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OCCASIONI ARTE

Arte: Occasioni. Catalogo selezionato delle occasioni d’arte presenti presso le nostre galleria d’arte

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Scena di Genere dal Barbiere
ARARPI0107509

Scena di Genere dal Barbiere

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Scena di Genere dal Barbiere

Olio su tela. Scuola centro-Europa. La scena è ambientata nella bottega di un barbiere, che è intento a tagliare i capelli di un uomo sotto lo sguardo attento di altri clienti e, soprattutto, di alcune donne con i bambini, una delle quali osserva addirittura con degli occhialini il risultato dell'opera. Gli occhiali nell'arte furono introdotti dapprima come segno di distinzione, e poi anche come segno di attenzione scientifica, delineando progressivamente la figura dello studioso, del medico e del chirurgo: in questa tela in realtà sottolineano l'ironia della scena, utilizzati come strumento per un attento esame femminile del taglio di capelli del coniuge! Tutta la scena è riempita dalle figure, dipinte in modo crudo e quasi grottesco, con le espressioni e le pose molto marcate, quasi teatrali, sottolineate anche dai colori vivaci. Il dipinto per queste sue caratteristiche ben si inserisce in quella produzione di scene di genere attingenti alla vita popolare colta nei suoi momenti più vivaci e caratteristici, che si generò a partire dal XVII secolo nell'Europa centrale, soprattutto nei Paesi Bassi, a sostituire con soggetti più leggeri la pittura naturalistica e religiosa, e che in Italia trovò nella "Scuola dei bamboccianti", sviluppatasi a Roma da pittori fiamminghi e italiani, un'espressione particolare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice d'epoca.

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Il Tragico Ritorno
ARTOTT0000724

Il Tragico Ritorno

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Il Tragico Ritorno

Olio su tela. Si tratta molto probabilmente di una rappresentazione pittorica di un tragico episodio antisemitico. A destra un militare in uniforme russa, di ritorno a casa ferito, si ritrova davanti agli occhi la drammatica scena della famiglia trucidata, che il rabbino sta vegliando in preghiera. La finestra divelta e i cassetti a soqquadro indicano l'irruzione forzata degli assassini. A sinistra della specchiera troviamo una scritta in ebraico che potrebbe suggerire la localizzazione o la traccia che l'artista propone. La parola potrebbe essere tradotta con "Ciro", e potrebbe riferirsi alla zona della Georgia ed Azerbaijan attraversata dal Kura, fiume che dalla Turchia sfocia nel Mar Caspio, noto appunto nell'800 come Ciro. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dell'800.

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Ritratto di Giovanni Albertoni
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Ritratto di Giovanni Albertoni

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Ritratto di Giovanni Albertoni

Olio su tela. In alto a destra sono indicati il nome dell'uomo ritratto e la sua età, 78 anni. L'abito dell'uomo e l'atteggiamento di preghiera, davanti al Crocifisso, con in mano il libro di meditazione, lo identificano in un prelato. Il cognome Albertoni è ampiamente diffuso in Italia, in diverse casate che partirono dalla Lombardia per estendersi al parmense e poi sino a Roma. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Cristo Incoronato di Spine
ARARPI0159197

Cristo Incoronato di Spine

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Cristo Incoronato di Spine

Olio su tela. Si tratta di copia d'epoca dell'omonima incisione realizzata da Annibale Carracci (1560 -1609), che ebbe immediato successo e diede vita a una serie di repliche stampate e copie dipinte. Presenta il momento della Passione in cui il Cristo viene incoronato con la corona di spine, oggetto di tortura simbolo denigratorio della sua proclamazione a Re dei Re. Compiono l'atto due figure, il soldato romano e il giudeo, che rappresentano le due genti che presero parte alla condanna a morte di Cristo. Le figure, vigorose e sanguigne quelle dei due aguzzini più pallida e inerte la vittima, creano una composizione intrecciata di corpi, con quello di Gesù centrale che congiunge gli altri due, unendoli nella responsabilità condivisa di ciò che stanno facendo; posto di traverso, Gesù ha il capo reclinato a forza a sinistra dal soldato che gli impone la corona di spine, mentre il giudeo a destra gli pone in mano la canna di bambù, sostitutiva dello scettro. La scena è dominata da colori cupi e scuri, tra i quali spicca solo il rosso vivo della veste di Cristo, simbolo della sua umanità sofferente. IL dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in bella cornice coeva, con mancanze.

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Gaetano Valbusa
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Gaetano Valbusa

Scorcio di Paese Innevato

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Gaetano Valbusa

Scorcio di Paese Innevato

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Nato nel 1905, Gaetano Valbusa lavorò per oltre quarant'anni come operaio nelle Officine Meccaniche bresciane, fino alla pensione, dedicandosi alla pittura solo come passione. Paesaggista, grazie alle trasferte di lavoro potè ritrarre "en plein air" scorci di tutto il mondo, anche se gli scorci dei luoghi bresciani sono il soggetto più ricorrente. Affiliato alla Associazione Artisti Bresciani, potè esporre le sue opere e farsi conoscere dalla critica. Nelle sue tele i paesaggi sono permeati di grande serenità e tranquillità, elegia di ricordi sereni di vita vissuta. Lo scorcio qui proposto è presentato in cornice.

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Doppio Ritratto Caricaturale
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Doppio Ritratto Caricaturale

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Doppio Ritratto Caricaturale

Olio su tela. Scuola francese di fine '800. Traccia di firma non identificata in alto a destra. In primo piano, i volti di due personaggi popolari che paiono caricaturali, forse personaggi di una rappresentazione teatrale: pare la scena di un corteggiamento satirico, con l'uomo che guarda lascivamente alla donna, non certo giovane e piacente, che tiene in mano un mazzetto di fiori con espressione tra il rassegnato e il confuso. Il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Remo Bianco
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Remo Bianco

Tableau doré

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Remo Bianco

Tableau doré

Tecnica mista su compensato (pittura e fogli di carta argento). Al retro presente autentica con timbro e firma della sorella dell'artista. L'opera appartiene alla serie dei Tableaux dorés, opere realizzate dall'artista milanese Remo Bianco a partire dagli anni '50. Nato e formatosi a Milano, Remo Bianco fu allievo di De Pisis, presso il cui studio frequentò i grandi artisti del Novecento italiano (Carrà, Sironi, Savinio, Soffici, Soldati, Marini, Cantatore). Dopo la parentesi della guerra (arruolato, affondò con la sua nave e fu fatto prigioniero a Tunisi), riprese la sua attività artistica a Milano, partecipando al Movimento Nucleare e allo Spazialismo, arrivando a staccarsi completamente dalla pittura figurativa per creare opere fatte di pennellate pure. All'inizio degli anni Cinquanta cominciò a realizzare opere, pittoriche e scultoree, con materiali diversi e a sperimentare temi e tecniche differenti; a questa produzione appartengono i Tableaux dorés, composti da lamine di alluminio argentato o dorato su basi dipinte. L'opera è presentata in cornice.

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Danilo Martinis
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Danilo Martinis

Volto Femminile 2001

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Danilo Martinis

Volto Femminile 2001

Olio su tela. Datato e firmato al retro. Nato a Seregno, Danilo Martinis si è formato con Osvaldo Minotti. Pittore e designer, ha arredato residenze prestigiose in tutto il mondo, le sue opere sono particolarmente apprezzate negli Emirati Arabi e in Russia. Egli ama esprimere i suoi pensieri attraverso immagini grafico-figurative rese attraverso effetti geometrici e giochi cromatici, utilizzando come interpreti prevalentemente le figure femminili. In quest'opera propone un primo piano di un viso femminile, esaltandone l'espressività attraverso i giochi di colore nelle gamme del giallo.

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Adriano Gajoni
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Adriano Gajoni

Paesaggio con Figure in Stile antico

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Adriano Gajoni

Paesaggio con Figure in Stile antico

Olio su faesite. Firmato in basso a destra. Nato a Milano nel 1913, e formatosi all'Accademia di Brera (di cui in seguito diverrà insegnante), Adriano Gajoni si appassionò allo studio dei pittori seicentisti lombardi e alla pittura olandese e fiamminga del XVII secolo, dal cui minuzioso realismo si lasciò ispirare. Di stretta osservanza figurativa, Il Gajoni predilesse i paesaggi, i ritratti e soprattutto le nature morte, che espresse in composizioni fiabesche e allegoriche. Praticò soprattutto la pittura a olio su legno e faesite. Anche questo dipinto ripropone un paesaggio di gusto antico: nella campagna, sul sentiero che costeggia un ampio fiume, transita sul suo asino una figura pastorale, seguita dalla sua piccola mandria. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Raoul Viviani
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Raoul Viviani

La Strada di Campagna

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Raoul Viviani

La Strada di Campagna

Olio su faesite. Firmato in basso a sinistra. Trasferitosi da piccolo con la famiglia a Milano, nel 1898, ancora molto giovane, Raoul Viviani si iscrive all'Accademia di Brera, dove studia sotto la guida di Giuseppe Mentessi (1857-1931). Contemporaneamente frequenta la scuola di nudo della Famiglia Artistica, con la quale espone per la prima volta a soli 17 anni, riscuotendo subito un grande successo di pubblico e di critica, come pittore di paesaggio dalla forte personalità e modernità e per il suo originalissimo stile caratterizzato da forti sperimentazioni cromatiche. Nel 1912 partecipa alla biennale di Venezia e partecipa successivamente a numerose mostre nazionali ed internazionali. Dal 1926 inizia la sua carriera nel campo della critica d'arte, scrivendo per diverse testate giornalistiche, ma la sua opposizione al fascismo lo porta a scegliere l'esilio volontario: nel 1931 si trasferisce in Uruguay, ove fonda e dirige l'Accademia di Belle Arti di Montevideo. Rientrato a Milano nel 1937, riprende la sua attività sia pittorica che di critico. Negli anni '50 si trasferisce a Rapallo per motivi di salute e vi resta sino alla morte. Originalissimo paesaggista, che si cimenta nella pittura d olio ma anche nell'acquarello e nell' incisione, si avvicina molto alla pittura divisionista sviluppando però una sua tecnica personale, caratterizzata da sottilissimi filamenti di colore dalla forma di sottili virgole, che definiscono le strutture dei suoi paesaggi. Con il suo trasferimento in Liguria, diventa protagonista delle sue opere il paesaggio ligure i e anche la sua tecnica muta, allontanandosi dall'originale divisionismo per aprirsi ad una pennellata ampia e sommaria, che sfocia infine nell'ultimo periodo in una produzione di nature morte dai colori violenti e contrastanti. In quest'opera in cui ben si apprezza la caratteristica tecnica del Viviani, lungo il sentiero di campagna che costeggia il canale, compare una figura di donna, che costituisce un'eccezione nella sua produzione, solitamente piva di elementi figurativi. Opera in cornice.

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Busto di Uomo
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Busto di Uomo

Scultura in pasta di cemento raffigurante busto di uomo. Autore anonimo.

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Busto in Marmo
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Busto in Marmo

Scultura in marmo raffigurante busto di uomo. Firma dell'autore "F. Parisi" incussa alla base.

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