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Designer Famosi
Sei un appassionato di design? Oppure stai solo curiosando su internet?
In qualsiasi caso sei finito nel posto giusto. In questa pagina elencheremo tutti i designer famosi del 900.
- Gio Ponti
- Osvaldo Borsani
- Archimede Seguso
- Joe Colombo
- Ico Parisi
- Sergio Mazza
- Le Corbusier
- Ettore Sottsass
- Fratelli Castiglioni
- Marco Zanusi
- Piero Fornasetti
Cercheremo di raccontarti le tappe fondamentali della loro vita per capire al meglio come sono diventati designer famosi nel mondo.
Gio Ponti
I primi anni
Gio Ponti (Giovanni Ponti) nacque a Milano nel 1891, e si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1921, dopo aver interrotto gli studi a seguito della sua partecipazione alla prima guerra mondiale.
Inizialmente aprì uno studio assieme all'architetto Emilio Lancia. Nel 1923 partecipò alla I Biennale delle arti decorative tenutasi all'ISIA di Monza e successivamente fu coinvolto nell'organizzazione delle varie Triennali, sia a Monza che a Milano.
Gli anni ‘20
Negli anni venti comincia la sua attività di designer all'industria ceramica Richard Ginori, e rielabora complessivamente la strategia di disegno industriale della società; con le ceramiche vince il "Gran Prix" all'Esposizione di Parigi del 1925. In questi anni la sua produzione è improntata più ai temi classici ed è vicino al movimento Novecento, che si contrappone al razionalismo del Gruppo 7.
Gli anni ‘30
L'attività di Ponti negli anni trenta si estende: organizza la V Triennale di Milano nel 1933, disegna le scene ed i costumi per il Teatro alla Scala, ed è partecipe dell'associazione del Disegno Industriale ADI, essendo tra i sostenitori del premio "Compasso d'oro" promosso dai magazzini La Rinascente.
Gio Ponti designer riceve tra l'altro numerosi premi sia nazionali che internazionali e così nel 1936, quando la sua professionalità è affermata, diventa professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, cattedra che manterrà sino al 1961.
Editoria
Sempre negli stessi anni inizia anche la sua attività editoriale: nel 1928 fonda la rivista Domus, testata che non abbandonerà più, salvo che nel periodo 1941-1948 (in cui dirige la rivista Stile). Domus assieme a Casabella, rappresenterà il centro del dibattito culturale dell'architettura e del design italiani della seconda metà del Novecento.
Gio Ponti architetto
Nel 1933 passa alla collaborazione con gli ingegneri Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini per creare lo studio Ponti-Fornaroli-Soncini che abbraccia con forte decisione l’estetica modernista. Lavoreranno insieme fino al 1945.
Nel 1950 si aggiudica la commissione per uno dei palazzi più iconici del XX secolo, la Torre Pirelli a Milano.
Nel 1951 l'architetto Alberto Rosselli si unisce allo studio che diventa Ponti-Fornaroli-Rosselli. Anche dopo la morte di Gio Ponti nel 1976 gli altri due continuano a lavorare insieme.
Il periodo più prolifico
Intanto sia il design che l'architettura di Gio Ponti diventano in questi anni più innovative, abbandonando i frequenti riallacci al passato neoclassico. È qui che inizia il periodo di più intensa e feconda attività sia nell'architettura che nel design. Negli anni cinquanta, infatti, realizzerà alcune delle sue opere più importanti: sedie Gio Ponti, mobili Gio Ponti e molto altro.
Nel 1949 disegna la macchina per il caffè Pavoni ma, anche diverse lampade e oggetti di arredamento disegnate per produttori come Cassina, Artemide e Venini. Appartiene a questo periodo la costruzione, a Forlì, su incarico di Aldo Garzanti, del complesso, progettato nel 1953 e terminato nel 1957, che comprende sia l'Hotel della Città et de la Ville sia il Centro Studi Fondazione Livio e Maria Garzanti. Gio Ponti morirà a Milano nel 1979.
Osvaldo Borsani
Osvaldo Borsani è stato un architetto e designer italiano. È nato a Varedo nel 1911. Suo padre, Gaetano Borsani, fu un famoso artigiano in campo della mobilia e suo fratello gemello Fulgencio è stato il suo collaboratore e socio in affari. Ha studiato Belle Arti all’Accademia di Brera e presso il Politecnico di Milano architettura, dove si laurea nel 1936.
Dopo aver ricevuto la laurea, entra a far parte dell'azienda di famiglia, Atelier Varedo come designer di mobili. Progettò e produsse un’ampia rosa di modelli dall’influenza Art Déco europea. Particolarmente degno di nota è stato un modello del 1946 di sistema di scaffalatura a muro.
Nel 1932 la manifattura cambia nome in Arredamento Borsani, ed apre il suo primo negozio a Milano. In questo periodo Osvaldo Borsani inizia a collaborare con artisti milanesi come Fontana, Fabbri, Arnaldo e Pomodoro.
Osvaldo Borsani Tecno
Nel 1953, Osvaldo e Fulgenzio fondano la ditta Tecno che, come suggerisce il nome, è famosa per il suo occhio attento alla tecnologia all'interno del Designing. Nel 1955, Tecno rilascia uno dei pezzi più noti, la poltrona P40. È caratterizzata da bracci in gomma e può assumere 486 posizioni distinte. Altro pezzo famoso è il divano D70, che ha velocemente raggiunto fama mondiale.
Nel 1968 sviluppa insieme a Eugenio Gerli il sistema per ufficio Graphis. Vengono riprodotti più di un milione di esemplari e proprio grazie a questo Tecno diventa un grande produttore mondiale di design per ufficio.
Alla fine degli anni Sessanta, Osvaldo Borsani, assieme a Marco Fantoni e alla figlia Valeria, crea il Centro Progetti Tecno. Un laboratorio di design assolutamente innovativo per l’ideazione di nuovi prodotti, la gestione dei grandi lavori di architettura d’interni, la sperimentazione di nuove tecnologie, le strategie e gli strumenti della comunicazione d’impresa.
Borsani ha agito come unico progettista della società per oltre 30 anni, solo a metà del 1980 altri autori si sono uniti alla ditta. Oggi, Tecno è nota per i suoi mobili innovativi per uffici ed edifici pubblici.
Archimede Seguso
Archimede Seguso è stato un imprenditore e mastro vetraio italiano. Seguso è stato uno dei più noti vetrai veneziani, distinguendosi nella lavorazione del vetro pesante. Iniziò subito a lavorare nella Vetreria Barovier dove il padre era socio e che si trasformò negli anni '30 nella Soffieria Barovier Seguso & Ferro. Qui collaborò con rilevante importanza l'artista Flavio Poli.
Queste collaborazioni cessarono nel 1946 quando Archimede Seguso fondò la Vetreria Artistica Archimede Seguso (Murano). Qui riuscì a spaziare riutilizzando tecniche antiche di soffiatura come le famose "Filigrane" chiamate a "Piuma" e "Merletto" oltre a sperimentare e realizzare nella seconda metà del Novecento vetri di carattere dai colori sovrapposti e dai forti contrasti cromatici nella tecnica del "Sommerso". Queste lo portarono alla sperimentazione di nuove forme come si può notare nella sua famosa e diffusa serie di vasi e ciotole Polveri del 1953.
I lampadari, invece, che furono le prime opere della vetreria Archimede Seguso. Continuarono ad essere prodotti anche nella seconda metà del '900. Furono usati per arredare gli interni di edifici come cinema, teatri, hotel, chiese e uffici pubblici italiani e internazionali.
Mastro vetraio
Il passaggio di Seguso dall’azienda di famiglia a una propria, segnò uno spartiacque nella storia della produzione del vetro modernista. Se fino a quel momento la soffiatura del vetro era di tipo industriale da questo momento in poi si passa a una produzione artigianale. I disegni vengono eseguiti da un’ampia squadra di lavoratori e poi la produzione è affidata a una piccola fornace guidata da un singolo artista.
Archimede Seguso nel mondo
Seguso Archimede scomparso nel 1999 lascia numerose sue opere, oltre ad un segno indelebile della sua creatività, in molti musei d'arte contemporanea di tutto il mondo.
Espose le proprie opere alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano, Liegi e a moltissime altre mostre. Nel 1982 partecipa alla mostra dei Mille anni del vetro a Venezia a Palazzo Grassi e al Museo Correr, con più sculture. Nel 1989 gli viene dedicata una mostra personale a New York presso Tiffany & Co. Nel 1991, il Comune di Venezia ospita a Palazzo Ducale una sua mostra. Fu l’unico caso in cui l’artista di cui si esponevano le opere era ancora in vita.
Joe Colombo
Joe Colombo nasce a Milano nel 1930, figlio di un industriale. Studia all'Accademia di Belle Arti di Brera. Nei primi anni Cinquanta entra nel gruppo di pittura nucleare con Enrico Baj che agitato dall’ansia internazionale della bomba nucleare cerca di rompere i confini statici della pittura tradizionale.
Joe Colombo designer
Entra nel mondo del design nel 1953 quando crea un soffitto per un club jazz di Milano e una serie di Television Shrines per la Triennale di Milano. Ispirato da questi eventi si iscrive alla facoltà di architettura al Politecnico di Milano, anche se non porterà mai a termine gli studi. Nel 1958 si ammala suo padre e, decide di abbandonare la pittura per occuparsi dell’azienda di famiglia insieme al fratello. Usa la fabbrica come spazio sperimentale per le ultime tecniche di produzione e i nuovi materiali come la fibra di vetro, il PVC e il polietilene.
Nel 1962, infine, apre uno studio di design a Milano dove si dedica prima di tutto a commissioni architettoniche e al design di prodotti. Il Joe Colombo design è caratterizzato da forme otticamente audaci e rotonde. Inoltre, era un sostenitore dell’utilizzo di tecnologie moderne.
Premi vinti:
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Nel 1964, alla XIII Triennale di Milano ottiene la Medaglia d'Oro Partecipa alla XIV Triennale di Milano, in cui in uno spazio interamente dedicatogli, espone nuove proposte di design d'interni, tra cui il celebre Sistema programmabile per abitare. Questo era composto da pezzi curvi che potevano essere uniti in numerose configurazioni per formare sedie, divani o interi salotti, e che poi incluse la famosa poltrona Joe Colombo: Tubo del 1969.
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Nel 1963 vince la Medaglia d'Oro alla Triennale di Milano con la lampada da Tavolo acrilica, attualmente parte integrante della collezione permanente del Museo d'Arte Moderna di Filadelfia.
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Nel 1967 vince il Premio Compasso d'Oro per la lampada Spider, prodotta da OLUCE.
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Nel 1968 ottiene il Design International Award a Chicago.
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Nel 1970 vince il Premio Compasso d'Oro per un Condizionatore d'aria prodotto dalla CANDY.
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Nel 1971 il Boby, prodotto per B-Line, vince il Primo premio allo SMAU di Milano.
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Nel 1972, poco dopo la sua prematura morte, il suo progetto di Unità arredativa globale viene esposto alla mostra Italy: The New Domestic Landscape che si tiene al MOMA di New York.
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Nel 1984 si tiene al Il Museo d'Arte Moderna Villeneuve-d'Ascq una sua retrospettiva. Dal 16 settembre al 18 dicembre 2005 presso la Triennale di Milano si è tenuta la retrospettiva JOE COLOMBO Inventing the future.
Ico Parisi
Domenico Parisi, detto Ico Parisi, nasce a Palermo nel 1926. Tra il 1931 e il 1935 lavora nel settore dell’edilizia a Como. L’anno seguente segna l’inizio della sua carriera professionale lavorando nello studio dell’architetto razionalista Giuseppe Terragni. In seguito, torna alla sua vocazione iniziale: il design. In questo periodo fonda due gruppi di architetti: Alta Quota e Gruppo Como.
Lo studio “La Ruota”
Nel 1947 sposa Luisa Aiani con cui apre lo studio La Ruota nell’anno seguente. Qui dirige attività di design e architettura di interni. Disegna mobili di design per aziende come Cassina, M.I.M, Singer, Altamira, Longhi, Cappellini. Parisi disegna molti interni, mobili, vetri, gioielli, e progetti architettonici, sia da solo che con Luisa. Il loro studio era un punto d'incontro per collaborazioni tra artisti già affermati e designer in ascesa.
Nel 1950 si laurea in architettura a Losanna e nel 1951 si iscrive al Collegio dei Periti Industriali di Como. Ico, in collaborazione con gli architetti Silvio Longhi e Luigi Antonietti, disegna il Padiglione per il soggiorno per la decima Triennale di Milano. Riprendendo le forme di una tenda da circo, le pareti rinforzate in cemento e vetro formavano un salotto a forma di spirale. Parisi e il suo team dedicarono poi lo spazio ad un luogo comune con biblioteca e bar.
Nello stesso periodo in cui progetta gli arredi per la Libreria dello Stato, la Mostra del Giornalismo e per la Fiera di Bergamo, inizia le prime collaborazioni con gli artisti Fontana, Somaini, Munari, Radice. Le opere realizzate con questi sono caratterizzate dalla sintesi delle arti, ovvero dell’integrazione tra razionalismo e arte astratta.
Le opere più famose:
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Dalla collaborazione con il Gruppo T e con F. Somaini nascono nel 1968 i "Contenitori umani".
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Dal rapporto con i critici P. Restany ed E. Crispolti nascono i progetti "Ipotesi per una Casa Esistenziale" (1972) e "Operazione Arcevia Comunità Esistenziale" (1974). Tra gli artisti coinvolti figurano D. Hanson, César, C. Close, A. Burri, A. Cavaliere, T. Guerra, M. Antonioni.
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"Operazione Arcevia" partecipa alla Biennale di Venezia nel 1976 ed è esposta alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (1979).
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Dalla fine degli anni Settanta nasce la serie delle "Utopie", opere in bilico tra l'arte e la visione architettonica, tra cui "Libertà è uscire dalla scatola" viene presentata alla Biennale di Venezia 1978, "Utopia Realizzabile" al Palazzo delle Prigioni Vecchie di Venezia (1978), "Apocalisse Gentile" all'INARCH di Roma (1979), al Museo d'Ixelles di Bruxelles (1980) e al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1981).
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Partecipa a Documenta Urbana a Kassel (1982) e alla mostra "Les annèes 50" presso il Centre Pompidou, Parigi (1988).
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Nel 1984 realizza una retrospettiva di disegni all'Istituto Italiano di Cultura di Parigi e al Centre ADP di Lille.
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Nel 1986 si tiene la prima mostra antologica a lui dedicata presso il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano dal titolo "Ico Parisi: l'Officina del possibile", cui seguono "Ico Parisi: & Architecture" (1990) e "Ico Parisi: & Disegni" (1994) presso la Galleria Civica di Modena, alla quale dona nel 1994 i propri archivi di grafica.
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Presso la Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi di Como è conservato dal 1995 il Fondo Ico e Luisa Parisi.
Ico e Luisa Parisi
Ico e Luisa Parisi disegnano insieme nel loro studio e, il loro lavoro incarna lo stile moderno italiano degli anni ‘50. Il loro pezzo più famoso è la sedia Modello 8113 Uovo per Cassina. Nella rivista Domus la coppia viene celebrata per il loro design e per gli interni organici. Gio Ponti, loro grande amico, scrisse a Ico dicendogli:” Mio caro, la tua sedia Uovo è meravigliosa. Sei un maestro, e tutto quello che mi rimane da fare è ritirarmi a vivere a Civate nel dimenticatoio”.
Ico Parisi Cassina fu la loro collaborazione più fruttuosa. Con questa realizzarono molti design famosi tra cui le sedie Modello 691 e Modello 839 che furono candidate al Compasso d’Oro nel 1955.
Luisa Parisi muore nel 1990 e, Ico sei anni dopo a Como.
Sergio Mazza
Sergio Mazza è un noto designer italiano conosciuto per i suoi design di illuminazione. Nasce nel 1931 a Milano e si laurea nel 1954 in architettura presso Losanna.
Nello stesso anno fonda il suo studio e nel 1960 co-fonda, con l’ingegnere e designer Ernesto Gismondi, Artemide. Come obiettivo aziendale si propongono quello di realizzare prodotti senza tempo e tecnicamente innovativi.
Nel 1959 Mazza disegna il primo prodotto di successo dell’azienda: la lampada Alpa. Questa unisce elementi in vetro, marmo e metallo naturali e artificiali.
Artemide
Mazza continua a collaborare con le collezioni di Artemide, che includono sedute in fibra di vetro modellata e altri pezzi di arredamento che furono prodotti per un breve periodo di tempo e, quindi, oggi molto ricercati dai collezionisti. L’azienda collaborò con i maggiori designer di tutto il mondo per produrre oggetti distintivi e dalle linee architettoniche. Le opere più famose sono: la lampada Delta, la poltrona Mida, il mobile bar Barocco e la sedia impilabile Toga.
La collaborazione con Gramigna
Nel 1961 Mazza Sergio si separa da Gismondi e insieme a Giuliana Gramigna (architetto) apre a Milano lo Studio Smc. Insieme progettano pezzi di design per Arflex, Artemide, Cinova, Formica, Krupp, Poltrona Frau, Quattrifolio, Saporiti e Valenti. Mazza per oltre 20 anni (1966-1988) fu co-direttore, sempre con Gramigna, della rivista Ottagono che ricoprì un ruolo importante nella storia del design italiano. Nel 1967 inizia a disegnare per l’azienda italiana Olivari. Qui firma il design maniglie Macco e Giuliana.
Nella sua carriera ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti. Tra questi: una medaglia d’argento alla decima edizione della Triennale di Milano per Appartamento Italiano e, un Compasso d’Oro per la lampada Delta nel 1960.
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Le Corbusier
Charles-Édouard Jeanneret (Le Corbusier) è nato in Svizzera nel 1887. Nel 1900 inizia a studiare come incisore e orafo presso la École d’Art ma, quattro anni dopo amplia il proprio indirizzo includendo architettura. Dopo la prima guerra mondiale si reca a Parigi dove lavora su progetti governativi e, inoltre, si concentra sulla pittura.
Il movimento purista
Fu il co-fondatore del movimento Purista insieme al pittore Amédée Ozenfant. I due nel 1919 decidono di fondare la rivista L'Esprit Nouveau. Proprio su questa rivista Charles usa per la prima volta lo pseudonimo di Le Corbusier. Su questo periodico scrive le sue idee riguardo l’architettura moderna, basate su una filosofia di armonia e proporzione.
Lo studio a Parigi
Nel 1922, Le Corbusier insieme a suo cugino, aprono uno studio a Parigi. Nel 1928 si unisce anche l’architetto Charlotte Perriand. Sperimentano con il design d’arredamento interno.
Le Corbusier nel suo design fa uso delle figure geometriche essenziali. Nel 1943 crea Modulor, un sistema di proporzioni basato sulle misure dell’uomo come linea guida per un'architettura a misura d’uomo. Lo userà come base per tutti i suoi progetti futuri.
Le città
Dopo la guerra si propone come obiettivo quello di risolvere nella maniera più efficiente il problema degli alloggi. Sviluppò un nuovo concetto di costruire la città. Queste idee si possono vedere in diverse Le Corbusier opere, in particolare ne La Unité d’Habitation a Marsiglia (1946-1952) una delle realizzazioni pratiche delle teorie ideate dal celebre architetto. Negli anni ‘50 costruisce la nuova capitale indiana di Chandigarh dove riesce a trasformare in realtà la sua visione del design.
Le Corbusier concepiva l’abitazione come una “macchina per abitare” e in quanto tale necessitava di un “equipaggiamento” funzionale che rendesse la vita domestica il più agevole possibile. Ogni elemento era pura espressione del suo utilizzo: i mobili d'epoca dovevano essere degli strumenti idonei ad abitare in modo corretto gli spazi costruiti per l’uomo moderno. L’oggetto, quindi, spogliato dell’ornamento, recuperava la sua intima bellezza, esprimendosi in una forma semplice ed essenziale.
La collaborazione con Cassina
Nel 1964 la manifattura milanese Cassina acquistò l’esclusiva mondiale per la produzione dei suoi design d’arredamento. Qui ideò molti modelli di poltrona Le Corbusier, divano Le Corbusier, sedia Le Corbusier, tavolo Le Corbusier e molto altro.
Un architetto e designer che riuscì a fondere l'architettura con i bisogni sociali dell'uomo medio, rivelandosi un geniale pensatore della realtà del suo tempo.
Ettore Sottsass
Un altro grande designer del ‘900 è stato Ettore Sottsass. Nasce a Innsbruck nel 1917. Nel 1939 si laurea alla facoltà di architettura del Politecnico di Torino. Partecipa alla guerra e viene imprigionato per circa sei anni. Una volta liberato, nel 1947, lavora a Milano prima con il padre e poi nel proprio studio di design.
Nel 1957 diventa art director di Poltronova. Per questa azienda progetta i “Superbox”, armadi rivestiti in laminato, i mobili “Barbarella” e lo specchio “Ultrafragola”. Nel 1958 comincia una collaborazione che durerà per oltre trent’anni con Olivetti. Qui è il consulente per il design e riceverà molti premi per le sue creazioni. Disegna la prima calcolatrice italiana, macchine da scrivere e sistemi per ufficio.
Ettore Sottsass design
Ettore Sottsass sviluppa una visione del design; come critica sociale. Arriverà ad affermare “il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l’erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire una possibile utopia figurativa, o di costruire una metafora della vita. Certo, per me il design non è limitato dalla necessità di dare più o meno forma a uno stupido prodotto destinato a un’industria più o meno sofisticata; per cui, se devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto qualcosa sulla vita e devi insistere anche spiegando che la tecnologia è una delle metafore della vita”. È proprio questo pensiero che lo porta a produrre delle opere Ettore Sottsass in cui l’alchimia di forme, colori e materiali produce nuovi canoni estetici; tra le più importanti di questi anni troviamo: “Seggiolina da pranzo”, la lampada da terra “Svincolo” e il tavolino “Le strutture tremano”. Se sei alla ricerca di Ettore Sottsass lampade, ceramiche o sedie sei nel posto giusto. Di Mano in Mano riesce a offrirti la migliore selezione di design.
Fratelli Castiglioni
I fratelli Castiglioni sono tre architetti e designer milanesi (Livio, Piergiacomo e Achille Castiglioni). Nascono circondati dall’arte; il padre Giannino era uno scultore. Tutti e tre i fratelli si laureano in architettura al Politecnico di Milano. Nel 1944 aprono uno studio di architettura e product design in Piazza Castello a Milano. Continuarono la collaborazione fino al 1968 quando Achille Castiglioni decise di continuare il lavoro in proprio. Nel suo nuovo studio si dedicò sul furniture e industrial design.
Nonostante questo, Piergiacomo e Achille Castiglioni hanno collaborato insieme in molte occasioni. Hanno sviluppato un’idea di fratelli Castiglioni design che li ha permesso di realizzare opere che hanno segnato la storia del design italiano vincendo numerosi premi. Hanno collaborato con Kartell, Zanotta, Flos, Bernini, Siemens, Knoll, Poggi, Lancia, Ideal Standard, Arflex, Alessi che li hanno permesso di raggiungere una fama internazionale.
Quando si pensa ai fratelli Castiglioni designer la prima cosa che viene in mente sono le lampade. Gli esempi più famosi di Piergiacomo e Achille Castiglioni lampade sono: lampada Tubino del 1951, Achille Castiglioni Lampadina per le luci del 1957, la lampada da terra Toio. Tra Achille Castiglioni opere più iconiche e molto ricercate ci sono Arco e Parentesi, entrambe progettate per l’azienda Flos.
Se sei alla ricerca di una lampada Achille Castiglioni oppure più nello specifico di Arco Achille Castiglioni, Di Mano in Mano è il posto giusto. Siamo appassionati di design e per questo ricerchiamo solo l’eccellenza. Visita il nostro catalogo e scopri Achille Castiglioni designs.
Marco Zanusi
Proviamo a fare una piccola biografia di Marco Zanuso. Nasce nel 1916 a Milano e dopo essersi laureato in architettura al Politecnico inizia la sua carriera nel design. Insieme al gruppo BBPR, ad Alberto Rosselli, a Franco Albini, a Marcello Nizzoli e ai fratelli Livio, Pier Giacomo e Achille Castiglioni ha contribuito allo sviluppo del design moderno.
Negli anni del dopoguerra stringe un accordo con Arflex da cui nasceranno moltissimi modelli di sedute. La più importante è la poltrona Lady Marco Zanuso 1951. Le caratteristiche innovative di questa poltrona sono i materiali utilizzati: la gommapiuma e il nastrocord. In seguito inizia una collaborazione con Richard Sapper che porterà alla luce moltissime opere di Marco Zanuso. In seguito inizia a dedicarsi al design industriale, all'architettura e all’insegnamento.
Se sei alla ricerca di qualcosa di Marco Zanuso design, sei nel posto giusto. Di Mano in Mano da oltre 20 anni opera nel settore del design e per questo può offrirti moltissimi prodotti di eccellenza.
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Piero Fornasetti
Piero Fornasetti è nato a Milano nel 1913. È stato uno dei designer italiani più prolifici di sempre. Nel 1913 incontra Gio Ponti che lo spingerà a credere in se stesso e realizzare la sua idea di design: produrre oggetti di uso quotidiano arricchiti da una decorazione che avrebbe portato l’arte nelle case di tutti.
Inizia così una produzione di Piero Fornasetti piatti, porcellane, mobili e complementi d’arredo. Ha scelto di lavorare con oggetti della vita quotidiana per puntare alla riproducibilità delle sue opere. Le sue opere più famose sono le variazioni. Ad oggi ne esistono oltre 400, tutte diverse tra loro e tutte ispirate alla sua musa Lina Cavalieri. L’atelier Fornasetti dopo la morte di Piero Fornasetti continua a vivere grazie all’attività del figlio che è stato in grado di portare avanti l’azienda di famiglia e farla conoscere a livello internazionale.
Questi sono solo alcuni dei designer del 900. Fu un secolo rivoluzionario non solo dal punto di vista storico ma anche per l’arte.
L’arredo vede un cambiamento drastico. Dalla produzione artigianale si passa a una produzione in serie. Non si ricerca più l’unicità dei mobili nelle loro imperfezioni ma si cerca di creare un modello unico per tutte le persone.
È proprio così che nasce il design moderno.
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