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LIBRI DI SCIENZE UMANE

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Non ho l'arma che uccide il leone
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Non ho l'arma che uccide il leone

Peppe Dell'Acqua
Stampa alternativa/ Nuovi equilibri

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Non ho l'arma che uccide il leone

Peppe Dell'Acqua
Stampa alternativa/ Nuovi equilibri

Siamo agli inizi degli anni settanta. Prima a Gorizia, poi nell'ordinato e fiabesco parco sulla collina di San Giovanni che nasconde il manicomio di Trieste, Franco Basaglia inizia a scardinare i cancelli della psichiatria, a liberare - una a una - le persone che vi sono rinchiuse, a cancellare per sempre dai corpi e dalle menti il duplice marchio del "pericolo" e dello "scandalo" che leggi, usanze e costumi conferivano alla follia e al folli: poveri, pericolosi e scandalosi. Che ricominciano a respirare, a parlare, uscire, camminare, sognare e raccontare i propri sogni, ritornando a essere ciò che sono. Persone, cittadini con un nome, un cognome, un indirizzo, una professione, un conto in banca, uno stato civile, un campo d'azione dove giocarsi un futuro. Peppe Dell'Acqua, giovane psichiatra arrivato a Trieste, registra queste voci. E da quell'ascolto prende vita una grande e unica testimonianza, mai sentita prima. Ed ecco che "Non ho l'arma che uccide il leone" diventa un classico che, come tutti i classici, ha la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto: quell'attimo fuggente e magico in cui viene scritto un pezzo di storia, dopo il quale niente sarà più come prima.

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Politiche del sintomo
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Politiche del sintomo

Giovanni Roseo
Panozzo Editore

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Politiche del sintomo

Giovanni Roseo
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La secolarizzazione
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La secolarizzazione

Sabino S. Acquaviva, Gustavo Guizzardi
Il Mulino

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Proverbi della Russia
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Proverbi della Russia

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L'eclissi del sacro nella civiltà industriale
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L'eclissi del sacro nella civiltà industriale

Sabino Acquaviva
Arnoldo Mondadori Editore

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Sabino Acquaviva
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Montagnaterapia e psichiatria
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Montagnaterapia e psichiatria

Sandro Carpineta
Edizioni provincia autonoma di Trento assessorato alle politiche per la salute

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I rom e l'azione pubblica
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I rom e l'azione pubblica

Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani, Tommaso Vitale
Nicola Teti editore

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Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani, Tommaso Vitale
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L'omogeneo e il suo rovescio
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L'omogeneo e il suo rovescio

Massimo Recalcati
Franco Angeli

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L'omogeneo e il suo rovescio

Massimo Recalcati
Franco Angeli

A partire dai primi anni Novanta in Italia si è sviluppata con particolare forza l'applicazione della psicoanalisi al piccolo gruppo cosiddetto monosintomatico o omogeneo, caratterizzato dalla presenza di soggetti che condividono la stessa sofferenza sintomatica. In questo contesto l'autore si è trovato impegnato in prima linea nella pratica con i piccoli gruppi monosintomatici anoressico-bulimici a conduzione analitica. Il libro distilla questa esperienza di psicoanalisi applicata alla terapeutica in modo creativo e rigoroso. Il suo taglio è teorico e clinico. Teoricamente viene messa a punto una concezione del lavoro psicoanalitico col piccolo gruppo che si orienta a partire dall'in-segnamento di Lacan, il quale, sebbene non si sia mai occupato in modo specifico dei piccoli gruppi terapeutici, fornisce comunque indicazioni vitali per una sua possibile teorizzazione. Clinicamente il riferimento maggiore è al piccolo gruppo anoressico-bulimico, alla sua specificità soggettiva e al suo trattamento. L'autore ordina gli insegnamenti ricevuti dalla sua pratica in un modello teorico originale. Il "rovescio dell'omogeneo" indica sinteticamente la strategia della cura: consentire che la particolarità soggettiva, dispersa anonimamente in un'identificazione alienata ad un tratto comune, possa emergere nella sua singolarità più propria. Un ampio preliminare inquadra, in apertura, l'esperienza clinica dei piccoli gruppi monosintomatici nella cornice più generale della clinica contemporanea, delle sue nuove declinazioni sintomatiche e delle sue implicazioni etiche e storico-politiche. (editore).

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Teoria del lavoro reputazionale
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Teoria del lavoro reputazionale

Vincenzo Estremo
Milieu edizioni

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Teoria del lavoro reputazionale

Vincenzo Estremo
Milieu edizioni

La rivoluzione informatica ha segnato in maniera evidente la vita contemporanea, conducendo l'umanità verso un radicale ripensamento del concetto di lavoro. I soggetti, per la prima volta nella storia, diventano a loro volta prodotto finito e valore aggiunto del ciclo produttivo. Un processo in cui il lavoro ha subito una riconversione da professionale a reputazionale. Più che entrare nell'era della 'fine del lavoro', ci si sta avviando verso una trasformazione virtuosa e artistica del lavoro stesso. Il sistema dell'arte contemporanea diventa il campo di ricerca all'interno del quale prende corpo un'analisi che mostra il modo in cui le emozioni di quello stesso sistema, contribuiscono allo sviluppo del tardo capitalismo. Teoria del lavoro reputazionale guarda ai modi in cui le entità instabili dell'arte hanno anticipato tendenze di sfruttamento e autosfruttamento, denunciando i legami tossici e coercitivi tra il sistema capitalistico e il mercato del lavoro. Da un punto di vista strutturale, il libro affronta attraverso la prospettiva dell'arte contemporanea, alcune tematiche sensibili delle società ad alto tasso di ingerenza digitale: dalla questione della nuova temporalità del lavoro, alla necessaria connivenza con i media, alla condizione di effimerità fino alla dimensione depoliticizzata dei movimenti di protesta. Un libro che pur non offrendosi sistematicamente ad analisi di tipo sociale, guarda dall'interno le avanguardie di sfruttamento di una nuova leva di lavoratori. Un saggio atipico in cui l'osservazione dei meccanismi di responsabilizzazione dei lavoratori e autolegittimazione artistica, fa il paio con delle riflessioni sulla perdita di potere contrattuale in una nuova e sempre più frastagliata lotta di classe.

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I nuovi contadini
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I nuovi contadini

Jan Douwe van der Ploeg
Donzelli

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I nuovi contadini

Jan Douwe van der Ploeg
Donzelli

Da sempre i contadini sono stati una presenza così forte e costitutiva che non si è mai sentito il bisogno di investigarne e comprenderne la posizione, il ruolo o la stessa esistenza. Ma negli ultimi due secoli, nell'epoca delle trasformazioni industriali, qualcosa è cambiato: i contadini sono stati considerati una figura sociale in estinzione o da eliminare, in quanto ostacolo al cambiamento. All'alba del terzo millennio, tuttavia, il mondo contadino non solo si presenta in molte forme nuove e inaspettate, ma sembra addirittura incarnare una risposta chiave per soddisfare i fabbisogni alimentari mondiali nella direzione di uno sviluppo sostenibile dell'agricoltura e delle economie rurali. L'autore del libro, un'autorità in materia a livello internazionale, dimostra che i contadini non sono affatto in decrescita; al contrario, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, assistiamo a fenomeni complessi di ritorno a un modo contadino di fare agricoltura. Il cuore di questo nuovo modello è la ricerca dell'autonomia rispetto al potere ordinatore degli imperi agroalimentari. Un'autonomia basata sulla mobilizzazione delle risorse locali all'interno di un processo produttivo che ne garantisca allo stesso tempo la riproduzione.

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Psicopatologia fenomenologica della psicosi
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Psicopatologia fenomenologica della psicosi

Giovanni Gozzetti, Ludovico Cappellari, Arnaldo Ballerini
Raffaello Cortina Editore

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Psicopatologia fenomenologica della psicosi

Giovanni Gozzetti, Ludovico Cappellari, Arnaldo Ballerini
Raffaello Cortina Editore

Gli autori offrono agli operatori della salue mentale la possibilità di esplorare un luogo sconosciuto quale è il mondo delle malattie mentali. La strada per conoscere questo mondo "altro" ma non "alieno" è quella tracciata in origine dalla psicopatologia generale di Jaspers e dalla fenomenologia, che fa dell'incontro con lo psicotico uno stimolo per rintracciare le strutture fondanti dell'essere umano in generale. Si richiama anche l'attenzione su come la psicopatolgia clinica sia l'unica base affidabile delle scelte terapeutiche della psichiatria, che devono muovere da che cosa una persona sente-pensa-sperimenta dentro di sé, e non da una categorizzazione nosografica in gran parte frutto di una convenzione.

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Psicoanalisi della moda
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Psicoanalisi della moda

Eugénie Lemoine-Luccioni
Bruno Mondadori

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Psicoanalisi della moda

Eugénie Lemoine-Luccioni
Bruno Mondadori

L'inconscio, come sostiene Jacques Lacan, è 'strutturato come un linguaggio'. Anche il vestito lo è. E, proprio come l'inconscio, può ritagliare forme più o meno primitive ed elaborate che producono sogni o incubi. Ma anche qualcosa di amorfo per chi non sa interpretare. Che cos'è più radicale, un colpo di forbici o un tratto di matita? Sia l'uno sia l'altro danno origine a una superficie. Ciò che decide è il desiderio e l'atto del soggetto che si imprimono sulla superficie cui danno origine.

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Ronald David Laing
Feltrinelli

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Linguaggio e psicanalisi, linguistica e inconscio
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Linguaggio e psicanalisi, linguistica e inconscio

Michel Arrivé
Spirali

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Linguaggio e psicanalisi, linguistica e inconscio

Michel Arrivé
Spirali

Se il novecento ha visto la nascita della linguistica e della psicanalisi, oggi Michel Arrivé le intreccia percorrendo la ricerca dei principali studiosi di linguistica e di psicanalisi. Ciascuno si trova, parlando, a errare, a sbagliare, a fare sviste, a dimenticare, a sognare; nessuno ha la lingua sempre pronta per l'uso, anzi l'uso comporta equivoco e malinteso. Da trent'anni Arrivé studia i rapporti fra linguaggio e inconscio. Il lettore italiano avrà modo di confrontarsi con i termini di un tema che a Parigi accende il dibattito culturale e scientifico.

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Volti dell'identità
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Volti dell'identità

Mario Galzigna
Marsilio

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Volti dell'identità

Mario Galzigna
Marsilio

Dopo e oltre Freud è necessario includere, nell'ambito di una soggettività ridefinita, le istanze e le figure della complessità identitaria, troppo spesso negata o ignorata dalle scienze psichiche e dalle scienze dell'uomo. Gli itinerari di ricerca e di riflessione teorica presenti in questo volume possono aiutarci lungo questo difficile percorso: di volta in volta, l'altro, e la moltitudine avranno il volto del simulatore, del perverso, del libertino, del paziente che incontra lo psicoterapeuta nel problematico gioco incrociato della "seduzione mimetica", del delinquente e dell'universo carcerario, dell'africano e dei suoi mondi culturali, del saggio d'Oriente, della sua capacità di risolvere l'angoscia e di "meditare l'impermanenza".

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I gruppi omogenei
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I gruppi omogenei

Silvia Corbella, Raffaella Girelli, Stefania Marinelli
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Silvia Corbella, Raffaella Girelli, Stefania Marinelli
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Aut aut 358
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Aut aut 358

AA.VV.
Il Saggiatore

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AA.VV.
Il Saggiatore

La rivista trimestrale "aut aut" è stata fondata a Milano nel 1951 da Enzo Paci. Nasce come rivista di filosofia con un'intonazione decisamente critica e un'apertura all'intero orizzonte culturale, dai fenomeni artistici ai problemi delle scienze umane, dalla letteratura alla psicanalisi e all'epistemologia. Questo tratto è rimasto costante lungo tutta la sua ininterrotta storia, anche quando "aut aut" è passata, nel 1976, sotto la direzione di Pier Aldo Rovatti, accentuando il progetto di una politica della cultura attraverso la filosofia.

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Lacan al presente
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Lacan al presente

Alex Pagliardini
Galaad Edizioni

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Lacan al presente

Alex Pagliardini
Galaad Edizioni

Si tratta di tracciare due linee del reale e di farlo su una superficie, l'insegnamento di Jacques Lacan, dunque di affermare il reale come impossibile e il reale come c'è dell'Uno. Si tratta, di conseguenza, di frequentare queste due linee, di perdere e trovare qualcosa nel loro zig zag, dunque di determinare errori e incontri fino a estrarre alcune affermazioni, parziali, sbilenche, opache, evidenti, della pratica psicoanalitica, della sua logica, della sua etica, della sua causa e del suo godimento. Si tratta, ancora, di farsi utilizzare dalle due linee del reale per produrre qualche variazione nella sostanza che da sempre rende necessaria, dunque superflua, la pratica psicoanalitica, ossia la ripetizione del sintomo, la ripetizione che è il sintomo, la ripetizione che è il reale di una vita. Si tratta infine, una volta fatto tutto ciò e mentre si sta facendo tutto ciò, di non perdere mai di vista "un fatto": il reale, almeno per Lacan, dà fuoco a tutto!

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La fine del sogno occidentale
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La fine del sogno occidentale

Serge Latouche
Eleuthera

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La fine del sogno occidentale

Serge Latouche
Eleuthera

Globalizzazione è un termine entrato prepotentemente nel linguaggio comune che ben esprime lo spirito dell'epoca. Ma in realtà questa sottomissione delle vite umane al predominio del mercato rientra in un movimento per occidentalizzare e uniformare il mondo in atto da alcuni secoli. Con una lucida analisi delle illusioni e dei limiti della modernità, Latouche suggerisce alcuni modi per resistere a questo nuovo ordine che stende la sua ombra sull'intero pianeta. Attraverso questo volume l'autore indica molteplici modalità informali con le quali gli esclusi del mondo, sempre più numerosi tanto al Nord quanto al Sud, riescono a sfuggire ai criteri e ai valori del pensiero unico. Resistenze che lasciano presagire come la morte dell'Occidente non sia necessariamente la fine del mondo.

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Gruppo
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Gruppo

Claudio Neri
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Claudio Neri
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Follia, psicosi e delirio
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Follia, psicosi e delirio

Franco Lolli
et al.

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Franco Lolli
et al.

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La pratica della follia
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La pratica della follia

s.a.
Centro internazionale di studi e ricerche Venezia

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s.a.
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Voci smarrite
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Voci smarrite

Laura Pigozzi
Antigone

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Voci smarrite

Laura Pigozzi
Antigone

Ideale proseguimento del precedente A nuda voce, il volume prende le mosse da un'esplorazione della voce nel suo valore di legame sociale, cioè come capacità di produrre arte e pensiero (nel linguaggio psicoanalitico, capacità di sublimazione): della voce mentre si fa canto, soprattutto in un'epoca come la nostra, controversa e complessa, e per molti aspetti anestetica, cioè non favorevole all'estetica, alla sensibilità e alla creazione. Cantare genera vibrazioni sonore che fanno godere, uomini e donne, di quello stesso godimento a onde concentriche che invade il corpo femminile nell'eros. Cantare, godere, sublimare. Ecco perché la voce -sostiene Laura Pigozzi - può testimoniare oggi la tenuta creativa del soggetto nei confronti di una cultura conformistica che vorrebbe distruggerne la singolarità. La voce si fa sintomo prezioso nella protesta inconscia dei dislessici e degli stonati, nelle tessiture vocali dei astrati e dei sopranisti. La voce si fa eco nelle iplofonie, corpo che si spoglia nelle stripsodie, ongelamento nelle voci anestetiche e in quelle narcise, bisso nel silenzio e nell'estasi di Santa Teresa, sublime tei timbro da Demetrio Stratos a Mina, da Antonin rtaud a Tom Waits e a Cathy Berberian. ltre a una rivisitazione del mito di Orfeo e a un esame della relazione tra canto e anoressia, il testo propone una coraggiosa interrogazione sulla sessualità maschile, e indaga il vissuto del cambio della voce negli adolescenti maschi e il tema delle voci trans.

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