Zakhor. Rivista di storia degli Ebrei d'Italia V/2001-2002 - Ebrei: Identità e Confronti

Freud's Moses: Judaisam Terminable and Interminable

Yosef Hayim Yerushalmi
Yale University Press

Moses and Monotheism, Freud's last major book and the only one specifically devoted to a Jewish theme, has proved to be one of the most controversial and enigmatic works in the Freudian canon. Among other things, Freud claims in the book that Moses was an Egyptian, that he derived the notion of monotheism from Egyptian concepts, and that after he introduced monotheism to the Jews he was killed by them. Since these historical and ethnographic assumptions have been generally rejected by biblical scholars, anthropologists, and historians of religion, the book has increasingly been approached psychoanalytically, as a psychological document of Freud's inner life--of his allegedly unresolved Oedipal complex and ambivalence over his Jewish identity.

In Freud's Moses a distinguished historian of the Jews brings a new perspective to this puzzling work. Yosef Hayim Yerushalmi argues that while attempts to psychoanalyze Freud's text may be potentially fruitful, they must be preceded by a genuine effort to understand what Freud consciously wanted to convey to his readers. Using both historical and philological analysis, Yerushalmi offers new insights into Freud's intentions in writing Moses and Monotheism. He presents the work as Freud's psychoanalytic history of the Jews, Judaism, and the Jewish psyche--his attempt, under the shadow of Nazism, to discover what has made the Jews what they are. In the process Yerushalmi's eloquent and sensitive exploration of Freud's last work provides a reappraisal of Freud's feelings toward anti-Semitism and the gentile world, his ambivalence about psychoanalysis as a "Jewish" science, his relationship to his father, and above all a new appreciation of the depth and intensity of Freud's identity as a "godless Jew."

Ottavio Bertotti Scamozzi studioso di Andrea Palladio

Loredana Olivato
Neri Pozza Editore

Libri - Storia - Locale

Storia dell'Africa

John D. Fage
Società editrice internazionale

L'alguer

Eduard Toda i Guell
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I carteggi ascoli-salvioni, ascoli-guarnerio e salvioni-guarnerio

Paolo A. Faré
Istituto Lombardo di Scienze e Lettere

La Sicilia come metafora

Leonardo Sciascia
Arnoldo Mondadori Editore

Lepanto

Alessandro Barbero
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"Non appena in Occidente si sparse la voce della prossima uscita della flotta turca, papa Pio V decise che quella era l'occasione buona per realizzare un progetto che sognava da tempo: l'unione delle potenze cristiane per affrontare gli infedeli in mare con forze schiaccianti, e mettere fine una volta per tutte alla minaccia che gravava sulla Cristianità. Quando divenne sempre più evidente che la tempesta era destinata a scaricarsi su Cipro, il vecchio inquisitore divenuto pontefice, persecutore accanito di ebrei ed eretici, volle affrettare i tempi." È la primavera del 1570. Un anno e mezzo dopo, il 7 ottobre 1571, l'Europa cristiana infligge ai turchi una sconfitta catastrofica. Ma la vera vittoria cattolica non si celebra sul campo di battaglia né si misura in terre conquistate. L'importanza di Lepanto è nel suo enorme impatto emotivo quando, in un profluvio di instant books, relazioni, memorie, orazioni, poesie e incisioni, la sua fama travolge ogni angolo d'Europa. Questo libro non è l'ennesima storia di quella giornata. È uno straordinario arazzo dell'anno e mezzo che la precedette. La sua trama è fatta degli umori, gli intrecci diplomatici, le canzoni cantate dagli eserciti, i pregiudizi che alimentavano entrambi i fronti, la tecnologia della guerra, di cosa pensavano i turchi dei cristiani e viceversa.

Una vita per l'arte. L'arte di una vita

Luciano Silva
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Le mura di Gradara

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Il Comune di San Casciano

G. Carocci
Tipografia minori corrigendi