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QUADRI E DIPINTI ANTICHI

 

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In questa sezione si possono trovare tutte le opere di pittura antica disponibili nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende paesaggi, nature morte, ritratti, volti, soggetti sacri, scorci e vedute con cui poter arricchire ogni ambiente della tua casa.

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La predicazione di San Giovanni Battista
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La predicazione di San Giovanni Battista

Bottega di Fans Francken II

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Carlo Antonio Crespi
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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

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Carlo Antonio Crespi

Natura Morta con Fiori Frutta un Pappagallo e Cacciagione

Olio su tela. La grande composizione è ricca di numerosi elementi differenti: al centro campeggia una grande composizione floreale, di multiple varietà a colori vivaci; sulla sinistra dei fiori, poggiato su un capitello dorico, è appoggiato un pappagallino dai colori sgargianti e contrastanti con quelli spenti degli uccelli che giacciono sul piano sottostante, insieme ad alcune zucche e ad un vaso in peltro. Secondo l'esperto d'arte dr. Gianluca Bocchi (di cuisi allega expertise), l'opera è riconducibile alla produzione di Carlo Antonio Crespi, pittore attivo a Como intorno alla metà del XVIII secolo, della stessa famiglia Crespi a cui appartiene anche l'omonimo bolognese. Il Crespi comasco amava realizzare composizioni con i prodotti della fertile terra padana, in compagnia di piccoli animali, ceramiche o ceste in vimini, vasi di fiori, il tutto sullo sfondo di elementi architettonici barocchi o classicheggianti. Le sue tele, spesso di grandi dimensioni, riconducono al mondo delle ville e dei palazzi della campagna settecentesca lombarda. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile. Proviene da importante collezione (sul retro è citato il commendatore Arturo Stucchi, imprenditore comasco).

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Dipinto a Soggetto Storico
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Dipinto a Soggetto Storico

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Dipinto a Soggetto Storico

Olio su tela. Scuola francese del XVII secolo. La scena, ambientata di notte nel giardino di una villa, di cui si intravvede la facciata ornata a destra e nel quale spicca la fontana zampillante con putti, sotto un cielo buio e oscurato ulteriormente da nubi gravi, propone due figure che si intrattengono in conversazione: un anziano vestito modestamente sta ammonendo severamente un giovane seduto, riccamente abbigliato, che pare invece fare con la mano il gesto del mea culpa. La fisionomia e la gestualità dei due personaggi, insieme alla foggia degli abiti, rimanderebbero al filosofo Aristotele che fu chiamato alla corte di Macedonia per fare da precettore al giovane Alessandro, il futuro re noto poi come Alessandro Magno: secondo quanto raccontato da Plutarco nelle sue “Vite Parallele”, il giovane Alessandro fu un allievo brillante, tanto che fu iniziato anche alle dottrine aristoteliche più profonde ed esoteriche, da cui deriverebbe l'alone di mistero e profonda interiorità che traspare nell'opera qui presentata. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice in stile. Il dipinto, restaurato

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Ritratto di Giovanni Albertoni
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Ritratto di Giovanni Albertoni

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Ritratto di Giovanni Albertoni

Olio su tela. In alto a destra sono indicati il nome dell'uomo ritratto e la sua età, 78 anni. L'abito dell'uomo e l'atteggiamento di preghiera, davanti al Crocifisso, con in mano il libro di meditazione, lo identificano in un prelato. Il cognome Albertoni è ampiamente diffuso in Italia, in diverse casate che partirono dalla Lombardia per estendersi al parmense e poi sino a Roma. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Madonna con Bambino Angeli e Santi
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Madonna con Bambino Angeli e Santi

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Madonna con Bambino Angeli e Santi

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. L'opera di carattere devozionale, vede la Madonna, assisa sulle nubi e assistita da due angeli che le sorreggono le vesti, è venerata da due santi, in ginocchio ai suoi piedi: a destra la giovane donna in abiti principeschi, ai cui piedi è poggiata una corona regale, rimanda ad Elisabetta d'Ungheria; a sinistra, il santo che tiene in braccio il Bambin Gesù è identificabile in San Gaetano da Thiene. Particolare è il gioco di sguardi tra i vari personaggi, che si intrecciano insieme alle posizioni e ai gesti, a creare un movimento quasi circolare. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica ridorata ad inizio '900, con attuali diverse mancanze (da restaurare).

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Cristo Incoronato di Spine
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Cristo Incoronato di Spine

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Cristo Incoronato di Spine

Olio su tela. Si tratta di copia d'epoca dell'omonima incisione realizzata da Annibale Carracci (1560 -1609), che ebbe immediato successo e diede vita a una serie di repliche stampate e copie dipinte. Presenta il momento della Passione in cui il Cristo viene incoronato con la corona di spine, oggetto di tortura simbolo denigratorio della sua proclamazione a Re dei Re. Compiono l'atto due figure, il soldato romano e il giudeo, che rappresentano le due genti che presero parte alla condanna a morte di Cristo. Le figure, vigorose e sanguigne quelle dei due aguzzini più pallida e inerte la vittima, creano una composizione intrecciata di corpi, con quello di Gesù centrale che congiunge gli altri due, unendoli nella responsabilità condivisa di ciò che stanno facendo; posto di traverso, Gesù ha il capo reclinato a forza a sinistra dal soldato che gli impone la corona di spine, mentre il giudeo a destra gli pone in mano la canna di bambù, sostitutiva dello scettro. La scena è dominata da colori cupi e scuri, tra i quali spicca solo il rosso vivo della veste di Cristo, simbolo della sua umanità sofferente. IL dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in bella cornice coeva, con mancanze.

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Dipinto del XVII Secolo con Scena della Cattura di San Tommaso d'Aquino
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Dipinto del XVII Secolo con Scena della Cattura di San Tommaso d'Aquino

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Dipinto del XVII Secolo con Scena della Cattura di San Tommaso d'Aquino

Olio su tela. Scuola toscana del XVII secolo. Rampollo di un'antica stirpe longobarda di Aquino (in provincia di Frosinone), Tommaso (nato intorno al 1226) andato a Napoli per studiare, nel 1243 entrò contro il volere dei suoi parenti nell'ordine dei predicatori domenicani, ma durante il viaggio verso il settentrione fu arrestato dai suoi fratelli e per circa un anno tenuto prigioniero. Nella scena il giovane santo al centro, già vestito dell'abito domenicano, è circondato sui due lati da quattro figure riccamente vestite, appunto i parenti, tra i quali probabilmente la madre, che lo trattengono benevolmente, quasi lo abbracciano, mentre con la gestualità delle mani e gli sguardi afflitti e amorevoli tentano di convincerlo, quasi supplicandolo. Le figure sono peraltro collocate in una prigione, come indicano le sbarre alla finestrella sulla destra, a sottolineare l'azione coercitiva compiuta. Ricchi e particolareggiati sono i dettagli delle vesti dei personaggi, dai colori vivaci che contrastano con l'abito di Tommaso, plastici i movimenti propriamente di gusto barocco. Già restaurato e ritelato, il dipinto si presenta in buone condizioni, con cretto evidente. E' presentato in cornice antica rilaccata e ridorata.

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Dipinto con Scena Mitologica
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Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

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Dipinto con Scena Mitologica

Amore e Psiche

Olio su tela. Scuola nord -Italia del XVII secolo. La scena si rifà, con alcune variazioni ma molto vicina nelle dimensioni, ad una parte del grande affresco intitolato "Banchetto degli dei" nella Camera di Cupido ( o Camera di Amore e Psiche) di Palazzo Té a Mantova, grande raffigurazione di oltre nove metri realizzata da Giulio Romano con la sua bottega nel XVI secolo. La scena proposta (che a Mantova è collocata sulla destra del grande banchetto), vede Amore e Psiche sdraiati su un triclinio, mentre una piccola figura alata li incorona d'alloro e due ninfe lavano la mano di Amore; sullo sfondo a destra un gruppo di satiri sta sacrificando una capra all'ara di una divinità, mentre al centro, in lontananza, una città brucia. Il banchetto degli dei è il momento conclusivo del mito dei due innamorati, che, dopo molte prove e peripezie, ottengono il permesso di Venere per sposarsi. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice antica.

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Madonna con Bambino San Giovannino e Angeli Dipinto del XVII secolo
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Madonna con Bambino San Giovannino e Angeli Dipinto del XVII secolo

Versione ridotta da pala di Girolamo Mazzola Bedoli

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Madonna con Bambino San Giovannino e Angeli Dipinto del XVII secolo

Versione ridotta da pala di Girolamo Mazzola Bedoli

Olio su tela. Scuola emiliana del XVII secolo. Tutta in prima piano, questa scena di insieme di figure sacre, che presenta i volti di Maria e Gesù Bambino al centro, contornati da San Giovannino in basso a sinistra, e tre angeli a far corona intorno. Tutti i personaggi sono lieti e sorridenti, nonostante il richiamo alla passione, dato dal bastone sormontato dalla Croce che Giovanni porge a Gesù. Il movimento dei corpi e i colori vivaci rendono la scena viva. Si tratta di una versione parziale e in orizzontale della pala omonima realizzata dal pittore manierista parmense Girolamo Mazzola Bedoli (1508?-1570) per la chiesa di San Sepolcro a Parma, sviluppata in verticale con la presenza di un paesaggio di sfondo dietro i due angeli nella parte superiore e del completamento delle figure nella parte inferiore. Il dipinto è ancora in prima tela, senza segni di restauro pregresso. Diverse sono le cadute di colore, diffuse soprattutto lungo il margine inferiore e i due laterali. E' presentato in cornice antica in legno laccato.

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Olio su Tavola 'Ratto di Europa'
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Olio su Tavola 'Ratto di Europa'

Pseudo Giampietrino B, anni '30-'40 del XVI secolo

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Dipinto Maddalena Penitente
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Dipinto Maddalena Penitente

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Dipinto Maddalena Penitente

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. Secondo la classica iconografia, la Maddalena penitente è raffigurata con le lacrime agli occhi, i capelli sciolti, discinta, tenendo presso di sè il vasetto di unguento con cui unse Gesù nell'episodio evangelico, e il teschio, Memento mori per eccellenza. Sopra di lei, un angioletto le indica il cielo soprastante. I modi pittorici sono molto vicini ad un' analoga opera di Panfilo Nuvolone (1581 -1651), pittore italiano attivo tra la Lombardia e l'Emilia, interprete di un superato tardo manierismo ispirato dai dettami della Controriforma, noto per le nature morte ma autore anche di figure simili a questa. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice antica dorata.

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Ritratto di Nobile XVII Secolo
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Ritratto di Nobile XVII Secolo

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Ritratto di Nobile XVII Secolo

Olio su tela. Ritratto di un nobiluomo, fiero con la mano posata sull' elsa della spada e vestito di un manto bordato di ermellino. In alto a destra compare lo stemma della sua casata, che vede un leone rampante rosso coronato e impugnate una spada; di traverso una fascia con tre gruppi di palle disposte a fiore. Un leone rampante simile a questo si ritrova nello stemma di alcune città del centro-Italia, quali Faenza. Restaurato e ritelato, il dpinto è presentato in cornice coeva in legno intagliato e laccato.

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Dipinto Adorazione dei Magi
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Dipinto Adorazione dei Magi

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Dipinto Adorazione dei Magi

Olio su tela. La scena è ambientata all' interno di un palazzo marmoreo, con archi e volte; le numerose figure occupano lo spazio in un gioco di corpi che si intrecciano e sguardi che si incrociano. Al centro la Vergine Maria solleva il Bambin Gesù per mostrarlo ai visitatori; alle sue spalle a destra Giuseppe vigila attento, mentre in alto volteggia un angioletto recante il cartiglio con il Gloria. Sulla sinistra il gruppo dei tre re venuti dall' Oriente, omaggianti il Bambino, e alle loro spalle i servitori curiosi che osservano e indicano. Risaltano i colori vivaci e luminosi. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800 ridorata.

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Deposizione di Cristo nel sepolcro
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Deposizione di Cristo nel sepolcro

Pittore lombardo (Giuseppe Meda?) 1560-1570 ca.

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Dipinto Ritratto dell' Infanta Maria Anna Victoria di Borbone
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Dipinto Ritratto dell' Infanta Maria Anna Victoria di Borbone

Copia da Nicolas De Largillière

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Dipinto Ritratto dell' Infanta Maria Anna Victoria di Borbone

Copia da Nicolas De Largillière

Olio su lastra di metallo ottagonale. Si tratta di una copia del ritratto dell'infanta Maria Anna Vittoria di Borbone (1718-1781), realizzato da Nicolas de Largillière nel 1724, attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid. L'originale evidenzia meglio la giovanissima età della principessa, prima figlia di Filippo V di Spagna ed Elisabetta Farnese, che fu nel 1722, all' età di soli quattro anni, fidanzata con Luigi XV, e mandata subito a Parigi; la giovane Infanta era soprannominata "l'infante Reine" (la regina bambina)., ma non sposò il re francese, che nel 1725 decise di rimandarla a casa perchè troppo giovane. La bambina, che in questa copia sembra un po' più grande, è raffigurata alla corte francese, probabilmente in una sala del Palazzo del Louvre ove soggiornò, in uno sfarzoso abito principesco, con la corona regale appoggiata sulla ricca consolle alla sua destra. Il dipinto è presentato in cornice dorata coeva.

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Dipinto Paesaggio Fluviale con Architetture
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Dipinto Paesaggio Fluviale con Architetture

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Dipinto Paesaggio Fluviale con Architetture

Olio su tela. Di grande formato e sagoma ottagonale, la tela presenta un paesaggio inscritto in una cornice dipinta con fregi, rientrando nella categoria della pittura settecentesca concepita a scopo d'arredo. La scena è ambientata presso un fiume, sulla cui riva si innalzano rovine architettoniche di strutture classicheggianti, che svettano maestose sulle figurine di personaggi popolari animanti la scena. Il dipinto, già restaurto e ritelato, presenta diversi piccoli buchi, cadute di colore e macchie diffuse.

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Dipinto Paesaggio con Edifici e Figure
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Dipinto Paesaggio con Edifici e Figure

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Dipinto Paesaggio con Edifici e Figure

Olio su tela. Di grande formato e sagoma ottagonale, la tela presenta un paesaggio inscritto in una cornice dipinta con fregi, rientrando nella categoria della pittura settecentesca concepita a scopo d'arredo. Il paesaggio vede sulla sinistra delle rocce brulle da cui sgorga una cascatella, mentre sulla destra le rovine di una struttura architettonica, davanti alla quale conversano due donne in abiti tradizionali popolari. La tela , già in passato restaurata e ritelata, presenta diffusamente piccoli buchi , cadute di colore e macchie. La tela rientra nella categoria dei dipiti del '700 da arredamento

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Dipinto Paesaggio Costiero con Edifici e Figure
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Dipinto Paesaggio Costiero con Edifici e Figure

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Dipinto Paesaggio Costiero con Edifici e Figure

Olio su tela. Di grande formato e sagoma ottagonale, la tela presenta un paesaggio inscritto in una cornice dipinta con fregi, rientrando nella categoria della pittura settecentesca concepita a scopo d'arredo. Il paesaggio propone un villaggio in prossimità della costa, con barchette di pescatori sulla riva del mare; sulla sinistra domina in primo paino la rovina di un colonnato, sotto il quale conversano due figure. La tela, già in passato restaurata e ritelata, presenta diffuse cadute di colore, piccoli buchi e macchie.

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Disegno, Volta della Sala delle Aquile
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Disegno, Volta della Sala delle Aquile

Domus Aurea Vincenzo Brenna

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Dipinto con Scena di Tempesta
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Dipinto con Scena di Tempesta

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Dipinto con Scena di Tempesta

Olio su tela. Scuola francese della seconda metà del XVIII secolo. Probabilmente opera di un seguace di Claude Joseph Vernet (1714 -1789), pittore francese specializzato in marine e che più volte realizzò scorci di tempeste e naufragi. La scena è ambientata su una costa rocciosa, in prossimità di un borgo eretto sulla scogliera sovrastante; è in corso una forte tempesta, che scarica un fulmine, saettante dall'alto a destra, sopra alcune figure spaventate di viandanti, e diretto verso il veliero che naviga in balia delle forti onde. Il cielo è carico di nuvoloni neri, anche se in lontananza sembra già cominciare ad aprirsi uno squarcio d'azzurro. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Scena di Osteria
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Dipinto Scena di Osteria

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Dipinto Scena di Osteria

Olio su tela. All' interno di un osteria, che pare quasi ricavata in una grotta, aperta su una campagna piuttosto brulla, alcuni uomini mangiano, bevono e si rilassano al tavolo accanto al fuoco, mentre una donna seduta per terra, li osserva divertita mentre mangia. Le figure sono grottesche, quasi caricaturali, i colori terrosi, a sottolineare l'estrazione contadina della scena. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica.

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Dipinto Scena con Giocatori di Carte
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Dipinto Scena con Giocatori di Carte

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Dipinto Scena con Giocatori di Carte

Olio su tela. All' interno di un' osteria, alcuni avventori giocano a carte: l'uomo seduto a sinistra bara, nascondendo una carta nel collo della lisa casacca, sotto lo sguardo divertito dell' oste che sopraggiunge. Le figure risultano grottesche, quasi caricaturali; i colori sono prevalentemente quelli della terra, a sottolineare l'ambientazione popolare. Restaurato e ritelato (al retro etichetta del restauratore datata 1952), il dipinto è presentato in cornice antica.

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Figure femminili di Francesco Conti
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Figure femminili di Francesco Conti

Eroine dell'antichità, XVIII secolo

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Dipinto di Baldassarre D'Anna
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Dipinto di Baldassarre D'Anna

Adorazione dei Pastori, 1620 ca.

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Dipinto di Baldassarre D'Anna

Adorazione dei Pastori, 1620 ca.

Olio su tela. Scuola veneta del XVII secolo. Guardando ai modelli diffusi da Jacopo Bassano, il dipinto presenta una scena ricca di figure e di elementi di contorno propri della vita pastorale, elegante ma con una rustica semplicità. I pastori creano con Maria e Giuseppe un cerchio di figure adoranti il Bambin Gesù, cerchio a cui partecipano anche gli animali, il bue e la pecorella, mentre gli angioletti completano la scena volteggiando in alto. L'opera è riconducibile alla produzione di Baldassarre D'Anna, pittore nato a Venezia che si formò presso Leonardo Corona, di cui ripropose la vivezza cromatica e l'istanza chiaroscurale, e lavorò poi a Venezia, in Dalmazia, in Istria e in tutta l'area friulana. Si colloca nella fase migliore dell' artista, tra il 1610 e il 1620, in particolare si ritrovano le stesse caratteristiche e molti personaggi della serie di otto tele realizzate intorno al 1620 per il Santuario delle Grazie di Cordovado in provincia di Pordenone: analoghi sono i colori vividi stesi con campiture nette e panneggi spigolosi, i contorni energici, le fisionomie severe e marcate che si riscontrano tanto nei pastori che nella Madonna inginocchiata. Si ritrovano peraltro nell'opera le note realistiche "alla Bassano", come il cesto di uova da cui fuoriesce un tovagliolo, le architetture prive di qualsiasi monumentalità. Per le sue piccole dimensioni tale tela è riconducibile ad una committenza privata, destinata alla devozione personale o al collezionismo. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice dorata in stile. Il dipinto è corredato di expertise.

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