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Dipinto Paesaggio montano con Pescatore, 1894
ARAROT0236867

Dipinto Paesaggio montano con Pescatore, 1894

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Dipinto Paesaggio montano con Pescatore, 1894

Olio su tela. In basso a destra firmato Borella e datato 1894. Si tratta probabilmente di Rafael Borella (1874 -1953), pittore nato e formatosi a Milano ma trasferitosi poi in Uruguay. Nella sua prima produzione italiana, rientrano paesaggi veneziani e della Val d'Aosta. Questo dipinto, che propone uno scorcio montano, con prati traversati da un torrente presso il quale siede un pescatore. La scena potrebbe quindi essere una produzione giovanile di Borella, a lui consona per soggetto e stile. L'opera è presentata in cornice coeva.

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Acquarello Ritratto di due Giovani Donne
ARARNO0238033

Acquarello Ritratto di due Giovani Donne

ARARNO0238033
Acquarello Ritratto di due Giovani Donne

Acquarello su carta. In basso a sinistra la firma L. Rossi. Si tratta di un veloce ritratto, a matita e poi acquarellato, di due giovani signore in abiti invernali da passeggio, riprese a figure quasi intere. Il disegno è presentato in cornice dorata e intagliata di fine '800, che presenta diverse mancanze.

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Acquarello Ritratto di due Giovani Donne
ARARNO0238032

Acquarello Ritratto di due Giovani Donne

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Acquarello Ritratto di due Giovani Donne

Acquarello su carta. In basso a sinistra la firma L. Rossi. Si tratta di due giovani signore in abiti invernali da passeggio, riprese a figure quasi intere. Il disegno è presentato in cornice dorata e intagliata di fine '800, che presenta diverse mancanze e tracce di precedente restauro

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Dipinto di Primo Carena
ARARNO0233209

Dipinto di Primo Carena

Alberi nella Nebbia, 1978

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Dipinto di Primo Carena

Alberi nella Nebbia, 1978

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra. Il dipinto, proveniente da collezione privata pavese, è pubblicato a pagina 73 della monografia di Simona Morani dedicata all'artista Primo Carena (edizioni Bolis), con la presentazione firmata dalla critica dell'arte Rossana Bossaglia. Il paesaggio lacustre ben esprime il sommesso intimismo associato al rigoroso realismo che caratterizzano la produzione pittorica del pittore pavese. Nei suoi paesaggi il Carena tende "a cogliere la realtà atmosferica dei luoghi senza indulgere a descrittivismi.... ma costantemente sorretto da una vena lirica, che è il motivo di fondo di tutta la sua produzione". L'opera è presentata in cornice in stile., è pubblicato a pagina 75 della monografia di Simona Morani dedicata all'artista Primo Carena (edizioni Bolis), con la presentazione firmata dalla critica dell'arte Rossana Bossaglia. Il paesaggio ben esprime il sommesso intimismo associato al rigoroso realismo che caratterizzano la produzione pittorica del pittore pavese. Nei suoi paesaggi il Carena tende "a cogliere la realtà atmosferica dei luoghi senza indulgere a descrittivismi.... ma costantemente sorretto da una vena lirica, che è il motivo di fondo di tutta la sua produzione". L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto di Primo Carena
ARARNO0233208

Dipinto di Primo Carena

Filosofo

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Dipinto di Primo Carena

Filosofo

Olio su cartone. Firmato in basso a destra. Proveniente da collezione privata pavese. Il dipinto propone un soggetto più volte ripreso da Primo Carena, sia con gruppi di più personaggi inseriti in un paesaggio, sia con una figura solitaria come appare in questo dipinto, che appartiene alla produzione degli anni Cinquanta. L'uomo sulla spiaggia, nella posa seduto appoggiandosi con il gomito ad un capitello marmoreo, e nel drappo appoggiato alle gambe, richiama il personaggio anziano seduto in un'opera di De Chirico , il Saluto degli Argonauti, e sottende bene il richiamo alla pittura metafisica che il pittore pavese volle esprimere nei suoi dipinti di figura degli anni 50-60. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori
ARARPI0224080

Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori

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Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori

Olio su tela. La composizione vede al centro una lepre appesa, affiancata da alcune quaglie e da un piccione; sul lato destr, un cesto di vimini contenente castagne e rami di pino; sul lato sinistro un mazzo di asparagi e un vaso di fiori variopinti, i cui colori accesi e vivaci creano un contrasto cromatico con gli altri elementi, tutti sui toni bruni e grigi. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dell'800 riadattata.

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Dipinto Ambito di Felice Boselli
ARARPI0224083

Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Pesci

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Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Pesci

Olio su tela. La scena, piuttosto scura è ambientata in un rustico interno di cucina, con paioli di rame appoggiati su un tavolo insieme a due pesci e ad alcune verdure. Il dipinto rimanda per stile e per soggetto a Felice Boselli, il pittore emiliano noto soprattutto per le nature morte, di cui realizzò un centinaio di opere caratterizzate soprattutto da cacciagione, pesci e animali da cortile. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto Ambito di Felice Boselli
ARARPI0224082

Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Cacciagione

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Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Cacciagione

Olio su tela. La scena, piuttosto scura e ambientata in esterno, come si desume dalle sagome di alberi sullo sfondo, vede alcuni volatili frutto della caccia, appoggiati per terra o appesi per le zampe a dei rami. Il dipinto rimanda per stile e per soggetto a Felice Boselli, il pittore emiliano noto soprattutto per le nature morte, di cui realizzò un centinaio di opere caratterizzate soprattutto da cacciagione, pesci e animali da cortile. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto di Riccardo Viriglio
ARARNO0222970

Dipinto di Riccardo Viriglio

Rovereto 1920

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Dipinto di Riccardo Viriglio

Rovereto 1920

Olio su tavola. Firmato in basso a sinistra. Al retro a matita il titolo e la data. Riccardo Viriglio, pittore pavese paesaggista, ritrasse scorci urbani prevalentemente della sua città e vedute paesaggistiche soprattutto lombarde. Qui è proposto uno scorcio del paesino di Roveleto, paesino della campagna piacentina ai piedi delle colline preappenniniche. L'opera è presentata in cornice.

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Giovanni Boni
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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

Olio su tela. Al di fuori delle fortificazioni di una città un condottiero, attorniato dai suoi soldati, si accinge ad accendere la miccia del cannone. L'esercito difende la cittadella al di fuori delle mura e i soldati scrutano l'orizzonte guardando verso il basso: ciò induce a collocare la scena sulle fortificazioni di una città, in particolare di quelle di Genova che si ergono sulle montagne retrostanti e dalle quali i genovesi difendevano la città dagli attacchi provenienti dal mare; la collocazione a Genova è avallata dallo stendardo che sventola sulle mura, la Croce di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) vessillo della Repubblica di Genova. La foggia delle armature, delle armi e delle vesti rimanderebbe all'assedio di Genova del 1522. Si tratta quindi della rappresentazione ottocentesca di un episodio storico, che rientra perciò in quella produzione pittorica diffusa ampiamente in Italia nel XIX secolo, ispirata al nuovo romanzo storico proposto dalla letteratura. Sul retro del telaio è riportato il nome G. Boni, insieme a un numero che rimanda alla partecipazione a mostra ufficiale. Giovanni Boni fu allievo dell'Accademia di Brera, in particolare seguace di Giuseppe Sogni, artista che tra i primi predilesse la pittura a soggetto storico nelle sue innovative declinazioni romantiche. Del Boni non si conosce molto, nè dal punto di vista biografico nè della sua produzione. Di sua sicura attribuzione si conosce solamente il Nudo d'uomo (Accademia dipinta) con cui vinse il primo premio per la Scuola del Nudo a Brera nel 1852. L'opera rende con efficacia espressiva le figure e il pathos della scena; i personaggi in primo piano sono molto ben caratterizzati nelle pose, nelle espressioni, nei dettagli degli abiti e delle armi, mentre poi le altre figure sfumano in secondo piano, suggerendo la presenza di un esercito numeroso. Il dipinto, ancora in prima tela, presenta piccole diffuse cadute di colore. E' presentato in cornice in stile.

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Il Tragico Ritorno
ARTOTT0000724

Il Tragico Ritorno

ARTOTT0000724
Il Tragico Ritorno

Olio su tela. Si tratta molto probabilmente di una rappresentazione pittorica di un tragico episodio antisemitico. A destra un militare in uniforme russa, di ritorno a casa ferito, si ritrova davanti agli occhi la drammatica scena della famiglia trucidata, che il rabbino sta vegliando in preghiera. La finestra divelta e i cassetti a soqquadro indicano l'irruzione forzata degli assassini. A sinistra della specchiera troviamo una scritta in ebraico che potrebbe suggerire la localizzazione o la traccia che l'artista propone. La parola potrebbe essere tradotta con "Ciro", e potrebbe riferirsi alla zona della Georgia ed Azerbaijan attraversata dal Kura, fiume che dalla Turchia sfocia nel Mar Caspio, noto appunto nell'800 come Ciro. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dell'800.

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo
ARARPI0221741

Dipinto La Madonna di San Gerolamo

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo

Olio su tela. Scuola emiliana del XVII-XVIII secolo. Si tratta di copia antica del celebre dipinto su tavola di Correggio, intitolato La Madonna di San Girolamo o Il Giorno, databile al 1528 circa e conservato oggi nella Galleria Nazionale di Parma. Il soggetto della rappresentazione è la presentazione a Gesù, da parte di san Girolamo, della traduzione della Bibbia dall'ebraico al latino popolare, lavoro svolto dal santo su richiesta di Papa Damaso e che egli compì rinchiudendosi in solitudine nella grotta di Betlemme. Nel dipinto, la centralità della scena è occupata da Maria seduta con in braccio il Bambin Gesù. Attorno a loro sono composte a semicerchio diverse figure. Sulla sinistra è collocata in piedi la possente figura del vecchio Girolamo, che guarda al Bambino, mentre stringe nella mano il rotolo della traduzione, con il leone, suo compagno di eremitaggio, accucciato ai piedi. Sullo stesso lato, un angelo sorregge la Bibbia rivolgendosi sorridente alla Madonna e al Bambino. Sull'altro lato giace semisdraiata la Maddalena, che abbraccia affettuosamente il piedino del bimbo, il quale a sua volta le accarezza i capelli, in un gesto intimo che sottolinea l' intenso legame tra le due figure. Dietro la Maddalena, un angioletto arriccia il naso annusando il vasetto degli unguenti della santa penitente. La scena è collocata sotto un tendaggio rosso, aperto su un ampio paesaggio. IL dipinto del Correggio ebbe ampio successo, tanto che ne esistono numerose copie e repliche antiche, tra le quali questa qui presentata. L'opera, restaurata e ritelata., è presentata in cornice antica coeva.

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Scultura di Guido Lodigiani
ARARCO0221120

Scultura di Guido Lodigiani

Figura femminile 1993

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Scultura di Guido Lodigiani

Figura femminile 1993

Scultura in bronzo policromo su base di pietra. Firma e data sulla base. Guido Lodigiani, scultore milanese tutt'ora attivo, e appassionato docente all'Accademia di Brera, ha detto della sua arte: "Ritengo che l'artista sia chiamato a mostrare la radice dell'esperienza umana e per questa via a emozionare ancora". E radice dell'esistenza, suo ventre, è la donna, che Lodigiani considera la Donna dell'Annuncio, espressione della tensione inquieta e intima al mistero della creazione. La scultura di Lodigiani estrae la forma, come da un grembo materno, partendo da un nucleo originario della materia in cui scava vuoti e tensioni, Questa tensione plastica è ben espressa in questa figura femminile nuda, seduta ma ritorta , come se fosse appena uscita dalla materia indistinta e si tendesse verso l'alto, verso la vita, verso la luce.

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Scena di Battaglia
ARARPI0066829

Scena di Battaglia

ARARPI0066829
Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola mittel-europea. Al retro presente monogramma No.S. e cifre di probabile inventario. Il dipinto ricorda opere di area austriaca. Raffigura una battaglia tra cavalieri, dominato in primo piano dallo scontro tra due di essi. Il dipinto proviene da una collezione storica lombarda. Ancora in prima tela e in telaio originale; al retro sono presenti rattoppi e segni di restauri antichi, ed e' stata peraltro sottoposta a ulteriore restauro pittorico e riparativo, presso il nostro laboratorio. Cretto ben marcato. Il dipinto è presentato in cornice anch'essa originale e coeva, laccata.

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Scultura di Marco Cornini
ARARCO0218910

Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

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Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

Scultura in terracotta. Firmata in basso a destra. Marco Cornini, artista milanese formatosi all'Accademia di Brera, lavora prevalentemente con la terracotta, con cui realizza figure umane, sia maschili che femminili, uomini e donne, o meglio ancora ragazzi e ragazze più o meno della sua stessa generazione, in momenti della loro intimità, spesso di coppia ma anche individuale, con valenze sentimentali, erotiche, passionali. Qui è proposta una donna nuda seduta in poltrona in una stanza, in atteggiamento di intimistica disperazione.

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Scultura  a Bassorilievo di Achille Guzzardella
ARARCO0218803

Scultura a Bassorilievo di Achille Guzzardella

Civetta 1994

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Scultura a Bassorilievo di Achille Guzzardella

Civetta 1994

Bassorilievo in bronzo. Firmato in basso a sinistra, sigla AG in alto a destra. Al retro della tavoletta di supporto, presenti con il nome, il titolo e la data dell'opera. Achille Guzzardella, pittore scultore milanese, si è affermato in particolare per i suoi ritratti scultorei di noti personaggi del modo dell'arte italiana. Tra gli altri quello di Vittorio Sgarbi, che lo ha definito :”Il combattente della creta”e anche“…Achille che dipinge con l'anima…” Eclettico e raffinato, ha realizzato anche altri soggetti, utilizzando tecniche differenti. Onirico nella pittura ad olio e sempre vicino all'uomo nella sua opera scultorea, Guzzardella affascina gli appassionati d'arte per la sua concretezza espressa con la sua ricerca formale personale.

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Dipinto con Il Ratto delle Sabine
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Dipinto con Il Ratto delle Sabine

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Dipinto con Il Ratto delle Sabine

Olio su tela. Scuola romana del XVII secolo. La grande scena rappresenta il famoso episodio a metà tra la storia reale e la leggenda, raccontato per la prima volta da Tito Livio nei suoi "Ab urbe condita libri" (i libri della "Storia di Roma dalla sua fondazione"). Per popolare la città appena fondata, Romolo fondatore e primo re della città, ricorse ad uno stratagemma: invitò alla festa dei Consualia, in onore del dio Nettuno, i Sabini, che abitavano la vicina città di Curi, e ne rapì le donne. Nel dipinto è raffigurato il momento in cui i romani rapiscono le donne sabine, sottraendole con la forza ai loro compagni, sotto gli occhi del re, che se resta defilato dietro le colonne del tempio della divinità, appunto il dio Nettuno riconoscibile dal tridente. Al centro posteriormente l' obelisco, che per i romani acquisì il significato simbolico come bottino di guerra e testimonianza della forza imperiale. Le tante figure si intrecciano tra di loro, inseguendosi, sovrapponendosi, creando giochi di corpi ed effetti cromatici. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica.

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista
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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. La grande scena è ricca di figure in abiti dell' antico oriente, collocati in un paesaggio nordico, ricco di vegetazione e con cime montuose in lontananza. La metà sinistra è occupata principalmente da San Giovanni Battista, ritto in piedi e raffigurato secondo l'iconografia tradizionale: è vestito di una povera tunica fatta di pelli d' animali, ma ha drappeggiato intorno un manto rosso, simbolo del martirio; regge con una mano il bastone a forma di croce, intorno al quale si arrotola il cartiglio con la scritta "Ecce Agnus Dei", simbolo del suo ruolo di precursore e annunciatore del Cristo, e ai suoi piedi l' agnello stesso, vittima sacrificale e quindi simbolo del sacrificio di Cristo. Con l'altra mano Giovanni indica alla sua destra qualcuno fuori dall'inquadratura della scena, ma che è ovviamente il Cristo: tale gesto catalizza gli sguardi di tutta la folla collocata sulla destra della scena, folla variegata che rappresenta generi, classi sociali e razze differenti, a indicare l'universalità del messaggio del Battista. L'opera già in precedenza restaurata e ritelata, presenta una patina diffusa da ripulire. E' presentata in cornice antica.

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Dipinto con Scena di Concertino domestico
ARAROT0216078

Dipinto con Scena di Concertino domestico

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Dipinto con Scena di Concertino domestico

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. All'interno di una cucina rurale, una famiglia di contadini si concede un momento di festa: il padre suona il mandolino, ascoltato dalla bimba che accenna a voler ballare, assistita dalla mamma, e dalle altre donne della casa, sorridenti mentre svolgono le loro mansioni domestiche. La produzione del pittore napoletano Giuseppe Giardiello guardò sempre al folklore della vita rurale e contadina partenopea, dipingendo, con toni intimistici e delicati, sia scene di vita domestica che scorci paesaggistici animati da figure. L'opera è presentata in cornice coeva.

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Dipinto Ritratto Femminile
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Dipinto Ritratto Femminile

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Dipinto Ritratto Femminile

Olio su tela. Scuola Nord- italiana del XVII secolo. Nel ritratto di questa donna non più giovane, vestita di un austero abito nero che si confonde nello sfondo, risaltano però i pizzi del collo e delle maniche bianchi e lo stomacher staccabile, ovvero la pettorina riccamente ricamata a simulare un gioiello, inventata alla fine del '600 per coprire le profonde scollature degli abiti femminili, a seguito dell'influenza moralizzatrice cattolica della corte di Francia; la donna esibisce poi un fine bracciale d'oro al polso. Restaurato e ritelato nel XIX secolo, il dipinto è presentato in cornice di fine '800-inizio '900.

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Dipinto di Cesare Maggi
ARARNO0211596

Dipinto di Cesare Maggi

Paesaggio con Scorcio Fluviale 1906

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Dipinto di Cesare Maggi

Paesaggio con Scorcio Fluviale 1906

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. L'artista di origine romana Cesare Maggi si affermò come paesaggista di stampo divisionista, ritraendo paesaggi alpini engadinesi e valdostani, spesso vivacizzati dall'inserimento di figure e animali. Diventato amico del pittore Giacomo Grosso a Torino nel 1901, si orientò poi con successo verso il genere del ritratto, accantonando la tecnica divisionista. Pur prediligendo ancora le vedute d'alta montagna, ampliò i propri soggetti impegnandosi anche nelle marine e nelle nature morte. In quest'opera, ancora del primo periodo, il Maggi ritrae uno scorcio di campagna attraversata da un calmo fiume, costeggiato da filari d'alberi spogli e da piccoli rilievi erbosi, dietro cui si affacciano i casolari: già non più legata alle dalle tecniche divisioniste, l'opera è caratterizzata piuttosto da impasti di colore densi e opachi, in cui si vanno a sovrapporre la terra, l'acqua i casolari in un continuum rotto solo dalla fascia del cielo sovrastante. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Adorazione del Bambin Gesù
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Adorazione del Bambin Gesù

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Adorazione del Bambin Gesù

Olio su tela. Scuola del Nord-Italia. La raffigurazione della Natività è qui vista come momento contemplativo del Sacro Bambino, da parte di Maria e Giuseppe, accompagnati da angioletti. I modi pittorici riprendono quelli di modelli ampiamente replicati, a partire da Correggio, da Barocci, per arrivare alle numerose versioni di Gherardo delle notti, ovvero il pittore fiammingo Gerard Von Honthorst, rappresentante dl tenebrismo, corrente pittorica che giocava sui forti contrasti di buio e luce, di chiaro e scuro. Anche in quest'opera la luce irradiata dal Bambin Gesù illumina le figure intorno a Lui e le fa emergere dal buio circostante. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice del XIX secolo.

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Madonna in Adorazione del Bambino dormiente
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Madonna in Adorazione del Bambino dormiente

Copia da Guido Reni

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Madonna in Adorazione del Bambino dormiente

Copia da Guido Reni

Olio su tela. L'opera è una delle numerose repliche, con alcune varianti, del celebre soggetto realizzato dal celebre pittore bolognese Guido Reni (1574 -1642) e dalla sua bottega. La composizione, che vede la Vergine in preghiera piegata ad adorare il Bambino addormentato, è considerata una invenzione della geniale vena del Reni, la quale, in seguito al grande successo tra i collezionisti del tempo, venne poi ripresa da altri autori del XVII secolo, tra cui spicca il nome di Giovan Battista Salvi detto "Il Sassoferrato". Le due varianti più celebri di questa affascinante scena vedono la Vergine con le mani giunte in preghiera, fatta propria dal Salvi, oppure quella con le mani al petto, come questa, tipicamente reniana. Altre variazioni riguardano la posizione del capo del Bambin Gesù addormentato, rivolto verso l'alto come in questa versione, piuttosto che reclinato di lato; infine cambiano i tessuti di sfondo. Comunque spicca anche in questa replica l'intensità della scena: ad occuparla trasversalmente il corpo abbandonato nel riposo del bambino, ove la natura divina soggiace nel sonno a quella umana; sopra di esso, inclinato in gesto protettivo e allo stesso contemplativo, il corpo di Maria, che esprime tutta la tenerezza materna ma anche, nel gesto delle mani, l'adorazione del mistero incarnato rappresentato dal figlioletto. Le cromie vive dei tessuti - il cuscino su cui è adagiato Gesù, il tendaggio retrostante, gli abiti della Madre -, fanno risaltare la luminosità degli incarnati. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto con Pietà
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Dipinto con Pietà

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Dipinto con Pietà

Olio su tavola. Il dipinto ripropone pittoricamente la famosa scultura di Michelangelo, la Pietà di San Pietro o Pietà Vaticana. La composizione delle figure è piuttosto fedele all'opera di riferimento, ma, oltre che dipinta a colori, è collocata in uno scenario all' aperto che si rifà alla pittura rinascimentale, con il colle del Calvario che emerge sfumato sulla sinistra. In basso a sinistra è dipinto uno stemma, a evocare una committenza nobile. L'opera è presentata in cornice in stile. Presenta diverse macchie e piccole cadute di colore.

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