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PITTURA ANTICA
 

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In questa sezione si possono trovare tutte le opere di Pittura Antica disponibili nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende Paesaggi, Nature Morte, Ritratti, volti, Soggetti Sacri, scorci e vedute con cui poter arricchire ogni ambiente della tua casa.

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Dipinto con Capriccio architettonico e Figure
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ARARPI0263657
Dipinto con Capriccio architettonico e Figure

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Dipinto con Capriccio architettonico e Figure

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVIII secolo. Tipico capriccio architettonico, ovvero paesaggi con inserite strutture architettoniche, spesso rovine di gusto classico ma in questo caso piuttosto il pronao a colonne di una struttura baroccheggiante, imponenti ad occupare la gran parte della scena e che contrastano con le piccole e poco definite figure di viandanti o di personaggi popolari. Il dièinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile di metà '900.

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Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore
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ARARPI0264745
Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore

ARARPI0264745
Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore

Olio su tela. Scuola centro-europea della fine del '700. Il grande dipinto propone un paesaggio rurale, con un'abitazione contadina sulla sinistra, la pastorella in primo piano a sinistra che guarda il suo gregge di pecore all'abbeverata nel vicino torrente. L'atmosfera dai colori smorzati e le luci soffuse, con nuvole rosate nel cielo, rimanda ad un crepuscolo quieto e tranquillo. In prima tela, il dipinto è presentato in cornice coeva ridorata.

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Dipinto Scena Biblica
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ARARPI0264522
Dipinto Scena Biblica

Davide che suona l'Arpa

ARARPI0264522
Dipinto Scena Biblica

Davide che suona l'Arpa

Olio su tela. Scuola nord- italiana del XVII secolo. La scena raffigura l'episodio biblico tratto dal Primo libro di Samuele che così racconta :"Ora quando il cattivo spirito permesso da Dio investiva Saul, Davide prendeva l'arpa e si metteva a suonare; Saul si sentiva sollevato, stava meglio, e il cattivo spirito se ne andava da lui." Nel dipinto le figure risultano possenti e vigorose, sia il re Saul come le guardie che lo trattengono, raffigurate in un intreccio di figure che occupa tutta la parte sinistra della scena; sulla destra invece sta Davide, che seppur giovane e semplice pastore, sie ne sta calmo davanti al re furioso, suonando il suo strumento con dignità e fermezza. Sullo sfondo a destra , in un corridoio del palazzo, assistono alla cena sgomenti i sacerdoti e i consiglieri del re. Sulla cornice del dipinto è posta una targhetta attributiva a Bernardo Strozzi. Il dipinto restaurato e ritelato a metà '900, è posta in cornice dorata in stile.

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Dipinto Ritratto maschile
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ARARPI0263658
Dipinto Ritratto maschile

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Dipinto Ritratto maschile

Olio su tela. L'uomo ritratto è identificato in Giovan Battista Stampa di Gravedona, giureconsulto, come citato dalla scritta in alto a sinistra, che ne dichiara la carica, e dall'intestazione della lettera che tiene in mano. La famiglia Stampa, originaria di Gravedona sul lago di Como, apparteneva al ceto notabile locale e, in virtù di questo, essa svolgeva anche un certo ruolo pubblico. Nel dipinto l'uomo è raffigurato seduto alla sua scrivania, in mezzo alle carte del suo lavoro, severo nel volto come la sua carica imponeva. Restaurato (evidenti segni di restauro per vecchie rotture della tela, cretto marcato) e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica adattata.

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Dipinto Il Suicidio di Porzia
ARARPI0261674
Dipinto Il Suicidio di Porzia

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Dipinto Il Suicidio di Porzia

Olio su tela. La donna rappresentata nella scena è riconducibile a Porzia, la nobildonna romana moglie di Bruto, vissuta quindi nel I secolo a.C.: secondo la leggenda ella si suicidò inghiottendo un carbone ardente, ed è in tale fatale momento che è qui raffigurata. Il dipinto è molto vicino ai modi pittorici dell' omonimo dipinto della scuola del Cignani, attribuito al suo allievo Marcantonio Franceschini e conservato presso Palazzo Tozzoni ad Imola. La figura di Porzia, collocata in un interno con elementi classici, occupa tutto il campo della scena, ed è rappresentata seduta davanti al braciere ardente, nell'atto di mettersi in bocca il carbone; la sua espressione rivela la sofferenza del gesto che sta compiendo, ma anche la sua determinazione, lo sguardo che guarda lontano già la colloca lontana dalla vita che sta lasciando. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica del XVIII secolo.

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Dipinto di Michiel Caree
ARARPI0262367
Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. Firmato in basso a destra. In uno splendido paesaggio classico, con colline verdeggianti che si affacciano su un corso d'acqua, ruscello in primo piano che diventa poi un ampio fiume in lontananza, sono inseriti le figure di un pastore ed una pastorella che portano il loro gregge all'abbeverata. Le scene pastorali di questo tipico hanno caratterizzato la produzione dell'artista olandese Michiel Carree, che fu pittore di corte del re di Prussia nei primi decenni del XVIII secolo. Il dipinto, in prima tela, è presentato in cornice dorata coeva, in legno intagliato e dorato.

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto
ARARPI0261673
Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

Olio su tela. Scuola romana della seconda metà del XVII secolo. La scena racconta un episodio della storia d'amore tra la regina d'Egitto e il triumviro romano Antonio: Cleopatra, per dimostrare la sua ricchezza e sedurre il bel generale, allestisce un sontuosissimo banchetto, durante il quale sceglie una perla di inestimabile valore e la scioglie nell'aceto, offrendo poi la bevanda, considerata un potente afrodisiaco, ad Antonio. Nel dipinto la regina si sta accingendo a mettere la perla nella coppa: particolare è il nastro cui è legata la perla, che ricorda quello del dipinto omonimo di Carlo Maratta (1625 -1713). Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea di fine '800.

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Dipinto L'Adorazione dei Magi
ARARPI0262384
Dipinto L'Adorazione dei Magi

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Dipinto L'Adorazione dei Magi

Olio su tela. La sacra rappresentazione, ricchissima di figure, è collocata all'esterno di una struttura architettonica in rovina che ospita l'asino e il bue, in un paesaggio di campagna con pendici montuose in lontananza. La Sacra Famiglia, al centro della scena, riceve la visita dei tre Magi venuti dall' Oriente, riconoscibili dalle vesti sontuose: il primo inginocchiato davanti al Bambino, con la corona poggiata a terra in segno di umile ossequio; il secondo alle sue spalle a destra, sta prendendo dalle mani del servitore l'urna con il dono che porta; il terzo appena sceso da cavallo, ancora più arretrato, aspetta seduto sul bordo del pozzo. Tutto intorno, sono raffigurate molteplici figure del seguito dei re, insieme a gruppi di pastori che si arrampicano sulle rovine per assistere alla scena. In alto volteggiano i due angeli con la scritta di Gloria, mentre sopra la capanna brilla la stella cometa. Risalta subito la coralità della scena, ove nessuno spicca o primeggia, ma tutti i personaggi hanno il loro ruolo che ruota intorno alla figura del Bambin Gesù. La tela è stata restaurata (piccola toppa al retro) e rimontata su telaio alla metà del '900, nonchè collocata in cornice dello stesso periodo.

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Dipinto L'Ultima Cena
ARARPI0261669
Dipinto L'Ultima Cena

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Dipinto L'Ultima Cena

Olio su tela. La sacra rappresentazione segue i canoni rappresentativi tradizionali di tale soggetto: la lunga tavola disposta trasversalmente è presieduta al centro dal Cristo, che sta annunciando agli apostoli l'imminente tradimento da parte di uno di loro; mentre tutti gli altri apostoli sono voltati verso il Maestro nel gesto di chiedere se l'accusa li riguardi ("Sono forse io?"), Giuda, in primo piano a sinistra, dà le spalle a Gesù con un gesto di disperazione, mentre stringe nella mano il sacchetto dei trenta denari, il prezzo del tradimento. Al centro in basso, davanti alla tavola, un cagnolino guarda il traditore: l'animale simbolo di fedeltà vuole forse essere l'ultimo tentativo per fermare Giuda, prima di compiere definitivamente il tradimento. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile. L

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Dipinto Madonna con il Bambino
ARARPI0262370
Dipinto Madonna con il Bambino

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Dipinto Madonna con il Bambino

Olio su tela. Si tratta di una copia da dipinto di Antony Van Dick (1599 -1641), che realizzò tale soggetto in tre versioni, durante il suo soggiorno in Italia – tra il 1621 e il 1625, che vennero in seguito ampiamente copiate. La composizione delle due figure è fedele all'originale, con la contrapposizione dello sguardo di Maria che si rivolge addolorato verso il cielo, pensando al destino del Figlio, contro quello determinato e sicuro del Bambino, che si rivolge all'esterno della composizione. Manca rispetto all'originale l' imponente colonna nello sfondo, qui monocromo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Cristo coronato di Spine
ARARPI0262391
Dipinto Cristo coronato di Spine

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Dipinto Cristo coronato di Spine

Olio su tela. Il Cristo, seduto nella prigione, con indosso il mantello rosso e una canna tra le mani, riceve anche la corona di spine, a completare i simboli di dileggio della sua dichiarata regalità, motivo della sua condanna a morte. La scena presenta figure movimentate e ben definite; il Cristo centrale, sofferente e rassegnato nell'espressione del viso, è illuminato dalla luce che entra dall'apertura nella parete rocciosa, mentre i due soldati gli fanno da contorno. Il dipinto in prima tela, è inscritto in tre elementi lignei tortili, scolpiti a motivi fogliacei e dorati.

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La Continenza di Scipione
ARARPI0135940
La Continenza di Scipione

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La Continenza di Scipione

Olio su tavola. Scuola nord-europea del XVII secolo. La scena raffigura un episodio della vita di Scipione narrato da Tito Livio e da Valerio Massimo. Publio Cornelio Scipione, poi noto come Scipione l'Africano, nel 209 a.C. durante la campagna di Spagna, dopo la presa di Cartagena ricevette come omaggio personale una bellissima vergine, che si trovava nel gruppo degli ostaggi. Ma egli, ascoltando le suppliche della sua famiglia, la rispettò rimandandola ai genitori e al fidanzato, con l'unica raccomandazione che il suo promesso sposo si adoperasse per la pace tra Roma e Cartagine. Nella raffigurazione Scipione è al centro, seduto sul suo trono, e si rivolge a sinistra, ai genitori supplici della fanciulla, mentre con un gesto clemente, indica loro di riprendersi la figlia, in piedi a destra, affiancata dal fidanzato. All'intorno , soldati e seguaci del re. La scena è ricca di figure, luminosa e colorata, e sottolinea la positività del re, personaggio centrale e potente, ma capace di mitezza e clemenza. Il dipinto, restaurato, è stato rinforzato al retro con listelli lignei. E' presentato in cornice in stile.

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Louis Dorigny attribuibile a
SELECTED
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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi
ARARPI0150724
Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a un ciotola piena di funghi porcini e ad un grappolo d'uva: con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Festa di Paese
ARARPI0262382
Dipinto Festa di Paese

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Dipinto Festa di Paese

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVIII secolo. Vivace e movimentata scena, che raffigura una festa popolare nel paese: un gruppo di uomini e donne davanti alla locanda del paese, riconoscibile dall'insegna, danza accompagnato dai musicanti sulla sinistra, mentre la gente all'intorno osserva, beve, chiacchiera. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata in stile.

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Dipinto Scena Galante all'Aperto
ARARPI0262381
Dipinto Scena Galante all'Aperto

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Dipinto Scena Galante all'Aperto

Olio su tela. Scuola francese del XVIII secolo. La scena raffigura il momento in cui una elegante giovane donna giunge sul luogo di una festa all'aperto: sta scendendo dal suo cocchio da campagna, trainato da cani, aiutata galantemente da un giovane signore. Intorno a lei la cameriera, ancora sul cocchio, a regger l'ombrellino parasole, le altre fanciulle del suo seguito e la locandiera che accolgono la signora, e si accingono ad allestire il banchetto con le vivande contenute nel paniere. I colori accesi dei personaggi vivacizzano l'ambiente rurale, mentre l'abito bianco della protagonista spicca e illumina la scena. Il dipinto, in prima tela, presenta tracce di restauro e piccole cadute di colore. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino
ARARPI0135936
Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

Olio su tela. Nella bella composizione si vedono, appoggiati su una credenza di legno intarsiato, un cestino colmo di ciliegie, di cui alcune sparse sul piano, e un piatto colmo di ribes rosso, frammisti a foglie e a qualche fiorellino di ciliegio. Sul manico del cesto è appoggiato un cardellino; a incorniciare la composizione, sulla destra un grande mazzo di fiori variopinti in vaso, sulla sinistra un tendaggio rosso. Spiccano i colori vivaci dei frutti, dei fiori e della tenda, mentre il mobile d'appoggio si confonde con lo sfondo scuro, così come l'uccellino, distinguibile dallo sfondo scuro solo per il piumaggio bianco sulle ali e il contorno rosso degli occhietti. L'opera rientra nell' ampia produzione emiliana del XVII secolo di tale tipologia di soggetto, altamente decorativa. Il dipinto, restaurato e ritelato, presenta un cretto marcato e cadute di colore lungo i bordi.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche
ARARPI0150725
Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a due grosse zucche e a frutta mista (uva e pesche): con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Ritratto maschile
ARARPI0262379
Dipinto Ritratto maschile

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Dipinto Ritratto maschile

Olio su tela. E' il ritratto di un uomo in armatura, accompagnato dalla scritta in alto a destra "Paulus Maria Castellanus L.T. Gare". La parola Castellanus potrebbe essere il cognome, molto diffuso e identificante l'abitante di un castello, non necessariamente il signore ma un membro della famiglia. Il dipinto è presentato in cornice antica.

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico
ARARPI0167017
Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII secolo. La grande tela deriva da un'incisione del 1562 ad opera del veneziano Giulio Sanuto, che riprendeva fedelmente l'opera omonima del Bronzino (1503-1572), attualmente conservata all'Hermitage; rispetto all'originale, l'incisione aggiunse il gruppo di Muse e modificò lo sfondo paesaggistico introducendo gli scorci dei paesi. L'opera è suddivisa in quattro scene, che vanno lette da destra verso sinistra. Nella prima scena è raffigurata la contesa musicale tra Apollo e il sileno Marsia, che suonava il flauto talmente bene da essere ritenuto superiore allo stesso dio; i due contendenti si stanno esibendo, il dio con la lira e il sileno con il flauto addirittura capovolto (per aumentare la difficoltà dell'impresa), davanti al re Mida e alla dea Minerva, riconoscibile dai suoi attributi, l'elmo, la lancia e lo scudo. Nella seconda scena Apollo è intento a scorticare Marsia, per punirlo dell'aver vinto la gara musicale; appoggiati per terra di fianco a lui, il suo mantello e la lira. Nella terza scena, è Re Mida ad esser punito dal dio per avergli preferito Marsia: Apollo sta infilando le orecchie d'asino a Mida, mentre Minerva assiste. Infine la quarta scena, in primo piano a sinistra, è caratterizzata da una figura particolare, identificata nel fedele servitore e barbiere del re: poichè Mida gli aveva ordinato di mantenere il segreto sulle sue orecchie d'asino, non potendo sfogarsi altrimenti, egli scavò una buca nel terreno e urlò lì dentro il suo segreto; in quel luogo però, la leggenda vuole che crebbe un cespuglio di canne che con il vento sussurravano "Re mida ha le orecchie d'asino", rivelando così il temuto segreto. Il dipinto è stato precedentemente restaurato e ritelato, ma necessita attualmente di eventuale ulteriore ripresa del colore. Sul retro a matita è presente una vecchia attribuzione alla scuola ferrarese ("Ercole da Ferrara"). E' presentato in cornice in stile di fine '800.

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