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ARTE, DIPINTI, QUADRI E SCULTURE ANTICHE E CONTEMPORANEE - pagina 4

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Dipinto di Michiel Caree
ARARPI0262367

Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

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Dipinto di Michiel Caree

Paesaggio con Pastori ed Armenti

Olio su tela. Firmato in basso a destra. In uno splendido paesaggio classico, con colline verdeggianti che si affacciano su un corso d'acqua, ruscello in primo piano che diventa poi un ampio fiume in lontananza, sono inseriti le figure di un pastore ed una pastorella che portano il loro gregge all'abbeverata. Le scene pastorali di questo tipico hanno caratterizzato la produzione dell'artista olandese Michiel Carree, che fu pittore di corte del re di Prussia nei primi decenni del XVIII secolo. Il dipinto, in prima tela, è presentato in cornice dorata coeva, in legno intagliato e dorato.

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto
ARARPI0261673

Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

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Dipinto Cleopatra scioglie una Perla in una Coppa di Aceto

Olio su tela. Scuola romana della seconda metà del XVII secolo. La scena racconta un episodio della storia d'amore tra la regina d'Egitto e il triumviro romano Antonio: Cleopatra, per dimostrare la sua ricchezza e sedurre il bel generale, allestisce un sontuosissimo banchetto, durante il quale sceglie una perla di inestimabile valore e la scioglie nell'aceto, offrendo poi la bevanda, considerata un potente afrodisiaco, ad Antonio. Nel dipinto la regina si sta accingendo a mettere la perla nella coppa: particolare è il nastro cui è legata la perla, che ricorda quello del dipinto omonimo di Carlo Maratta (1625 -1713). Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice lignea di fine '800.

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Louis Dorigny attribuibile a
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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

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Louis Dorigny attribuibile a

Erminia tra i Pastori

Olio su tela. La grande tela racconta un episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in cui la giovane Erminia, principessa d'Antiochia segretamente innamorata di Tancredi, assiste al ferimento in duello dell'amato. Spinta dall'amore indossa quindi le armi della guerriera Clorinda, sua intima amica, e di notte esce per raggiungere l'amato Tancredi e curarlo. Ma al campo cristiano un raggio di luce lunare la illumina e, scambiata per Clorinda dalle sentinelle, è costretta ad una fuga precipitosa: capita così in un villaggio abitato da pastori che vivono lontani dalla guerra in uno spazio idilliaco, dove chiede e ottiene di essere ospitata per qualche tempo nella speranza (vana) di dimenticare il suo amore infelice. L'opera, già attribuito a Carlo Loth, è piuttosto rimandabile alla produzione di Louis Dorigny, il pittore parigino che visse a lungo in Italia, a Roma, a Venezia e infine definitivamente a Verona, ove ottenne numerose commesse da veronesi ma anche da committenti veneti e lombardi, estendendo la sua attività di affrescatore da Bergamo sino a Udine. A Verona fin dall'inizio del secolo, le preferenze in campo pittorico andavano verso un linguaggio classicistico complesso nella composizione, ma pacato ed elegante, anche nelle grandi opere decorative. A questa pittura si uniforma il Dorigny, che in questa tela coniuga l'equilibrato classicismo di Simon Vouet (di cui era nipote) con i chiaroscuri appresi a Roma e la pacata eleganza veneta. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi
ARARPI0150724

Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

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Natura Morta con Fiori Uva e Funghi

Olio su tela. Scuola lombarda di fine '600-inizio '700. La ricca composizione propone un grande mazzo di fiori variopinti in un vaso sbalzato, vicino a un ciotola piena di funghi porcini e ad un grappolo d'uva: con diverse intensità di colore, i vari elementi naturalistici emergono dallo sfondo completamente scuro, creando effetti di luci ed ombre. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di inizio '900.

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Alfonso Corradi
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Alfonso Corradi

Ricovero del Tridente 1916

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Alfonso Corradi

Ricovero del Tridente 1916

Olio su cartone. Firmato in basso a destra. Al retro presente il nome con il titolo, che ubica il piccolo scorcio in Macedonia nel 1916, durante la I guerra mondiale. Alfonso Corradi, nato in Emilia ma formatosi e vissuto poi a Milano, fu studente di ornato all'Accademia di Brera e per alcuni anni si dedicò anche alla scenografia. Si specializzò nel paesaggio e intraprese una carriera espositiva concentrata soprattutto a Milano. Il soggetto qui proposto, benchè a carattere paesaggistico, rientra in una produzione rara di una serie di piccoli quadretti, quasi bozzetti, che riconduce alla prima guerra mondiale, in particolare alla spedizione militare di un corpo italiano in Macedonia nel 1916, inviata dal governo allo scopo di contrastare le forze austro-ungariche e bulgare nel corso della prima guerra mondiale e di controllare quel territorio. Non si ha peraltro ha documentazione della partecipazione diretta del pittore a tale campagna bellica. Il dipinto è in cornice.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino
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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

Olio su tela. Nella bella composizione si vedono, appoggiati su una credenza di legno intarsiato, un cestino colmo di ciliegie, di cui alcune sparse sul piano, e un piatto colmo di ribes rosso, frammisti a foglie e a qualche fiorellino di ciliegio. Sul manico del cesto è appoggiato un cardellino; a incorniciare la composizione, sulla destra un grande mazzo di fiori variopinti in vaso, sulla sinistra un tendaggio rosso. Spiccano i colori vivaci dei frutti, dei fiori e della tenda, mentre il mobile d'appoggio si confonde con lo sfondo scuro, così come l'uccellino, distinguibile dallo sfondo scuro solo per il piumaggio bianco sulle ali e il contorno rosso degli occhietti. L'opera rientra nell' ampia produzione emiliana del XVII secolo di tale tipologia di soggetto, altamente decorativa. Il dipinto, restaurato e ritelato, presenta un cretto marcato e cadute di colore lungo i bordi.

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico
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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

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Grande Dipinto a Soggetto Mitologico

La Favola di Apollo e Marsia

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII secolo. La grande tela deriva da un'incisione del 1562 ad opera del veneziano Giulio Sanuto, che riprendeva fedelmente l'opera omonima del Bronzino (1503-1572), attualmente conservata all'Hermitage; rispetto all'originale, l'incisione aggiunse il gruppo di Muse e modificò lo sfondo paesaggistico introducendo gli scorci dei paesi. L'opera è suddivisa in quattro scene, che vanno lette da destra verso sinistra. Nella prima scena è raffigurata la contesa musicale tra Apollo e il sileno Marsia, che suonava il flauto talmente bene da essere ritenuto superiore allo stesso dio; i due contendenti si stanno esibendo, il dio con la lira e il sileno con il flauto addirittura capovolto (per aumentare la difficoltà dell'impresa), davanti al re Mida e alla dea Minerva, riconoscibile dai suoi attributi, l'elmo, la lancia e lo scudo. Nella seconda scena Apollo è intento a scorticare Marsia, per punirlo dell'aver vinto la gara musicale; appoggiati per terra di fianco a lui, il suo mantello e la lira. Nella terza scena, è Re Mida ad esser punito dal dio per avergli preferito Marsia: Apollo sta infilando le orecchie d'asino a Mida, mentre Minerva assiste. Infine la quarta scena, in primo piano a sinistra, è caratterizzata da una figura particolare, identificata nel fedele servitore e barbiere del re: poichè Mida gli aveva ordinato di mantenere il segreto sulle sue orecchie d'asino, non potendo sfogarsi altrimenti, egli scavò una buca nel terreno e urlò lì dentro il suo segreto; in quel luogo però, la leggenda vuole che crebbe un cespuglio di canne che con il vento sussurravano "Re mida ha le orecchie d'asino", rivelando così il temuto segreto. Il dipinto è stato precedentemente restaurato e ritelato, ma necessita attualmente di eventuale ulteriore ripresa del colore. Sul retro a matita è presente una vecchia attribuzione alla scuola ferrarese ("Ercole da Ferrara"). E' presentato in cornice in stile di fine '800.

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Paesaggio con San Gerolamo Penitente
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Paesaggio con San Gerolamo Penitente

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Paesaggio con San Gerolamo Penitente

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. In un ampio paesaggio collinare piuttosto brullo, che si allarga sfumando sulla destra, si inserisce un alto roccione, conformato ad arco, sotto il quale vi è San Gerolamo penitente, raffigurato in atto di preghiera e di adorazione della Croce. Conformemente ai canoni della pittura del XVII-XVIII secolo, la figura del Santo, adeguata all'iconografia nelle vesti e nell'atteggiamento, è però inserita in un paesaggio poco consono, vicino a quello del pittore che si rifaceva alla realtà paesaggistica a lui nota. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice in stile.

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Dipinto con Scena di Danza 1923
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Dipinto con Scena di Danza 1923

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Dipinto con Scena di Danza 1923

Tempera su tela. firmato Mimy e datato in basso a destra. La scena ambientata in un elegante salotto, vede un gruppo di signore e gentiluomini che durante un ricevimento si intrattengono musicalmente: mentre una donna suona la spinetta, una giovane coppia danza. L'opera è presentata in cornice in stile, con grossa mancanza nella parte superiore.

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Dipinto Ritratto maschile
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Dipinto Ritratto maschile

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Dipinto Ritratto maschile

Olio su tela. Il ritratto di un gentiluomo è accompagnata dalla scritta in alto a sinistra "Paulus Castellanus Sanator". La parola Castellanus potrebbe essere il cognome, molto diffuso e identificante l'abitante di un castello, non necessariamente il signore ma un membro della famiglia. Il termine Sanator identifica l'uomo come un guaritore, il medico della famiglia. Il dipnto è presentato in cornice antica.

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Dipinto di Luigi Bisi
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Dipinto di Luigi Bisi

L'antico battistero di Gravedona

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Dipinto di Luigi Bisi

L'antico battistero di Gravedona

Matita e acquarello su carta. Firmato in basso a sinistra. Dello stesso soggetto ma con personaggi, esiste dell'artista milanese la versione su tela, conservata presso la civica Raccolta d'arte Museo dell'Ottocento di Villa Belgioioso Bonaparte, a Milano. Luigi Bisi si specializzò in vedute di interni di chiese della Lombardia, con una predilezione per il Duomo di Milano. L'opera è presentata in cornice.

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Coppia di Mori Veneziani Reggicero
SELECTED
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ARARAR0240096

Coppia di Mori Veneziani Reggicero

Venezia Prima Metà XIX Secolo

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Coppia di Mori Veneziani Reggicero

Venezia Prima Metà XIX Secolo

Coppia di mori reggicero poggianti su basi, Venezia prima metà XIX secolo. Mori intagliati e laccati, abbigliati con veste e calzari dorati a mecca e variopinti; con il braccio alzato sorreggono una base per cero, mentre nell'altra impugnano un piccolo piatto. I due mori poggiano su altrettante basi ottagonali laccate, decorate da elementi marmorizzati e da coppia di protomi leonine intagliate e dorate. Piatti non coevi.

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Dipinto Paesaggio di Campagna
ARARNO0258383

Dipinto Paesaggio di Campagna

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Dipinto Paesaggio di Campagna

Olio su tela. Scuola nord-europea di inizio '900. Firma non identificata in basso a destra. Il paesaggio rappresenta uno scorcio di campagna incolta, con macchie di vegetazione, prati pieni di erica, traversata da un sentiero che si inoltra verso le vicine colline, passando accanto ad una stalla. L'opera ha un piccolo taglio in alto al centro. E' presentata in cornice.

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Dipinto di Giuseppe Casciaro
ARARNO0257879

Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

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Dipinto di Giuseppe Casciaro

Paesaggio con Figure

Tecnica mista su cartone. Firmato in basso a sinistra. Al retro timbro dello studio dell'artista. Il pittore di origini pugliesi Giuseppe Casciaro, pittore e docente dell'Istituto di Belle Arti di Napoli ove si formò, fu essenzialmente un paesaggista e produsse in particolare vedute dei dintorni di Napoli, dell'Irpinia (Nusco) e della Puglia. Predilesse la tecnica pittorica del pastello in cui eccelse. Qui è proposto lo scorcio di una campagna mediterranea, traversata da un sentiero con viandanti. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Gaetano Peratici
ARARCO0257136

Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

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Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

Olio su tavola. Firmato e datato in basso a sinistra. Ulteriore firma, data e il titolo al retro. La produzione artistica di Angelo Peratici è caratterizzata da una voglia di libertà espressiva che attinge alla sua fervida fantasia per rappresentare la realtà. Partendo da questa innata pulsione trasfiguratrice della realtà, la sua arte si è trasformata in un laborioso processo di ricerca, fecondo di immagini metaforiche e visionarie, a volte grottesche, eccentriche, che vediamo realizzate in particolare nella produzione dei primi anni '80.

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere
ARARPI0257875

Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

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Dipinto Sant'Ambrogio visita San Vittore in Carcere

Olio su tela. Scuola lombarda del XVII secolo. In prima tela e montato su telaio originale. Ambientata in un carcere, la scena presenta Sant'Ambrogio vescovo che indirizza verso il cielo la persona alla sua destra, un soldato con la Croce al collo, identificabile in San Vittore, soldato romano originario della Mauritania, che prestò servizio a Milano all'epoca di Massimiano e che venne martirizzato per la sua fede cristiana. Fu il vescovo milanese a raccontare la vita e il martirio del santo in uno dei suoi scritti e a diffonderne il culto. Alla sinistra un altro probabile martire della fede, che assiste alla proclamazione di beatitudine del compagno di cella; intorno, numerose altre figure di condannati. Il dipinto ottagonale appartiene probabilmente ad una serie dedicata al culto del Santo vescovo di Milano. La tela necessita di restauro e pulizia, presentando diverse macchie e tagli (una lacerazione al centro, altre minori ai lati).

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Dipinto Paesaggio con Fiume e Figure
ARARPI0256615

Dipinto Paesaggio con Fiume e Figure

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Dipinto Paesaggio con Fiume e Figure

Gouache su cartoncino. Accompagnata da autentica di Finarte del1982, che la definisce "scuola di Marco Ricci". Il paesaggio propone un'ampia vallata incastonata tra cime montuose e abitata da un villaggio, con il fiume in primo piano, sulla cui riva si intrattengono in conversazione alcuni personaggi. I colori sono tenui e luminosi. L'opera è presentata in cornice in stile.

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Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli
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Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli

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Dipinto Madonna con Bambino ed Angeli

Olio su tela. Scuola italiana del XVII-XVIII secolo. Maria e il Bambin Gesù, in piedi sulle sue ginocchia, sono raffigurati già nella gloria dei cieli, con angioletti accanto. Peculiari sono la collana e i braccialetti di corallo portati dal Bambino: nella simbologia cristiana il colore di tale materiale rappresenta il sangue che Gesù dovrà versare; peraltro sin dai tempi antichi, il corallo era considerato anche un talismano di protezione contro il malocchio e le forze del male, e se ne adornava i bambini piccoli per proteggerli dal maligno. Il dipinto è in prima tela e presentato in cornice antica coeva.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.
OGANOG0254336

Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

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Riproduzione del XIX Secolo della Croce smaltata di Pasquale I.

Formelle di rame decorate a smalti. Si tratta di una riproduzione ottocentesca della Croce smaltata di Pasquale I (817 -824), importante stauroteca in rame sbalzato e dorato, che conservava al suo interno frammenti minuti della Croce di Cristo, e che divenne parte del Tesoro deposto da Leone III (795-816) nell' oratorio detto Sancta Sanctorum in Laterano. La Croce è costituita da cinque formelle, disposte a forma di croce latina, sulle quali sono rappresentati con vivaci figurazioni smaltate sette episodi della vita di Gesù. Nella formella superiore si hanno l' Annunciazione e la Visitazione di Maria; nella formella al centro la Nascita di Gesù; a sinistra la Fuga in Egitto e a destra l'Adorazione dei Magi; nel braccio inferiore infine la Presentazione di Gesù al tempio e il Battesimo di Gesù. Le formelle sono composte su una base lignea e presentate in cornice a teca con vetro.

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Dipinto di Lambert Von Babo
ARAROT0254812

Dipinto di Lambert Von Babo

Scena di Corteggiamento 1887

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Dipinto di Lambert Von Babo

Scena di Corteggiamento 1887

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra, con ulteriore iscrizione "Baden" (località?). La scena propone una giovane coppia in abiti popolari settecenteschi, seduta su una panchina sotto un alberello fiorito, lungo un sentiero di campagna: il ragazzo sta facendo provare alla fanciulla a suonare il flauto dolce, simpatico espediente di corteggiamento. Non si hanno indicazioni biografiche dell' artista, di provenienza germanica dal nome e dalla località indicata. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto Paesaggio Invernale
ARARPI0253839

Dipinto Paesaggio Invernale

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Dipinto Paesaggio Invernale

Olio su tela. Il dipinto si rifà ai modi pittorici di Francesco Foschi (1710 -1780), autore specializzato in paesaggi e che diffuse ampiamente il gusto per quelli invernali. In questo si ha uno scorcio di un paesaggio montano, con un borgo collocato in una valle sotto cime rocciose e innevate. Anche le abitazioni e i prati sono spruzzati di neve, assente invece sul sentiero percorso da numerose figure; l'atmosfera rosata del cielo evoca l'inizio di una nuova giornata, già fervente di attività. Il dipinto è stato restaurato e ritelato. E' presentato in cornice di metà '900.

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Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago
ARARNO0251988

Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago

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Dipinto Paesaggio con Casa sul Lago

Olio su tela. Scuola centro-europea della prima metà del '900. Firma non identificata in basso a sinistra. In un'ampia vallata sotto cime montuose aguzze, si apre un laghetto, sul quale si affacciano alcune abitazioni e navigano barchette; alcune figurine popolane sono impegnate nelle attività quotidiane. Gradevole e sereno nelle cromie verdi- azzurre della natura. E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto di Maximilian Pfeiler
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ARARPI0109333

Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

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Dipinto di Maximilian Pfeiler

Natura morta con Uva, Fichi, Melagrana e Pesche

Olio su tela. Firmato “Max. PF.” sulla cornice superiore del capitello. La natura morta è composta da uva, melagrana e pesche poste su un capitello, nella composizione è presente anche un vassoio d'argento; sullo sfondo un paesaggio con alberi e rovine, sulla sinistra si intravvede un angolo di cielo ceruleo, appena velato da nuvole. Maximilian Pfeiler si affermò per le sue nature morte in cui, a fare da sfondo ai fiori e ai frutti, collocava un frammento architettonico, introducendo già quel gusto verso le rovine antiche che si consoliderà a pieno nel XVIII secolo. Il dipinto è stato ritelato e restaurato (piccole ridipinture). E' presentato in cornice in stile.

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme
ARAROT0248042

Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

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Dipinto Alessandro Magno conquista Gerusalemme

Tecnica mista (matita, penna, inchiostro marrone e gesso bianco) su carta. Scuola italiana di inizio '800. La scena rappresenta l'incontro tra un alto sacerdote e un condottiero: se questi è seguito da tutto il suo esercito, con soldati di diverso grado truci e armati, il sacerdote è seguito da tutto il popolo che inneggia al vincitore, mentre due giovani donne in ginocchio offrono corone di fiori. Alle spalle della scena, le possenti mura con la porta d' ingresso ad una città, verso la quale indica il sacerdote, quasi a consegnarla al condottiero. L'abbigliamento del sacerdote, in particolare la presenza del pettorale cosiddetto "della Decisione" che egli indossa, rimandano ad un sacerdote israelita, e quindi la città potrebbe essere Gerusalemme; invece l' abbigliamento del condottiero vincitore, con l'elmo sormontato da due cavalli, rimanda ad Alessandro Magno, che nel 332 a.C. conquistò effettivamente la città. Il disegno è presentato in cornice in legno intagliato di fine '800.

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