Giovanni Ghisolfi, ambito di - Falaride fa gettare Perillo nel toro
Caratteristiche
Falaride fa gettare Perillo nel toro
Artista: Giovanni Ghisolfi (1623-1683) Ambito di
Titolo opera: Falaride fa gettare Perillo nel toro.
Epoca: XVII Secolo - dal 1601 al 1700
Soggetto: Soggetto Allegorico/Mitologico
Tecnica artistica: Pittura
Specifica tecnica: Olio su Tela
Descrizione : Falaride fa gettare Perillo nel toro.
Olio su tela. La scena rappresenta la vicenda di Perillo, inventore di un nuovo strumento di tortura, un toro metallico, vuoto all'interno e con una porta sul fianco, nel quale veniva rinchiusa la vittima e sotto il quale veniva poi acceso un fuoco che riscaldava il metallo fino ad arroventarlo: così la vittima all'interno arrostiva lentamente fino alla morte; Perillo propose la sua invenzione al tiranno di Agrigento Falaride, che però lo sperimentò sullo stesso inventore, gettandovelo dentro. Restaurato e ritelato. Il dipinto è presentato in cornice dorata di inizio '900.
Condizione prodotto:
Restaurato e ritelato
Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 125
Larghezza: 160
Profondità: 10
Dimensioni opera (cm):
Altezza: 98
Larghezza: 135
Informazioni aggiuntive
Artista: Giovanni Ghisolfi (1623-1683)
Epoca: XVII Secolo - dal 1601 al 1700
Nel XVII secolo l'arte è fortemente condizionata dal problema religioso: la Chiesa è ancora uno dei massimi committenti delle opere d'arte e le usa per affascinare e suggestionare i fedeli, esaltando la salvezza, raggiungibile solo con la fedeltà alla Chiesa. L'arte del XVII secolo è quindi uno strumento di educazione, prodotta per essere goduta e capita da molti. Così, alle scene che affrontano la rappresentazione di una realtà immaginaria, si accompagna l'analisi dei dettagli e la grande nitidezza dell'ambiente, in modo da proporre come reale ogni finzione e con l'intento di coinvolgere emotivamente l'osservatore, facendogli vivere in modo soggettivo una realtà infinita e grandiosa, riflette anche il desiderio dell'artista di esprimersi con libertà: egli infatti non si piega a schemi precostituiti, non usa forme rigide, contenute, organizzate in rigorose simmetrie compositive, ma forme libere, aperte e articolate. L'arte del 1600 è quindi una rappresentazione, il cui scopo è quello di impressionare, commuovere, persuadere; essa è il prodotto dell'immaginazione e il suo fine è di persuadere che qualcosa di non reale può diventare reale. Questo fenomeno artistico così complesso, viene definito tradizionalmente Barocco, e la sua nascita si colloca a Roma tra il terzo e il quarto decennio del XVII secolo, ove è rappresentato in modo eminente dall'opera di Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona, anche se lo snodo fondamentale è costituito dall'opera di Caravaggio. Il movimento si propaga poi in tutta l'Italia e l'Europa (ricordiamo in particolare Rembrandt, Rubens, Velazquez), nel mondo delle arti, della letteratura, della musica, e in numerosi altri ambiti, fino alla metà del XVIII secolo.Scopri di più sul XVII secolo con i nostri approfondimenti:
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