritratto di Monarca Scozzese

Olio su tela. Intenso e di qualità, il dipinto raffigura un monarca della casa reale di Scozia. Intorno al ritratto, in cornice ovale dipinta, si trovano alcune scritte: in alto a sinistra compare il nome Rober(t), in basso a sinistra il titolo Rex e a destra l'abbreviazione Scot, che sta per Scotorum; la scritta in alto a destra non è identificabile, ma parrebbe essere un acronimo. L'uomo ritratto indossa un cappello e una giubba ornati di pelliccia d'ermellino, considerata la pelliccia più nobile riservata ai reali. Egli porta al collo un ciondolo dorato, che raffigura due foglie con il frutto del cardo, che in araldica simboleggia la Scozia. La scritta e il ciondolo rimandano pertanto a un Roberto di Scozia, probabilmente della dinastia che regnò nel XIV secolo. Il ritratto è stato peraltro eseguito nel periodo ottocentesco romantico, ricorrendo probabilmente per ispirazione a qualche incisione antica. Restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio con Figure
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Dipinto Paesaggio con Figure

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Dipinto Paesaggio con Figure

Olio su tela. Scuola italiana di fine '700 -inizio '800. Il paesaggio di gusto romantico vede un fiume scorrere tra rive rocciose sormontate da alberi frondosi; sulla riva, in primo piano a sinistra, due pescatori gettano la lenza in una polla d'acqua ferma creata da una piccola insenatura. Il dipinto porta sulla cornice un' etichetta attributiva a Domenico Pecchio (1693 -1760). Restaurato, è presentato in cornice in stile.

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Busto di gentiluomo
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Busto di gentiluomo

Claude Munier

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Dipinto Paesaggio con Figure
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ARARPI0270124

Dipinto Paesaggio con Figure

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Dipinto Paesaggio con Figure

Olio su tela. Scuola veneta di fine '600- inizio '700. All' interno di un grande paesaggio classico, ricco di vegetazione e con atmosfere rosate, si trova un piccolo manipolo di soldati: alcuni, a riposo sopra un roccione affacciato su un corso d'acqua, guardano uno di loro che si bagna ,dopo aver deposto l'armatura nell'acqua. La rela è stata presentata in asta Lempertz nel 2017 con attribuzione ad Andrea Locatelli (1695 -1741) e stima di 7/9 mila €; i modi pittorici dell' opera paiono peraltro più vicini a quelli di Marco Ricci (1676 -1730), ampiamente ripresi anche da altri autori dell'ambito veneto. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata di fine '800.

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Dipinto di Nino Bertocchi
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ARAROT0276815

Dipinto di Nino Bertocchi

Paesaggio Montano 1932

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Dipinto di Nino Bertocchi

Paesaggio Montano 1932

Olio su tavola. Firmato e datato in basso a sinistra. Intellettuale del razionalismo, Bertocchi (conosciuto soprattutto come «pittore morandiano») non appartenne a nessuna scuola o corrente, ma ma si fece interprete di una pittura dagli accenti spiccatamente personali. Soprattutto paesaggista, Bertocchi si dedicò ad un naturalismo delicato ed autentico, venato da accenti lirici, realizzando fin da giovanissimo paesaggi dalla rara sensibilità cromatica e luministica. Il dipinto è presentato in cornice coeva.

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Natura morta, Bartolomeo Arbotori
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Natura morta, Bartolomeo Arbotori

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Dipinto Mosè fa scaturire l'Acqua dalla Roccia
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Dipinto Mosè fa scaturire l'Acqua dalla Roccia

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Dipinto Mosè fa scaturire l'Acqua dalla Roccia

Olio su tela. Inserita in un paesaggio classico, ricco di vegetazione, la scena rappresenta l'episodio biblico tratto dal libro della Genesi che racconta come il popolo di Israele che sta attraversando il deserto del Sinai per raggiungere la Terra promessa, si ritrovi senza acqua: Mosè invoca l'aiuto di Dio e compie il miracolo di far scaturire acqua da una roccia. Nella scena il popolo di Israele esulta e festeggia il miracolo, accorrendo a bagnarsi e dissetarsi nella pozza d'acqua evocata da Mosè, che si intravvede in piedi a sinistra del tronco secco in primo piano, simbolo dell'aridità della terra. Le fronde degli alberi mosse da un forte vento e il cielo carico di nubi scure che cominciano a squarciarsi, evocano la presenza di Dio. Le molteplici figure, rese con dettagli accurati, creano movimento e azione. Tale dipinto risulta già presentato in asta Lempertz con attribuzione a Giovanni Ghisolfi (1623 -1683), artista che sviluppò una perfetta combinazione tra passato e modernità, grazie ad un profondo interesse per il classicismo, reso però con efficace precisione prospettica nel paesaggio e grande precisione dei dettagli nelle figure. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata di fine '800.

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La predicazione di San Giovanni Battista
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La predicazione di San Giovanni Battista

Bottega di Fans Francken II

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Carlo Antonio Crespi
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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

Olio su tela. La grande composizione è ricca di numerosi elementi differenti: al centro campeggia una grande composizione floreale, di multiple varietà a colori vivaci; sulla sinistra dei fiori, poggiato su un capitello dorico, è appoggiato un pappagallino dai colori sgargianti e contrastanti con quelli spenti degli uccelli che giacciono sul piano sottostante, insieme ad alcune zucche e ad un vaso in peltro. Secondo l'esperto d'arte dr. Gianluca Bocchi (di cuisi allega expertise), l'opera è riconducibile alla produzione di Carlo Antonio Crespi, pittore attivo a Como intorno alla metà del XVIII secolo, della stessa famiglia Crespi a cui appartiene anche l'omonimo bolognese. Il Crespi comasco amava realizzare composizioni con i prodotti della fertile terra padana, in compagnia di piccoli animali, ceramiche o ceste in vimini, vasi di fiori, il tutto sullo sfondo di elementi architettonici barocchi o classicheggianti. Le sue tele, spesso di grandi dimensioni, riconducono al mondo delle ville e dei palazzi della campagna settecentesca lombarda. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile. Proviene da importante collezione (sul retro è citato il commendatore Arturo Stucchi, imprenditore comasco).

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Dipinto a Soggetto Storico
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Dipinto a Soggetto Storico

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Dipinto a Soggetto Storico

Olio su tela. Scuola francese del XVII secolo. La scena, ambientata di notte nel giardino di una villa, di cui si intravvede la facciata ornata a destra e nel quale spicca la fontana zampillante con putti, sotto un cielo buio e oscurato ulteriormente da nubi gravi, propone due figure che si intrattengono in conversazione: un anziano vestito modestamente sta ammonendo severamente un giovane seduto, riccamente abbigliato, che pare invece fare con la mano il gesto del mea culpa. La fisionomia e la gestualità dei due personaggi, insieme alla foggia degli abiti, rimanderebbero al filosofo Aristotele che fu chiamato alla corte di Macedonia per fare da precettore al giovane Alessandro, il futuro re noto poi come Alessandro Magno: secondo quanto raccontato da Plutarco nelle sue “Vite Parallele”, il giovane Alessandro fu un allievo brillante, tanto che fu iniziato anche alle dottrine aristoteliche più profonde ed esoteriche, da cui deriverebbe l'alone di mistero e profonda interiorità che traspare nell'opera qui presentata. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice in stile. Il dipinto, restaurato

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San Gerardo dei Tintori
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San Gerardo dei Tintori

Intagliatore lombardo, fine XV secolo

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Mentore Silvani
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Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

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Mentore Silvani

Paesaggio Innevato con Figure 1872

Olio su tela. Firmato, datato 1872 e localizzato Parma in basso a destra. E' un grande paesaggio invernale di forte impatto scenico, che ben si inserisce nel tradizionalismo scenografico proprio della pittura di Mentore Silvani, artista nativo di Traversetolo (Parma), pittore paesaggista ma noto anche come scenografo. Nella scena, spruzzata del bianco di una breve nevicata che crea quella tipica atmosfera invernale rarefatta e silenziosa, tra alberi spogli e secchi, si snoda una strada sterrata percorsa da un viandante; a destra una costruzione diroccata con il lavatoio ove attinge acqua una donna; al centro una colonnina su cui è montata un'immagine sacra. Formatosi nella sua città natale, il Silvani partecipò alle esposizioni dell'Incoraggiamento di Parma a partire dal 1864 , ed è prevalentemente nella sua città che si ritrovano oggi le sue opere (presso il Comune di Parma, la Galleria Nazionale , il Liceo artistico Paolo Toschi) ; espose peraltro anche a Milano (1872) e a Firenze (1875). Formatosi come scenografo alla scuola di Gerolamo Magnani, il Silvani svolse tale incarico a Parma ma anche a Venezia a partire dal 1871. La sua produzione pittorica, che annovera paesaggi prevalentemente rurali della campagna parmense, è sempre caratterizzata dalla fedeltà al dato reale. L'opera qui proposta è presentata in cornice coeva.

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Ritratto di Giovanni Albertoni
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Ritratto di Giovanni Albertoni

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Ritratto di Giovanni Albertoni

Olio su tela. In alto a destra sono indicati il nome dell'uomo ritratto e la sua età, 78 anni. L'abito dell'uomo e l'atteggiamento di preghiera, davanti al Crocifisso, con in mano il libro di meditazione, lo identificano in un prelato. Il cognome Albertoni è ampiamente diffuso in Italia, in diverse casate che partirono dalla Lombardia per estendersi al parmense e poi sino a Roma. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Madonna con Bambino Angeli e Santi
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Madonna con Bambino Angeli e Santi

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Madonna con Bambino Angeli e Santi

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. L'opera di carattere devozionale, vede la Madonna, assisa sulle nubi e assistita da due angeli che le sorreggono le vesti, è venerata da due santi, in ginocchio ai suoi piedi: a destra la giovane donna in abiti principeschi, ai cui piedi è poggiata una corona regale, rimanda ad Elisabetta d'Ungheria; a sinistra, il santo che tiene in braccio il Bambin Gesù è identificabile in San Gaetano da Thiene. Particolare è il gioco di sguardi tra i vari personaggi, che si intrecciano insieme alle posizioni e ai gesti, a creare un movimento quasi circolare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica ridorata ad inizio '900, con attuali diverse mancanze (da restaurare).

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Mario Francesconi
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Mario Francesconi

Senza Titolo 1958

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Mario Francesconi

Senza Titolo 1958

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra. L'opera di forte impatto emotivo, propone uno sfondo quasi monocromatico viola, in cui si inseriscono pochi tratti in bianco e nero a definire una sagoma rannicchiata a sinistra, forse una forma umana, raccolta e chiusa su se stessa. Nato nel 1934 a Viareggio, dove vive tuttora, il pittore e scultore Mario Francesconi è considerato uno dei pochi superstiti del Dadaismo, che dalla fine degli anni Cinquanta ha attraversato le stagioni dell'arte italiana ed europea in una ricerca spiccatamente personale di forme e di tecniche. A partire dalla sua prima personale nel 1959 sviluppa un percorso artistico che attraversa diverse fasi, spesso riconducibili alla passione per le materie povere e di recupero. La sua attività artistica si muove tra gli ambiti della pittura, della scultura, del collage e dell'installazione e confina con gli adiacenti ambiti della poesia e della letteratura, anche grazie ad amicizie e rapporti professionali con alcune tra le più significative figure del mondo intellettuale italiano della seconda metà del secolo scorso, da Emilio Villa a Cesare Garboli, da Leonardo Sciascia a Mario Luzi, da Cesare Zavattini a Pier Paolo Pasolini, da Alfonso Gatto a Sandro Penna a Venturino Venturi. L'opera è presentata in cornice.

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Remo Bianco
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ARARCO0153493

Remo Bianco

Tableau doré

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Remo Bianco

Tableau doré

Tecnica mista su compensato (pittura e fogli di carta argento). Al retro presente autentica con timbro e firma della sorella dell'artista. L'opera appartiene alla serie dei Tableaux dorés, opere realizzate dall'artista milanese Remo Bianco a partire dagli anni '50. Nato e formatosi a Milano, Remo Bianco fu allievo di De Pisis, presso il cui studio frequentò i grandi artisti del Novecento italiano (Carrà, Sironi, Savinio, Soffici, Soldati, Marini, Cantatore). Dopo la parentesi della guerra (arruolato, affondò con la sua nave e fu fatto prigioniero a Tunisi), riprese la sua attività artistica a Milano, partecipando al Movimento Nucleare e allo Spazialismo, arrivando a staccarsi completamente dalla pittura figurativa per creare opere fatte di pennellate pure. All'inizio degli anni Cinquanta cominciò a realizzare opere, pittoriche e scultoree, con materiali diversi e a sperimentare temi e tecniche differenti; a questa produzione appartengono i Tableaux dorés, composti da lamine di alluminio argentato o dorato su basi dipinte. L'opera è presentata in cornice.

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Coppia di Ritratti 1883
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Coppia di Ritratti 1883

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Coppia di Ritratti 1883

Matita su carta. In basso a destra, su entrambi, la scritta "Pietro Mulazzi disegnò" , con la data 1883. Di artista ignoto ma abile nell'utilizzo delle matite, sono i ritratti di una coppia borghese, i cui volti in grigio ben emergono dallo sfondo di carta rossa. Sono presentati in cornici dorate coeve, con diverse mancanze (da restaurare).

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Cristo Incoronato di Spine
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Cristo Incoronato di Spine

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Cristo Incoronato di Spine

Olio su tela. Si tratta di copia d'epoca dell'omonima incisione realizzata da Annibale Carracci (1560 -1609), che ebbe immediato successo e diede vita a una serie di repliche stampate e copie dipinte. Presenta il momento della Passione in cui il Cristo viene incoronato con la corona di spine, oggetto di tortura simbolo denigratorio della sua proclamazione a Re dei Re. Compiono l'atto due figure, il soldato romano e il giudeo, che rappresentano le due genti che presero parte alla condanna a morte di Cristo. Le figure, vigorose e sanguigne quelle dei due aguzzini più pallida e inerte la vittima, creano una composizione intrecciata di corpi, con quello di Gesù centrale che congiunge gli altri due, unendoli nella responsabilità condivisa di ciò che stanno facendo; posto di traverso, Gesù ha il capo reclinato a forza a sinistra dal soldato che gli impone la corona di spine, mentre il giudeo a destra gli pone in mano la canna di bambù, sostitutiva dello scettro. La scena è dominata da colori cupi e scuri, tra i quali spicca solo il rosso vivo della veste di Cristo, simbolo della sua umanità sofferente. IL dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in bella cornice coeva, con mancanze.

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Dipinto del XVII Secolo con Scena della Cattura di San Tommaso d'Aquino
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Dipinto del XVII Secolo con Scena della Cattura di San Tommaso d'Aquino

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Dipinto del XVII Secolo con Scena della Cattura di San Tommaso d'Aquino

Olio su tela. Scuola toscana del XVII secolo. Rampollo di un'antica stirpe longobarda di Aquino (in provincia di Frosinone), Tommaso (nato intorno al 1226) andato a Napoli per studiare, nel 1243 entrò contro il volere dei suoi parenti nell'ordine dei predicatori domenicani, ma durante il viaggio verso il settentrione fu arrestato dai suoi fratelli e per circa un anno tenuto prigioniero. Nella scena il giovane santo al centro, già vestito dell'abito domenicano, è circondato sui due lati da quattro figure riccamente vestite, appunto i parenti, tra i quali probabilmente la madre, che lo trattengono benevolmente, quasi lo abbracciano, mentre con la gestualità delle mani e gli sguardi afflitti e amorevoli tentano di convincerlo, quasi supplicandolo. Le figure sono peraltro collocate in una prigione, come indicano le sbarre alla finestrella sulla destra, a sottolineare l'azione coercitiva compiuta. Ricchi e particolareggiati sono i dettagli delle vesti dei personaggi, dai colori vivaci che contrastano con l'abito di Tommaso, plastici i movimenti propriamente di gusto barocco. Già restaurato e ritelato, il dipinto si presenta in buone condizioni, con cretto evidente. E' presentato in cornice antica rilaccata e ridorata.

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Dipinto con Scena Mitologica
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Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

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Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

Olio su tela. Scuola nord -Italia del XVII secolo. La scena si rifà, con alcune variazioni ma molto vicina nelle dimensioni, ad una parte del grande affresco intitolato "Banchetto degli dei" nella Camera di Cupido ( o Camera di Amore e Psiche) di Palazzo Té a Mantova, grande raffigurazione di oltre nove metri realizzata da Giulio Romano con la sua bottega nel XVI secolo. La scena proposta (che a Mantova è collocata sulla destra del grande banchetto), vede Amore e Psiche sdraiati su un triclinio, mentre una piccola figura alata li incorona d'alloro e due ninfe lavano la mano di Amore; sullo sfondo a destra un gruppo di satiri sta sacrificando una capra all'ara di una divinità, mentre al centro, in lontananza, una città brucia. Il banchetto degli dei è il momento conclusivo del mito dei due innamorati, che, dopo molte prove e peripezie, ottengono il permesso di Venere per sposarsi. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice antica.

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Madonna con Bambino San Giovannino e Angeli Dipinto del XVII secolo
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Madonna con Bambino San Giovannino e Angeli Dipinto del XVII secolo

Versione ridotta da pala di Girolamo Mazzola Bedoli

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Madonna con Bambino San Giovannino e Angeli Dipinto del XVII secolo

Versione ridotta da pala di Girolamo Mazzola Bedoli

Olio su tela. Scuola emiliana del XVII secolo. Tutta in prima piano, questa scena di insieme di figure sacre, che presenta i volti di Maria e Gesù Bambino al centro, contornati da San Giovannino in basso a sinistra, e tre angeli a far corona intorno. Tutti i personaggi sono lieti e sorridenti, nonostante il richiamo alla passione, dato dal bastone sormontato dalla Croce che Giovanni porge a Gesù. Il movimento dei corpi e i colori vivaci rendono la scena viva. Si tratta di una versione parziale e in orizzontale della pala omonima realizzata dal pittore manierista parmense Girolamo Mazzola Bedoli (1508?-1570) per la chiesa di San Sepolcro a Parma, sviluppata in verticale con la presenza di un paesaggio di sfondo dietro i due angeli nella parte superiore e del completamento delle figure nella parte inferiore. Il dipinto è ancora in prima tela, senza segni di restauro pregresso. Diverse sono le cadute di colore, diffuse soprattutto lungo il margine inferiore e i due laterali. E' presentato in cornice antica in legno laccato.

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Dipinto di Giovanni Muzzioli
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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

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Dipinto di Giovanni Muzzioli

Bacco Ebbro

Olio su tela. Firmato in basso a destra. Il dio è raffigurato in piedi a riempire la scena, rivestito solo di un telo che gli cinge i lombi e da foglie d'edera, poste sui fianchi e sulla testa, mentre regge in una mano un calice; lo sguardo è vacuo e stralunato. Alle sue spalle, un putto semisdraiato gioca con dell'edera. All'intorno, nuvole bianche, così come è bianco il terreno d'appoggio, con sprazzi di cielo azzurro e un cespuglio verde a creare gli unici contrasti. Al retro dell'opera è presente etichetta "Mario Galli Collezione d'Arte", con numero di catalogazione 64 e scritta autografa dell'artista. L'opera ben rappresenta la pittura di questo artista modenese d'origine, ma che si formò artisticamente prima a Roma poi a Firenze, ove trascorse gran parte della vita. La sua ricca produzione propose inizialmente soprattutto soggetti storici, ma poi si volse anche al ritratto e infine al paesaggio: la sua unicità si riconosce nella capacità di spaziare dal soggetto storico, spesso collocato in ambientazioni ricavate dall'antica Pompei, al naturalismo di stampo macchiaiolo, del suo secondo periodo, nel quale il Muzzioli ricercava una significativa percezione dell'atmosfera e della luce in soggetti ispirati all'ambiente rurale toscano, spesso collocati nell'antichità. In quest'opera, un ritratto di un personaggio mitologico, traspare fortemente l'intento luministico dell'artista, la ricerca dell'effetto della luce che gioca nei corpi nudi del dio e del putto, a sfumare poi nello sfondo. L'etichetta della Galleria d'arte riconduce al fiorentino Mario Galli (1877 -1946), scultore che fu anche importante collezionista di opere soprattutto di macchiaioli. L'opera presenta un cretto importante ed è stata ritelata. E' presentata in cornice in stile.

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Dipinto con Paesaggio di Berto Ferrari
ARARNO0184428

Dipinto con Paesaggio di Berto Ferrari

Spiaggia Ligure

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Dipinto con Paesaggio di Berto Ferrari

Spiaggia Ligure

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. Si tratta di uno scorcio della riviera ligure, in prossimità di una cala, sormontata dalle abitazioni a ridosso della costa. Berto Ferrari, nato e vissuto sempre in Liguria, fu un abile e sensibile marinista e paesaggista di tradizione post-impressionista, che dipinse le bellezze della Riviera Ligure e numerose vedute dell'entroterra appenninico. Il dipinto presenta cadute di colore e tracce di restauro. E' in cornice coeva.

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