Chiese e Monasteri a Verona

Mostra internazionale della stereoscopia nella fotografia e nel cinema

s.a.
Museo nazionale del cinema

Fous de couleur

Christophe Mauron, Nicolas Crispini, Christophe Dutoit
Editions Alphil

"En 2002, les conservateurs du Musée gruérien de Bulle (Suisse) découvrent une mallette en bois vernis dans le fonds du photographe Simon Glasson (1882 1960). À l'intérieur, 242 plaques en verre. Des photographies en couleurs prises en Suisse, particulièrement en Gruyère, entre 1914 et 1938. Des images précieuses et rares, oubliées depuis des décennies. Le procédé utilisé, l'autochrome, est une technique de photographie positive en couleurs commercialisée dès 1907 par les frères Auguste et Louis Lumière, les inventeurs du cinéma. Cet ouvrage raconte les débuts de la photographie couleur en Suisse sur la base de recherches menées dans plus de trente collections publiques et privées. Laissez-vous émouvoir par des vues pittoresques de Gruyères, de Chillon, du lac Léman, de Zermatt et des chutes du Rhin. Partez sur les pas des opérateurs des Archives de la Planète, le projet du banquier français Albert Kahn, qui réalisent plus de 1 600 clichés en Suisse dès 1911. Découvrez les motivations des auteur de l'époque, entre respect de la tradition picturale et conservation du patrimoine. Là réside tout le paradoxe de l'autochrome : une technique nouvelle mise au service d'une vision ancienne. En collaboration avec le Musée Albert-Kahn à Boulogne-Billancourt. Sous le patronage de la Commission suisse pour l'Unesco, dans le cadre de l'Année internationale de la lumière."--Editions Alphil website.

Vita delle strade

Alberto Manodori
The Golden Series

Il miglio d'oro

Roberto Di Stefano, Aldo Trione
Il Laboratorio Edizioni

Prada a Milano fotografata da Albert Watson

Albert Watson
s.e.

161 pix

Andrea Pizzi
Leonardo Arte

Augustin Cardenas

E.C. Malagodi e Josè Pierre
Franco Sciardelli

Ezra Pound

Diego Mormorio
Franco Sciardelli

Forms

Patrick Demarchelier
Rizzoli

Al di la del buio

Luca Artioli
Mondadori Electa

In festa

Gianni Berengo Gardin
Contrasto

"Cosa sia veramente la festa e impossibile dirlo. Si può solo mostrarlo. Quella compresenza di solennità e di gioco, di tradizione e di irrisione, di religione e di trasgressione, di esaltazione e di introspezione, di ricordanza e di licenza, di corporeità e di spiritualità, che è l'essenza del fenomeno festivo non si lascia afferrare dalle parole, ma in compenso resta imprigionata nell'obiettivo fotografico. Ne sono la prova questi bellissimi scatti di Gianni Berengo Gardin, che non si limitano a fornirci delle splendide immagini di questa o quella ricorrenza. Ma catturano proprio l'essenza universale della Festlichkeit, quell'ombra del passato che sorge e ritorna sempre nel dì di festa, come scrive Leopardi nel più vertiginoso dei suoi Pensieri. È l'ombra della società che risorge. Ci sta davanti come una visione, nostra e non più nostra. E squaderna le sue architetture materiali e immateriali di fronte all'occhio del fotografo." (Dall'introduzione di Marino Niola)

Confini di umanità

Paolo Pellegrin
Contrasto

"Il mio ruolo - ha scritto Pellegrin - è quello di creare dei documenti per la nostra memoria collettiva". Il fotografo, infatti, nella sua ormai consolidata carriera si è dedicato al racconto di guerre, dei migranti, della tragedia umana che quest'epoca vive; ma lo ha fatto ponendo sempre l'attenzione sull'uomo, sul dettaglio, su ciò che non siamo abituati a osservare. Le emozioni, le storie, la dimensione più intima dell'individuo sono i protagonisti delle immagini di Pellegrin. Quei pochi elementi mostrati dalle fotografie si fanno simbolo della condizione umana; i particolari diventano la parte che rappresenta il tutto, e che costringono chi guarda a ricercare e ricostruire il dramma storico dei nostri tempi. Gli uomini, con la loro cultura, il loro passato e il loro futuro - spesso lontano e diverso - convivono sullo stesso pianeta non sempre pacificamente. Questo viaggio tra le fotografie di Pellegrin ci racconta una umanità divisa e spezzata. Il volume si arricchisce dei testi di Giulia Cogoli, Marco Aime e Marco Belpoliti: le loro parole riflettono sul ruolo della fotografia di Pellegrin e provano a raccontare quel bianco e nero struggente che ritrae la quotidianità di un pianeta dolorante e sconfitto dalle guerre.