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Dipinto dell'ambito di Giuseppe Maria Crespi

Maddalena penitente,1750 ca.

Codice: ARARPI0178558

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Dipinto dell'ambito di Giuseppe Maria Crespi - Maddalena penitente,1750 ca.

Caratteristiche

Maddalena penitente,1750 ca.

Artista:  Giuseppe Maria Crespi (1665-1747) Ambito di 

Titolo opera:  Maddalena penitente

Epoca:  XVIII Secolo - dal 1701 al 1800

Soggetto:  Figure di Santi

Origine:  Italia

Tecnica artistica:  Pittura

Specifica tecnica:  Olio su Tela

Descrizione : Maddalena penitente

Olio su tela. La figura della Maddalena è qui rappresentata, come da tradizione, con lunghi capelli rossi; con gesto di dolorosa dedizione fissa lo sguardo sul crocefisso, che tiene con la mano sinistra premuta contro il braccio destro, questo a sua volta ripiegato in segno di raccolta penitenza. Tutto il corpo è reso con una splendida torsione contrapposta, che ha l'effetto di far avvertire allo spettatore la tensione del momento vissuto dalla santa. Alla sua sinistra è visibile il teschio, suo attributo tradizionale, e sullo sfondo s'intuisce la sagoma della grotta in cui è collocata. La parte del corpo emerge, grazie all'intensa luminosità delle braccia, collegata alle sfumature rosso ocra dei capelli e del volto, accentuando anche così il carattere erotico della scena, ricordando la pittura esuberante di Rubens, che grande influenza ebbe sull'opera di Crespi. Quest'accattivante e piacevolissima figura della Maddalena segue la tendenza ampiamente diffusa nel '600 e '700 di raffigurare i santi con un sottofondo di umana sensualità, rivelando la preferenza dei committenti per temi sacri intrisi di elementi profani. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice di fine '800- inizio '900.

Condizione prodotto:
Prodotto in buone condizioni, presenta piccoli segni di usura. Cerchiamo di presentare lo stato reale nel modo più completo possibile con le foto. Qualora alcuni particolari non risultassero chiari dalle foto, fa fede quanto riportato nella descrizione.

Dimensioni cornice (cm):
Altezza: 111
Larghezza: 89
Profondità: 6

Dimensioni opera (cm):
Altezza: 96
Larghezza: 75

Informazioni aggiuntive

Note storico bibliografiche

Il presente dipinto, databile a metà del '700 circa, è derivato dalle versioni originali di Crespi, attivissimo pittore di origini bolognesi, del quale sono note almeno due versioni. La prima, conservata alla pinacoteca di Bologna, già proveniente dalla collezione fiorentina Loeser, poi acquisita da privato inglese, fu acquistata dalla pinacoteca nel 1996. La seconda, più vicina alla nostra nel disegno dei particolari, faceva parte della collezione di Angelo Cecconi a Firenze, poi acquisita nel 1947 nella collezione Briganti, passata poi in raccolta privata a Como, fu messa in asta a Dorotheum nel 2018. Giuseppe Maria Crespi, detto Lo Spagnuolo, fu artista infaticabile e prolifico, totalmente dedito alla sua attività pittorica; sono sicuramente sue autografe almeno 300 opere, già documentate anni fa da Mira Merriman. Un primo racconto dettagliato della sua vita ci è lasciato dall'abate Giampietro Zanotti nella sua “Storia dell'Accademia Clementina” stampata a Bologna nel 1739, e poi altre notizie ci vengono dagli scritti del figlio Luigi, anch'esso pittore. Dai loro racconti emerge come Crespi si circondò di un notevole numero di giovani pittori, che ebbe a bottega, assieme ai suoi tre figli pittori, Luigi, Ferdinando e Antonio Liborio. A tutti, forte della sua esperienza, non smetteva di raccomandare l'esercizio della copia “ecco il perché esortasse egli di continuo i suoi scolari ad imbeversi delle maniere dei grandi uomini, per averle poi presenti alla fantasia, allorché operassero: ecco finalmente, il come formasse egli alla sua maniera”. Se nel presente dipinto non ci sono elementi per intravvedere interventi diretti del maestro, la sua alta qualità pittorica, unita ad alcuni particolari di resa luministica, e alle misure identiche alle due versioni originali di Crespi, ci possono fare ipotizzare che si tratti di una copia eseguita proprio nel suo ambito, da qualcuno dei suoi allievi o figli.

Artista: Giuseppe Maria Crespi (1665-1747)

Nato a Bologna nel 1665, Giuseppe Maria Crespi, soprannominato fin da giovanissimo "lo Spagnolo" o "lo Spagnoletto" per la sua abitudine di vestire abiti attillati all'uso spagnolesco, ricevette la sua prima formazione presso il pittore A.M. Toni per poi passare alla scuola del Canuti e, in seguito, frequentò l'Accademia del nudo dell'atelier di Cignani. Poi, finanziato dal ricco mecenate bolognese Giovanni Ricci, compì la seconda parte della sua formazione studiando, in giro per il nord Italia, le grandi opere della scuola emiliana del tardo Rinascimento (Correggio, Federico Barocci) e venendo a contatto con la coloristica veneziana che lo influenzerà particolarmente. Pittore molto versatile nella scelta degli episodi rappresentati, esplorò tutta la pittura, dalla sacra alla pittura di genere fino alla ritrattistica, creando opere originali, nel pieno recupero di alcuni elementi del naturalismo popolaresco. Tra il 1700 e il 1705 Crespi lavorò per Eugenio di Savoia. Divenne poi suo mecenate il principe Ferdinando de' Medici, per il quale eseguì alcune delle sue migliori opere tra cui Fiera di Poggio a Caiano, Strage degli Innocenti (Uffizi) e un'Estasi di santa Margherita (Museo diocesano di Cortona). Collaborò attivamente con l'Accademia Clementina a Bologna e in seguito ricevette una committenza da un mercante inglese, per il quale eseguì un ciclo che tratta la Vita di un cantante d'opera, a noi non pervenuto, tranne la Cercatrice di pulci, dove si vede chiaramente la povertà e l'anti-eroicismo dell'episodio e del personaggio come si era visto nelle opere precedenti. Nel 1740 ricevette la nomina di cavaliere da papa Benedetto XIV. Nel 1745 perse la vista senza poter più dipingere e morì nel 1747.

Epoca: XVIII Secolo - dal 1701 al 1800

Nel secolo dell'Illuminismo, ovvero dell'esaltazione della ragione e della scienza come unici strumenti che possono liberare l'uomo dall'ignoranza e dal giogo della Chiesa e della nobiltà, l'arte passa dall'intento del Barocco di raccontare le verità religiose o di imitare la natura, con forti contrasti chiaroscurali ed eccessi artificiosi, alle forme più leggere e vaporose (talora anche frivole e leziose) del cosiddetto Barocchetto o Rococò, per sfociare nel Neoclassicismo che, guardando all'arte antica dei Greci e dei Romani, vuole riproporre la scoperta del bello, nella ricerca dell'armonia, delle proporzioni, degli equilibri.
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Soggetto: Figure di Santi

Tecnica artistica: Pittura

La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto come la carta, la tela, la seta, la ceramica, il legno, il vetro o un muro. Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, che li porti a uno stadio liquido, più fluido o più denso, e un collante, che permetta l'adesione duratura al supporto. Chi dipinge è detto pittore o pittrice. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte.

Specifica tecnica: Olio su Tela

La pittura a olio è una tecnica pittorica che utilizza pigmenti in polvere mescolati con basi inerti e oli.

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