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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE - pagina 10

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Dipinto Santa Veronica e il Sacro Velo
ARARPI0226118

Dipinto Santa Veronica e il Sacro Velo

ARARPI0226118
Dipinto Santa Veronica e il Sacro Velo

Olio su tela. Scuola toscana del XVII secolo. Secondo la tradizione cristiana, Santa Veronica fu, la "pia donna" che, vedendo la passione di Gesù che trasportava la croce e il suo volto sporco di sudore e sangue, lo deterse con un panno di lino, sul quale sarebbe rimasta l'impronta del viso di Gesù. Tale velo detto Anche Santa Sindone, è diventato pertanto il segno iconografico della santa: anche in tale dipinto Veronica appare centralmente, mentre due angeli ai lati reggono il lino su cui è impresso il volto di Cristo coronato di spine; sotto di esso, un calice che raccoglie simbolicamente il sangue divino, mentre sopra la teta della santa volteggia lo Spirito Santo. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Charles Moody (1979)
ARTCON0000422

Charles Moody (1979)

Olio su compensato

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Charles Moody (1979)

Olio su compensato

Charles Moody (1979), olio su compensato. Firmato al retro. L'opera è stata esposta alla personale dell'artista "Borderland" presso la Galleria Corso Venezia Otto a Milano, come dimostra il cartiglio cartaceo al retro. Charles Moody si laurea nel 2003 all'Art Institute of Boston e, dopo tre anni vissuti a Milano, sceglie di vivere a New York. Nella sua arte l'attenzione è rivolta al processo (arte concettuale, process art) più che al contenuto dell'immagine ed è in questo scarto che la pittura si esprime al meglio. Un'arte che nasce dall'approvazione di immagini televisive (quasi mai cinematografiche) ed in particolare da popolari soap opera. Il lavoro di Moody va oltre l'immagine mediale di massa personalizzando la scelta su immagini particolari che, ai suoi occhi, offrono una potenzialità narrativa; sono immagini di transizione, momenti di passaggio tra una scena e l'altra. L'artista si serve di una manualità pittorica ad olio per riprodurre la bassa qualità dell'immagine televisiva esaltando l'effetto "blurring", di sfocatura. Ci troviamo di fronte ad una perdita della dimensione spaziale, in una temporalità confusa-diffusa-impalpabile in cui si fa fatica a riconoscere i confini (appunto "Borderland"). In queste distorsioni percettive, in cui il tempo si dilata si espande, ogni quadro rappresenta un "punto di indiscernibilità" all'interno del quale il riconoscimento dell'oggetto rappresentato passa in secondo piano. Il tempo di Moody non è né cronaca né storia ma sospensione. (Da "Charles Moody, Borderland", a cura di Gianni Romano, catalogo della mostra, CorsoVeneziaOtto, novembre-dicembre 2009)

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Dipinto con La Resurrezione di Lazzaro
ARARPI0222523

Dipinto con La Resurrezione di Lazzaro

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Dipinto con La Resurrezione di Lazzaro

Olio su tela. In basso firmato Cornienti e datato 1844; al verso scritta attributiva a Cherubino Cornienti. Non è possibile confermare tale attribuzione all'importante pittore ottocentesco, esponente del Romanticismo che produsse ritratti, scene storiche ma anche diversi soggetti religiosi. L'opera qui presentata propone l' episodio del Vangelo della Resurrezione di Lazzaro, di ambientazione orientale consona al soggetto. L'opera restaurata e ritelata, è presentata in cornice in stile.

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Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori
ARARPI0224080

Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori

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Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori

Olio su tela. La composizione vede al centro una lepre appesa, affiancata da alcune quaglie e da un piccione; sul lato destr, un cesto di vimini contenente castagne e rami di pino; sul lato sinistro un mazzo di asparagi e un vaso di fiori variopinti, i cui colori accesi e vivaci creano un contrasto cromatico con gli altri elementi, tutti sui toni bruni e grigi. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dell'800 riadattata.

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Dipinto Ambito di Felice Boselli
ARARPI0224083

Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Pesci

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Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Pesci

Olio su tela. La scena, piuttosto scura è ambientata in un rustico interno di cucina, con paioli di rame appoggiati su un tavolo insieme a due pesci e ad alcune verdure. Il dipinto rimanda per stile e per soggetto a Felice Boselli, il pittore emiliano noto soprattutto per le nature morte, di cui realizzò un centinaio di opere caratterizzate soprattutto da cacciagione, pesci e animali da cortile. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto Ambito di Felice Boselli
ARARPI0224082

Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Cacciagione

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Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Cacciagione

Olio su tela. La scena, piuttosto scura e ambientata in esterno, come si desume dalle sagome di alberi sullo sfondo, vede alcuni volatili frutto della caccia, appoggiati per terra o appesi per le zampe a dei rami. Il dipinto rimanda per stile e per soggetto a Felice Boselli, il pittore emiliano noto soprattutto per le nature morte, di cui realizzò un centinaio di opere caratterizzate soprattutto da cacciagione, pesci e animali da cortile. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena, ambientata lungo il fiume, è interamente occupata dalle figure femminili del seguito principesco, ammassate e proiettate verso l'angolo in basso a destra ove è collocato il cesto con il neonato. Anche tutti gli sguardi sono rivolti verso il bambino, nella direzione indicata dal braccio proteso della donna in primo piano a destra. Spiccano le rotondità delle forme femminili, soprattutto delle tre figure in primo piano, ove giochi di luci e ombre fanno risaltare gli incarnati che emergono dalle vesti. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice.

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Nikas Safronov
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Nikas Safronov

San Giorgio 1992

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Nikas Safronov

San Giorgio 1992

Olio su tavola. Firmato in basso a destra. Al retro in cirillico presenti il titolo, la data e la localizzazione a Bergamo. L'artista lituano, che attualmente vive e lavora tra Mosca, l'Italia e il Regno Unito, è considerato uno dei più importanti artisti russi contemporanei. Nella sua ampia produzione si trovano paesaggi, nature morte, molti ritratti di personaggi famosi e le sue composizioni surreali, espressione di una sua peculiare "visione onirica" della realtà. Anche in questa tavola, seppur nello stile delle icone tradizionali, viene proposta la raffigurazione del famoso San Giorgio in una chiave surreale che rimanda a De Chirico, ove al drago viene sostituito un'oca, la testa del santo è un uovo, di contorno vi sono figure di maghe..... un'interpretazione chiaramente poco ortodossa! La tavola presenta una fenditura verticale. L'opera è presentata in cornice.

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Giovanni Boni
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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

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Giovanni Boni

Scena d'Assedio

Olio su tela. Al di fuori delle fortificazioni di una città un condottiero, attorniato dai suoi soldati, si accinge ad accendere la miccia del cannone. L'esercito difende la cittadella al di fuori delle mura e i soldati scrutano l'orizzonte guardando verso il basso: ciò induce a collocare la scena sulle fortificazioni di una città, in particolare di quelle di Genova che si ergono sulle montagne retrostanti e dalle quali i genovesi difendevano la città dagli attacchi provenienti dal mare; la collocazione a Genova è avallata dallo stendardo che sventola sulle mura, la Croce di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) vessillo della Repubblica di Genova. La foggia delle armature, delle armi e delle vesti rimanderebbe all'assedio di Genova del 1522. Si tratta quindi della rappresentazione ottocentesca di un episodio storico, che rientra perciò in quella produzione pittorica diffusa ampiamente in Italia nel XIX secolo, ispirata al nuovo romanzo storico proposto dalla letteratura. Sul retro del telaio è riportato il nome G. Boni, insieme a un numero che rimanda alla partecipazione a mostra ufficiale. Giovanni Boni fu allievo dell'Accademia di Brera, in particolare seguace di Giuseppe Sogni, artista che tra i primi predilesse la pittura a soggetto storico nelle sue innovative declinazioni romantiche. Del Boni non si conosce molto, nè dal punto di vista biografico nè della sua produzione. Di sua sicura attribuzione si conosce solamente il Nudo d'uomo (Accademia dipinta) con cui vinse il primo premio per la Scuola del Nudo a Brera nel 1852. L'opera rende con efficacia espressiva le figure e il pathos della scena; i personaggi in primo piano sono molto ben caratterizzati nelle pose, nelle espressioni, nei dettagli degli abiti e delle armi, mentre poi le altre figure sfumano in secondo piano, suggerendo la presenza di un esercito numeroso. Il dipinto, ancora in prima tela, presenta piccole diffuse cadute di colore. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto sottovetro con San Pietro Apostolo
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Dipinto sottovetro con San Pietro Apostolo

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Dipinto sottovetro con San Pietro Apostolo

Dipinto sottovetro. L'opera pare composta da un'incisione applicata al vetro e dipinta al retro. E' raffigurato San Pietro apostolo, intento alla preghiera e in ascolto della voce divina che proviene dai cieli aperti sopra di lui; secondo l'iconografia tradizionale Pietro ha con sè un mazzo di chiavi, segno dell'investitura a primo capo della chiesa, ed un galletto, che invece ricorda l'episodio del rinnegamento di Gesù: il Cristo gli aveva predetto che durante la sua Passione, prima il gallo avesse cantato, Pietro lo avrebbe rinnegato tre volte, e così fu.

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Il Tragico Ritorno
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Il Tragico Ritorno

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Il Tragico Ritorno

Olio su tela. Si tratta molto probabilmente di una rappresentazione pittorica di un tragico episodio antisemitico. A destra un militare in uniforme russa, di ritorno a casa ferito, si ritrova davanti agli occhi la drammatica scena della famiglia trucidata, che il rabbino sta vegliando in preghiera. La finestra divelta e i cassetti a soqquadro indicano l'irruzione forzata degli assassini. A sinistra della specchiera troviamo una scritta in ebraico che potrebbe suggerire la localizzazione o la traccia che l'artista propone. La parola potrebbe essere tradotta con "Ciro", e potrebbe riferirsi alla zona della Georgia ed Azerbaijan attraversata dal Kura, fiume che dalla Turchia sfocia nel Mar Caspio, noto appunto nell'800 come Ciro. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dell'800.

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo
ARARPI0221741

Dipinto La Madonna di San Gerolamo

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo

Olio su tela. Scuola emiliana del XVII-XVIII secolo. Si tratta di copia antica del celebre dipinto su tavola di Correggio, intitolato La Madonna di San Girolamo o Il Giorno, databile al 1528 circa e conservato oggi nella Galleria Nazionale di Parma. Il soggetto della rappresentazione è la presentazione a Gesù, da parte di san Girolamo, della traduzione della Bibbia dall'ebraico al latino popolare, lavoro svolto dal santo su richiesta di Papa Damaso e che egli compì rinchiudendosi in solitudine nella grotta di Betlemme. Nel dipinto, la centralità della scena è occupata da Maria seduta con in braccio il Bambin Gesù. Attorno a loro sono composte a semicerchio diverse figure. Sulla sinistra è collocata in piedi la possente figura del vecchio Girolamo, che guarda al Bambino, mentre stringe nella mano il rotolo della traduzione, con il leone, suo compagno di eremitaggio, accucciato ai piedi. Sullo stesso lato, un angelo sorregge la Bibbia rivolgendosi sorridente alla Madonna e al Bambino. Sull'altro lato giace semisdraiata la Maddalena, che abbraccia affettuosamente il piedino del bimbo, il quale a sua volta le accarezza i capelli, in un gesto intimo che sottolinea l' intenso legame tra le due figure. Dietro la Maddalena, un angioletto arriccia il naso annusando il vasetto degli unguenti della santa penitente. La scena è collocata sotto un tendaggio rosso, aperto su un ampio paesaggio. IL dipinto del Correggio ebbe ampio successo, tanto che ne esistono numerose copie e repliche antiche, tra le quali questa qui presentata. L'opera, restaurata e ritelata., è presentata in cornice antica coeva.

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Dipinto di Paolo Baratella
ARARCO0221351

Dipinto di Paolo Baratella

Platone e Aristotele

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Dipinto di Paolo Baratella

Platone e Aristotele

Tecnica mista su tela. Al verso presenti firma, titolo, data e dedica. Paolo Baratella, artista ferrarese recentemente scomparso, ha sviluppato la sua arte componendo vasti cicli pittorici ispirati a soggetti contemporanei; di lui si hanno pertanto delle serie di opere riunite sotto titoli significativi. Dalla fmetà degli anni '80 e negli anni Duemila, i suoi apparati scenografici si arricchiscono maggiormente di riferimenti iconografici culturali, pittorici e letterali. In particolare Baratella si rivolge con maggiore attenzione all`iconografia dell`arte, della filosofia e della storia. In quest'opera l'artista presenta i ritratti dei due sommi filosofi greci (presi dalle loro raffigurazioni tradizionali classiche) e li sfuma in una cornice di colori rosa-azzurro. Le due singole tele sono affiancate all'interno di una cornice in legno lavorato, sui cui due traversi orizzontali sono incise le parole "Timeo" opera scritta da Platone, e "Etica" tema ricorrente della filosofia aristotelica.

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Scultura di Guido Lodigiani
ARARCO0221120

Scultura di Guido Lodigiani

Figura femminile 1993

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Scultura di Guido Lodigiani

Figura femminile 1993

Scultura in bronzo policromo su base di pietra. Firma e data sulla base. Guido Lodigiani, scultore milanese tutt'ora attivo, e appassionato docente all'Accademia di Brera, ha detto della sua arte: "Ritengo che l'artista sia chiamato a mostrare la radice dell'esperienza umana e per questa via a emozionare ancora". E radice dell'esistenza, suo ventre, è la donna, che Lodigiani considera la Donna dell'Annuncio, espressione della tensione inquieta e intima al mistero della creazione. La scultura di Lodigiani estrae la forma, come da un grembo materno, partendo da un nucleo originario della materia in cui scava vuoti e tensioni, Questa tensione plastica è ben espressa in questa figura femminile nuda, seduta ma ritorta , come se fosse appena uscita dalla materia indistinta e si tendesse verso l'alto, verso la vita, verso la luce.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
ARARPI0221744

Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena è ambientata sulle rive di un fiume ma in un paesaggio non orientale, con strutture architettoniche sulla destra: numerose le figure , raffiguranti il seguito della principessa, collocata al centro insieme al bimbo nella cesta. La tela restaurata, è stata applicata su telaio moderno. E' presentata in cornice del XIX secolo.

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Scena di Battaglia
ARARPI0066829

Scena di Battaglia

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Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola mittel-europea. Al retro presente monogramma No.S. e cifre di probabile inventario. Il dipinto ricorda opere di area austriaca. Raffigura una battaglia tra cavalieri, dominato in primo piano dallo scontro tra due di essi. Il dipinto proviene da una collezione storica lombarda. Ancora in prima tela e in telaio originale; al retro sono presenti rattoppi e segni di restauri antichi, ed e' stata peraltro sottoposta a ulteriore restauro pittorico e riparativo, presso il nostro laboratorio. Cretto ben marcato. Il dipinto è presentato in cornice anch'essa originale e coeva, laccata.

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Scultura di Marco Cornini
ARARCO0218910

Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

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Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

Scultura in terracotta. Firmata in basso a destra. Marco Cornini, artista milanese formatosi all'Accademia di Brera, lavora prevalentemente con la terracotta, con cui realizza figure umane, sia maschili che femminili, uomini e donne, o meglio ancora ragazzi e ragazze più o meno della sua stessa generazione, in momenti della loro intimità, spesso di coppia ma anche individuale, con valenze sentimentali, erotiche, passionali. Qui è proposta una donna nuda seduta in poltrona in una stanza, in atteggiamento di intimistica disperazione.

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Dipinto di Hercules Sanders
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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

Olio su tela. Sulla botte in basso a sinistra è presente la firma H.Sanders. La scena, ambientata in esterno in una via di una città fiamminga, con il canale di sfondo sulla sinistra, vede in primo piano una venditrice di ortaggi dietro il suo banchetto, che è allestito con una variegata composizione di ortaggi invernali, una natura morta composta da cavolfiori, verze, carote, pannocchie; al fianco della donna, un passante che porta in spalla un arpione, le sta offrendo dei pesci, evidentemente il frutto del suo pescato che vuole vendere. L' ambientazione fa pensare ad Amsterdam, città ove nacque e visse il pittore olandese Hercules (o Herkules) Sanders, che si affermò prevalentemente come ritrattista, ma di cui è nota una scena di genere in interno, attualmente presso il Detroit Institute of Arts, datata 1647 e intitolata "Donna che pulisce il pesce", la cui figura femminile molto somiglia alla venditrice dell'opera qui presentata. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista
ARARPI0220299

Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVII-XVIII secolo. La grande scena si svolge in un vasto paesaggio nordico, all'interno di un bosco ricco di piante ritorte, e sulla destra una città sormontata da picchi rocciosi. All'interno del bosco un folto gruppo di figure, figure popolari ma anche altolocate, tutti in abiti orientali, che fanno cerchio intorno a Giovanni Battista, ritratto nel suo costume iconografico tradizionale (vestito di pelli, con il bastone sormontato dalla Croce e avvolto dal cartiglio, un agnellino ai piedi): lo sguardo di Giovanni è rivolto verso l'alto, in linea con un uccello che vola sopra le cime degli alberi, raffigurazione simbolica dello Spirito Santo che ispira le parole del predicatore. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800 - inizio '900.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Uccellini
ARARPI0220301

Dipinto Natura morta con Fiori e Uccellini

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Dipinto Natura morta con Fiori e Uccellini

Olio su tela. Scuola napoletana del XVII secolo. Una composizione di fiori variegati, in tonalità chiare è collocata in un vaso, nero come lo sfondo, su una base marmorea, di cui si distingue solo la base, perchè ricoperta da un tessuto anch'esso nero, di cui spicca solo la passamaneria dorata disposta a creare un gioco di curve; sui due lati del piano sono appoggiati due uccelli, un grosso piccione sulla sinistra che tiene nel becco un rametto rubato alla composizione, e un picchio testa rossa a destra. Lungo il margine sinistro si apre uno paesaggio, con un alto albero ricurvo sotto un cielo scuro, e di sfondo una città. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto con Il Ratto delle Sabine
ARARPI0219841

Dipinto con Il Ratto delle Sabine

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista
ARARPI0219844

Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. La grande scena è ricca di figure in abiti dell' antico oriente, collocati in un paesaggio nordico, ricco di vegetazione e con cime montuose in lontananza. La metà sinistra è occupata principalmente da San Giovanni Battista, ritto in piedi e raffigurato secondo l'iconografia tradizionale: è vestito di una povera tunica fatta di pelli d' animali, ma ha drappeggiato intorno un manto rosso, simbolo del martirio; regge con una mano il bastone a forma di croce, intorno al quale si arrotola il cartiglio con la scritta "Ecce Agnus Dei", simbolo del suo ruolo di precursore e annunciatore del Cristo, e ai suoi piedi l' agnello stesso, vittima sacrificale e quindi simbolo del sacrificio di Cristo. Con l'altra mano Giovanni indica alla sua destra qualcuno fuori dall'inquadratura della scena, ma che è ovviamente il Cristo: tale gesto catalizza gli sguardi di tutta la folla collocata sulla destra della scena, folla variegata che rappresenta generi, classi sociali e razze differenti, a indicare l'universalità del messaggio del Battista. L'opera già in precedenza restaurata e ritelata, presenta una patina diffusa da ripulire. E' presentata in cornice antica.

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Scultura Angelo Reggivaso Barocco
SELECTED
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ARARAR0214259

Scultura Angelo Reggivaso Barocco

Lombardia Inizio XVIII Secolo

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Lombardia Inizio XVIII Secolo

Scultura di angelo reggivaso barocco in legno di tiglio intagliato e completamente ridipinto di nero in epoca successiva, Lombardia inizio XVIII secolo. La figura, abbigliata con veste ornata da lambrecchini, è posta su basamento sorretto da quattro piedi ferini. Gli assaggi eseguiti hanno riportato alla luce le cromie originali.

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Dipinto con Scena di Concertino domestico
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Dipinto con Scena di Concertino domestico

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Dipinto con Scena di Concertino domestico

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. All'interno di una cucina rurale, una famiglia di contadini si concede un momento di festa: il padre suona il mandolino, ascoltato dalla bimba che accenna a voler ballare, assistita dalla mamma, e dalle altre donne della casa, sorridenti mentre svolgono le loro mansioni domestiche. La produzione del pittore napoletano Giuseppe Giardiello guardò sempre al folklore della vita rurale e contadina partenopea, dipingendo, con toni intimistici e delicati, sia scene di vita domestica che scorci paesaggistici animati da figure. L'opera è presentata in cornice coeva.

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