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Dipinto Capriccio Architettonico con Figure
ARARPI0267163

Dipinto Capriccio Architettonico con Figure

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Dipinto Capriccio Architettonico con Figure

Olio su tela. Seconda metà del XVIII secolo. Una porzione di una grande struttura architettonica in rovina riempie tutta la scena: un porticato sormontato da una balaustra, invasa da piante, cinge un cortile ove diverse figure popolari si muovono, impegnati nelle loro attività. Un cielo azzurro e luminoso sormonta la struttura e la luce filtra da uno degli archi a creare un gioco di luce e ombre sotto il porticato. Sul retro del telaio è presente un'attribuzione a Gaetano Vetturali (1701-1783), anche se la qualità delle figure appare qui superiore a quelle dell'artista lucchese, affermatosi nel suo territorio per i capricci architettonici di grande impatto scenografico. Il dipinto è presentato in cornice dorata in stile.

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Paesaggio con Figure
ARARPI0159214

Paesaggio con Figure

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Paesaggio con Figure

Olio su tela. Il dipinto, realizzato nella prima metà del '900, riprende nel soggetto e nella modalità pittorica le opere paesaggistiche: in un paesaggio ricco di vegetazione e con cime di sfondo, una giovane popolana chiede la carità ad alcuni viandanti che si riposano sul ciglio della strada, in prossimità di un arco in pietra. La tela è stata sottoposta ad invecchiamento ed è presentata in cornice di fine '800.

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Dipinto Interno di Osteria
ARARPI0264983

Dipinto Interno di Osteria

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Dipinto Interno di Osteria

Olio su tela. Scuola fiamminga di inizio XIX secolo. La scena, collocata all'interno dell'ambiente misero e spartano di un'osteria, presenta due giocatori di carte che usano una botte come piano di appoggio, osservati da altri due, mentre bevono il oloro boccale di vino e fumano. L' oste, di spalle a destra, sta uscendo dalla stanza. La scena risulta vivace e divertente, con personaggi piuttosto macchiettistici. In prima tela, il dipinto è presentato in cornice dorata di fine '800.

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Dipinto Paesaggio con Cavalieri e Rovine
ARARPI0264749

Dipinto Paesaggio con Cavalieri e Rovine

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Dipinto Paesaggio con Cavalieri e Rovine

Olio su tela. Scuola nord-italiana di fine'700-inizio '800. Nell' ampio paesaggio, che lascia spaziare lo sguardo su una vasta piana con colline sfumate che si profilano all'orizzonte, è inserita sulla destra una rovina architettonica in pietra, mentre sulla sinistra un ponte, altrettanto vecchio e diroccato, scavalca il fiume. Numerose figure di viandanti, a piedi o a cavallo, riempiono la scena. Il dipinto, ancora in prima tela, è presentato in cornice dorata di inizio '900.

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Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore
ARARPI0264745

Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore

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Dipinto Paesaggio con Pastorella e Pecore

Olio su tela. Scuola centro-europea della fine del '700. Il grande dipinto propone un paesaggio rurale, con un'abitazione contadina sulla sinistra, la pastorella in primo piano a sinistra che guarda il suo gregge di pecore all'abbeverata nel vicino torrente. L'atmosfera dai colori smorzati e le luci soffuse, con nuvole rosate nel cielo, rimanda ad un crepuscolo quieto e tranquillo. In prima tela, il dipinto è presentato in cornice coeva ridorata.

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Dipinto Scena Biblica
ARARPI0264522

Dipinto Scena Biblica

Davide che suona l'Arpa

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Dipinto Scena Biblica

Davide che suona l'Arpa

Olio su tela. Scuola nord- italiana del XVII secolo. La scena raffigura l'episodio biblico tratto dal Primo libro di Samuele che così racconta :"Ora quando il cattivo spirito permesso da Dio investiva Saul, Davide prendeva l'arpa e si metteva a suonare; Saul si sentiva sollevato, stava meglio, e il cattivo spirito se ne andava da lui." Nel dipinto le figure risultano possenti e vigorose, sia il re Saul come le guardie che lo trattengono, raffigurate in un intreccio di figure che occupa tutta la parte sinistra della scena; sulla destra invece sta Davide, che seppur giovane e semplice pastore, sie ne sta calmo davanti al re furioso, suonando il suo strumento con dignità e fermezza. Sullo sfondo a destra , in un corridoio del palazzo, assistono alla cena sgomenti i sacerdoti e i consiglieri del re. Sulla cornice del dipinto è posta una targhetta attributiva a Bernardo Strozzi. Il dipinto restaurato e ritelato a metà '900, è posta in cornice dorata in stile.

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Dipinto Il Suicidio di Porzia
ARARPI0261674

Dipinto Il Suicidio di Porzia

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Dipinto Il Suicidio di Porzia

Olio su tela. La donna rappresentata nella scena è riconducibile a Porzia, la nobildonna romana moglie di Bruto, vissuta quindi nel I secolo a.C.: secondo la leggenda ella si suicidò inghiottendo un carbone ardente, ed è in tale fatale momento che è qui raffigurata. Il dipinto è molto vicino ai modi pittorici dell' omonimo dipinto della scuola del Cignani, attribuito al suo allievo Marcantonio Franceschini e conservato presso Palazzo Tozzoni ad Imola. La figura di Porzia, collocata in un interno con elementi classici, occupa tutto il campo della scena, ed è rappresentata seduta davanti al braciere ardente, nell'atto di mettersi in bocca il carbone; la sua espressione rivela la sofferenza del gesto che sta compiendo, ma anche la sua determinazione, lo sguardo che guarda lontano già la colloca lontana dalla vita che sta lasciando. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice antica del XVIII secolo.

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Dipinto di Michiel Caree
ARARPI0262367

Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. Firmato in basso a destra. In uno splendido paesaggio classico, con colline verdeggianti che si affacciano su un corso d'acqua, ruscello in primo piano che diventa poi un ampio fiume in lontananza, sono inseriti le figure di un pastore ed una pastorella che portano il loro gregge all'abbeverata. Le scene pastorali di questo tipico hanno caratterizzato la produzione dell'artista olandese Michiel Carree, che fu pittore di corte del re di Prussia nei primi decenni del XVIII secolo. Il dipinto, in prima tela, è presentato in cornice dorata coeva, in legno intagliato e dorato.

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto
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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

Olio su tela. Scuola romana della seconda metà del XVII secolo. La scena racconta un episodio della storia d'amore tra la regina d'Egitto e il triumviro romano Antonio: Cleopatra, per dimostrare la sua ricchezza e sedurre il bel generale, allestisce un sontuosissimo banchetto, durante il quale sceglie una perla di inestimabile valore e la scioglie nell'aceto, offrendo poi la bevanda, considerata un potente afrodisiaco, ad Antonio. Nel dipinto la regina si sta accingendo a mettere la perla nella coppa: particolare è il nastro cui è legata la perla, che ricorda quello del dipinto omonimo di Carlo Maratta (1625 -1713). Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea di fine '800.

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Louis Dorigny attribuibile a
SELECTED
SELECTED
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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi
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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a un ciotola piena di funghi porcini e ad un grappolo d'uva: con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Festa di Paese
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Dipinto Festa di Paese

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Dipinto Festa di Paese

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVIII secolo. Vivace e movimentata scena, che raffigura una festa popolare nel paese: un gruppo di uomini e donne davanti alla locanda del paese, riconoscibile dall'insegna, danza accompagnato dai musicanti sulla sinistra, mentre la gente all'intorno osserva, beve, chiacchiera. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata in stile.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino
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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

Olio su tela. Nella bella composizione si vedono, appoggiati su una credenza di legno intarsiato, un cestino colmo di ciliegie, di cui alcune sparse sul piano, e un piatto colmo di ribes rosso, frammisti a foglie e a qualche fiorellino di ciliegio. Sul manico del cesto è appoggiato un cardellino; a incorniciare la composizione, sulla destra un grande mazzo di fiori variopinti in vaso, sulla sinistra un tendaggio rosso. Spiccano i colori vivaci dei frutti, dei fiori e della tenda, mentre il mobile d'appoggio si confonde con lo sfondo scuro, così come l'uccellino, distinguibile dallo sfondo scuro solo per il piumaggio bianco sulle ali e il contorno rosso degli occhietti. L'opera rientra nell' ampia produzione emiliana del XVII secolo di tale tipologia di soggetto, altamente decorativa. Il dipinto, restaurato e ritelato, presenta un cretto marcato e cadute di colore lungo i bordi.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche
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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

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Natura Morta con Fiori Frutta e Zucche

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a due grosse zucche e a frutta mista (uva e pesche): con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico
ARARPI0167017

Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII secolo. La grande tela deriva da un'incisione del 1562 ad opera del veneziano Giulio Sanuto, che riprendeva fedelmente l'opera omonima del Bronzino (1503-1572), attualmente conservata all'Hermitage; rispetto all'originale, l'incisione aggiunse il gruppo di Muse e modificò lo sfondo paesaggistico introducendo gli scorci dei paesi. L'opera è suddivisa in quattro scene, che vanno lette da destra verso sinistra. Nella prima scena è raffigurata la contesa musicale tra Apollo e il sileno Marsia, che suonava il flauto talmente bene da essere ritenuto superiore allo stesso dio; i due contendenti si stanno esibendo, il dio con la lira e il sileno con il flauto addirittura capovolto (per aumentare la difficoltà dell'impresa), davanti al re Mida e alla dea Minerva, riconoscibile dai suoi attributi, l'elmo, la lancia e lo scudo. Nella seconda scena Apollo è intento a scorticare Marsia, per punirlo dell'aver vinto la gara musicale; appoggiati per terra di fianco a lui, il suo mantello e la lira. Nella terza scena, è Re Mida ad esser punito dal dio per avergli preferito Marsia: Apollo sta infilando le orecchie d'asino a Mida, mentre Minerva assiste. Infine la quarta scena, in primo piano a sinistra, è caratterizzata da una figura particolare, identificata nel fedele servitore e barbiere del re: poichè Mida gli aveva ordinato di mantenere il segreto sulle sue orecchie d'asino, non potendo sfogarsi altrimenti, egli scavò una buca nel terreno e urlò lì dentro il suo segreto; in quel luogo però, la leggenda vuole che crebbe un cespuglio di canne che con il vento sussurravano "Re mida ha le orecchie d'asino", rivelando così il temuto segreto. Il dipinto è stato precedentemente restaurato e ritelato, ma necessita attualmente di eventuale ulteriore ripresa del colore. Sul retro a matita è presente una vecchia attribuzione alla scuola ferrarese ("Ercole da Ferrara"). E' presentato in cornice in stile di fine '800.

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Paesaggio con San Gerolamo penitente
ARARPI0148816

Paesaggio con San Gerolamo penitente

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Paesaggio con San Gerolamo penitente

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. In un ampio paesaggio collinare piuttosto brullo, che si allarga sfumando sulla destra, si inserisce un alto roccione, conformato ad arco, sotto il quale vi è San Gerolamo penitente, raffigurato in atto di preghiera e di adorazione della Croce. Conformemente ai canoni della pittura del XVII-XVIII secolo, la figura del Santo, adeguata all'iconografia nelle vesti e nell'atteggiamento, è però inserita in un paesaggio poco consono, vicino a quello del pittore che si rifaceva alla realtà paesaggistica a lui nota. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella
ARARPI0262390

Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella

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Dipinto Paesaggio con Bestiame e Pastorella

Olio su tela. In un paesaggio di tipo nordico, con catene di monti di sfondo e verdi colline, è collocata in primo piano una piccola mandria di vacche, guardate da una pastorella che, seduta a riposare sul ciglio della strada, indica al cane al suo fianco il castelletto, probabile meta del loro tragitto. Il dipinto, ritelato, presenta piccole ma diffuse cadute di colore e graffi. E' presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia
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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia

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Dipinto Il Sacrificio di Ifigenia

Olio su tela. Scuola romana del XVII secolo. Il cruento episodio del sacrificio di Ifigenia, raccontato anche nell'Iliade, prende origine dall' ira di Artemide, dea della caccia, che offesa con Agamennone per le sue vanterie di cacciatore, impedisce alla flotta greca di salpare alla volta di Troia; l'indovino Calcante allora profetizza che si potrà placare 'ira della dea solo sacrificandole la figlia minore dello stesso re Agamennone, Ifigenia, e così avviene. Al centro della scena è raffigurata la fanciulla prostrata ai piedi dell'ara sacrificale, mentre viene preparata dai sacerdoti secondo i rituali; nell'angolo a sinistra si intravvedono il padre Agamennone (con la corona abbandonata ai suoi piedi) con la madre Clitennestra che, disperati, non osano guardare. In alto, assiste alla scena la dea Artemide, riconoscibile dalla luna sulla chioma, dall'arco che tiene in mano e da un cervo, suo animale simbolico, ai piedi del baldacchino: secondo una versione meno violenta del mito, al momento del sacrificio Ifigenia viene sostituita da Artemide con una cerva, come potrebbe indicare la presenza dell'animale in questa rappresentazione. L'opera qui presentata deriva dal dipinto di Pietro Testa, pubblicata tra il 1640 e il 1642 (oggi presso la Galleria Spada a Roma) e dalle sue incisioni: da esso viene ripresa tutta la composizione delle figure, sebbene modificate negli abiti, nei colori e in diversi particolari. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900, coeva al restauro.

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Dipinto Ritratto maschile
ARARPI0262380

Dipinto Ritratto maschile

ARARPI0262380
Dipinto Ritratto maschile

Olio su tela. Il ritratto di un gentiluomo è accompagnata dalla scritta in alto a sinistra "Paulus Castellanus Sanator". La parola Castellanus potrebbe essere il cognome, molto diffuso e identificante l'abitante di un castello, non necessariamente il signore ma un membro della famiglia. Il termine Sanator identifica l'uomo come un guaritore, il medico della famiglia. Il dipnto è presentato in cornice antica.

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Dipinto Susanna e i Vecchioni
ARARPI0262378

Dipinto Susanna e i Vecchioni

ARARPI0262378
Dipinto Susanna e i Vecchioni

Olio su tela. Il soggetto raffigurato racconta un episodio biblico dell'antico testamento: Susanna, la sposa bella e casta di Ioachim, ricco ebreo, viene insidiata da due anziani giudici del popolo mentre si concede un bagno nel suo giardino. Tale episodio è stato ampiamente riprodotto nell'arte, come occasione di esaltazione della bellezza femminile e condanna della voluttà peccaminosa. Nella scena la figura femminile di Susanna, discinta, siede in primo piano a sinistra, sulla balaustra di una fontana zampillante del giardino, intenta ad immergersi, ma indicando con la mano i due vecchioni sulla destra, che nascosti dietro un cespuglio la spiano. Insolita nella scena è la figura dell'altra donna, probabilmente un'ancella di Susanna, anch'essa discinta, probabilmente introdotta ad ulteriore esaltazione della nudità femminile. Di sfondo compare il giardino della villa, caratterizzato da aiuole fiorite simmetriche e regolari. Peculiare anche la presenza, in lontananza dietro il capo di Susanna, di tre figurine stilizzate, che sembrano correre verso di lei, forse per avvertirla del pericolo. L'opera, in prima tela, presenta una lieve rottura in alto a sinistra, e puntiformi macchie di vernice. E' presentata in cornice di inizio '900.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
ARARPI0258388

Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. Il dipinto guarda all'opera analoga di Paolo Veronese (1528-1588), databile intorno al 1560-70 e oggi conservata al museo del Prado, della quale il nostro dipinto riprende la composizione delle figure, cambiando tutto lo sfondo e l'abbigliamento dei personaggi. L'opera del Veronese ebbe un tale successo da essere replicata dalla sua stessa bottega, con numerose varianti: la nostra opera deriva probabilmente da una di queste copie, replicata in epoca successiva. L' episodio raffigurato è narrato nel libro biblico dell'Esodo e racconta il ritrovamento del piccolo Mosè, lasciato dalla madre in una cesta lungo le rive del fiume Nilo, per salvarlo dalla strage dei figli di Israele perpetrata dal Faraone; la figlia del Faraone, recatasi al fiume con il suo seguito, lo trova e lo salva, adottandolo. Le figure della scena sono raffigurate in abiti settecenteschi, in particolare spicca per ricchezza e sontuosità l'abito della principessa; unico elemento esotico è la presenza di un servitore di colore nel seguito, mentre anche lo sfondo rimanda ad un paesaggio del nord -Europa, con una folta vegetazione boschiva. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice del XI secolo.

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Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti
ARARPI0257876

Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. La grande scena, ambientata in una campagna collinare, con un borgo e rovine di sfondo a sinistra, è completamente occupata dal gruppo compatto delle numerose figure viventi: seduta al centro la famiglia del pastore, che osserva la compagna che tiene tra le braccia il bambinello in fasce; tutti intorno, gli animali, dal fido cane pastore alle bestie del gregge, pecore, capre e mucche, anch'essi a riposo. Spicca il grande naturalismo delle figure di animali, che rimanda come modalità pittorica alle opere della scuola di Philipp Peter Roos, detto Rosa da Tivoli (1657-1706), il pittore tedesco considerato uno dei migliori pittore di animali attivi in Italia nel XVII secolo, caratterizzato dalla peculiare capacità di evocare il vello e gli sguardi degli animali. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice dorata in stile.

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere
ARARPI0257875

Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. In prima tela e montato su telaio originale. Ambientata in un carcere, la scena presenta Sant'Ambrogio vescovo che indirizza verso il cielo la persona alla sua destra, un soldato con la Croce al collo, identificabile in San Vittore, soldato romano originario della Mauritania, che prestò servizio a Milano all'epoca di Massimiano e che venne martirizzato per la sua fede cristiana. Fu il vescovo milanese a raccontare la vita e il martirio del santo in uno dei suoi scritti e a diffonderne il culto. Alla sinistra un altro probabile martire della fede, che assiste alla proclamazione di beatitudine del compagno di cella; intorno, numerose altre figure di condannati. Il dipinto ottagonale appartiene probabilmente ad una serie dedicata al culto del Santo vescovo di Milano. La tela necessita di restauro e pulizia, presentando diverse macchie e tagli (una lacerazione al centro, altre minori ai lati).

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Dipinto Cristo Redentore ed Angeli
ARARPI0256603

Dipinto Cristo Redentore ed Angeli

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Dipinto Cristo Redentore ed Angeli

Olio su tela. Scuola Nord-italiana del XVII-XVIII secolo. La scena vede al centro la figura del Cristo Risorto che, assiso sulle nubi, regge con una mano la Croce e con l'altra indica verso il basso, ove è rivolto anche il Suo sguardo, verso i destinatari della Redenzione; Egli è circondato da angeli ed è illuminato da un fascio di luce intensa che si proietta diagonalmente dall'alto a sinistra, squarciando le nubi, simbolo della presenza di Dio Padre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dorata di fine '800.

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