Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione
Caratteristiche
Autore: [Ugo Foscolo]
Editore: s.e.
Luogo di stampa: Italia
Anno pubblicazione: 1802
Condizione prodotto:
Esemplare in buone condizioni. Legatura in mezza pelle con angoli, con nome autore e filetti dorati al dorso a quattro nervi: spellature ai bordi, agli angoli e in particolare al dorso; piccola mancanza alla porzione superiore del dorso. Nome autore in parte cancellato, ma intuibile. Macchie brune a contorno degli angoli dei contropiatti e dei fogli di guardia. Talloncino cartaceo con descrizione del volume, probabilmente di una libreria che lo possedeva, applicato al contropiatto anteriore. Carte in generale ben conservate; da segnalare: macchie di muffa al margine inferiore da pagina 21 a pagina 25; cancellature a penna alle pagine 40, 49, 50 e 51: il testo risulta in ogni modo leggibile. Testo in Lingua Italiana.
Pagine: 63,(1)
Formato: In sedicesimo
Dimensioni (cm):
Altezza: 18
Larghezza: 12
Descrizione
Interessanti le vicissitudini editoriali di questa Orazione a Bonaparte del Foscolo. L'orazione venne commissionata dal Comitato di Governo della Repubblica Cisalpina in occasione della riunione della Consulta a Lione nel gennaio del 1802, convocata alla presenza di Napoleone per scrivere la Costituzione della repubblica. L'orazione venne pubblicata, ma l'esemplare che proponiamo fa parte di una seconda edizione, contraffazione dell'originale, pubblicata nel gennaio 1803 con falsa data di edizione 1802. Uno studioso documentatissimo del Foscolo quale è Gianfranco Acchiappati non esclude una partecipazione del Foscolo a questa iniziativa editoriale, pur definita pubblicamente come abusiva, e ci fornisce gli elementi per distinguere le due edizioni: in particolare al frontespizio il sottotitolo “Pel Congresso di Lione” è stampato in maiuscolo tondo nella contraffazione, in maiuscolo corsivo nell'originale, il “Sofocle” della citazione in greco in minuscolo corsivo nella contraffazione, in maiuscolo corsivo nell'originale. Nella nostra copia alcune righe sono cancellate a penna (ma ancora leggibili) da una censura di stampo clericale: si tratta del passaggio relativo alla critica sul potere temporale della Chiesa (“E fu il nostro destino sì atroce che la religione cristiana speranza per noi di mansueti costumi..,ribellatasi dal suo Istitutore, pose regal sede in Italia...e vendendo il cielo, comprò, spartì e fe' tributaria la terra”), a cui segue l'elogio a Napoleone per la sua politica con cui “la mitra disgiungi dalla corona”
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