Specchio Danese Anni 60

Olio su tela. Scuola nord-europea di inizio '900. Firma non identificata in basso a destra. Il paesaggio rappresenta uno scorcio di campagna incolta, con macchie di vegetazione, prati pieni di erica, traversata da un sentiero che si inoltra verso le vicine colline, passando accanto ad una stalla. L'opera ha un piccolo taglio in alto al centro. E' presentata in cornice.

Le Gioie della Mamma

Olio su tela. Inizio '900. Il dipinto riprende piuttosto dettagliatamente l'opera omonima dipinta nel 1866 ca. dal pittore emiliano Gaetano Chierici, artista affermatosi per un'ampia produzione di scene di vita contadina, colte in rustici interni, interpretate attraverso un'intima adesione sentimentale e un limpido realismo formale, che raccontano un piccolo mondo lieto e sempre sereno, anzi spesso gioioso nonostante la povertà, perchè privo di ogni intento di denuncia sociale, ma piuttosto rappresentativo della concezione felice di famiglia che l'artista aveva. Questi suoi dipinti ebbero tale successo presso la borghesia dell'epoca, da essere replicati diverse volte dalla stessa bottega dell'artista e successivamente anche da altri pittori. Quasi sempre il Chierici ambientava la scena nell'interno di un'umile cucina contadina, piena di oggetti descritti nei dettagli più minuti, popolata da bambini intenti nelle proprie attività quotidiane, di adulti che li guardano felici e divertiti: in questa scena ambientata in un povero locale, una donna seduta a filare, guarda sorridendo teneramente divertita i due figlioletti, il più grande che, in piedi, ruba il ciuccio al piccolino sdraiato per terra su un giaciglio di coperte, che tende le manine verso il suo oggetto di piacere. L'opera, in prima tela, è presentata in cornice in legno intagliato e dorato di fine '800.

La Maschera

Olio su tela. Inizio '900. il dipinto riprende piuttosto dettagliatamente l'opera omonima dipinta nel 1869 dal pittore emiliano Gaetano Chierici, artista affermatosi per un'ampia produzione di scene di vita contadina, colte in rustici interni, interpretate attraverso un'intima adesione sentimentale e un limpido realismo formale, che raccontano un piccolo mondo lieto e sempre sereno, anzi spesso gioioso nonostante la povertà, perchè privo di ogni intento di denuncia sociale, ma piuttosto rappresentativo della concezione felice di famiglia che l'artista aveva. Questi suoi dipinti ebbero tale successo presso la borghesia dell'epoca, da essere replicati diverse volte dalla stessa bottega dell'artista e successivamente anche da altri pittori. Quasi sempre il Chierici ambientava la scena nell'interno di un'umile cucina contadina, piena di oggetti descritti nei dettagli più minuti, popolata da bambini intenti nelle proprie attività quotidiane, di adulti che li guardano felici e divertiti: qui si vede il bambino che entra all'improvviso nella cucina, indossando sul volto una maschera grottesca e provocando così lo spavento della sorellina, che abbandona la sua pappa per correre ad aggrapparsi alle gonne della madre, intenta al focolare, la quale sgrida il figlio brandendo il mestolo. L'opera è stata restaurata e ritelata. E' presentata in cornice in legno intagliato e dorato di fine '800.

Olio su tela, applicata su tavola. Scuola centro-italiana del XVIII secolo. E' raffigurato l'episodio evangelico in cui Gesù accoglie presso di sè i bambini, esortando i suoi discepoli a non allontanarli: "Lasciate che i bambini vengano a me, perchè di essi è il Regno dei cieli". La scena è piena di figure che si sovrappongono e intrecciano: in primo piano Gesù seduto sulla destra, apre le braccia in segno di accoglienza dei bambini che gli si avvicinano, spinti dalle madri; in secondo piano i discepoli, con Pietro riconoscibile al centro che cerca di allontanare un ragazzino, ma il loro sguardo è rivolto al Cristo, che li guarda e li esorta all'accoglienza. Di sfondo alla scena compaiono alcune architetture, in particolare spicca la piramide che simbolicamente rappresenta la tensione, l'ascesa verso l'alto. Il dipinto presenta al centro un evidente mancanza della tela, rattoppata con apposizione al retro di pannello ligneo. Presenta altre piccole tracce di restauro diffuse. E' presentata in cornice del XIX secolo.

Ritratto femminile 1937

Olio su tela. Traccia di firma in basso a sinistra, firma per esteso al retro, con la data. Formatosi alla scuola di Tallone, Moretti Foggia fu prevalentemente un paesaggista, che propone scorci veristi caratterizzati da una tavolozza cromatica molto brillante e materica, riproducenti prevalentemente la sua nativa Val d'Ossola. Ma nella su produzione rientrano anche diversi ritratti, tra i quali si annovera quello ben riuscito di questa elegante e sorridente signora, ritratti nei quali è evidente l'influenza di Cesare Tallone, nella pennellata e nell' utilizzo del colore, nonchè nell'attenzione al mondo femminile. Il dipinto è presentato in cornice coeva.

Highland Cattle Loch Venachar

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. Al retro ulteriore firma e il titolo. E' presentata una mandria di mucche Highlands, razza tipica della Scozia, raffigurata sulle rive del lago scozzese Venachar. Henry Robinson Hall fu un artista inglese specializzato in paesaggi vittoriani, e in particolare di scorci della campagna scozzese animata da mandrie di bestie tipiche. Il dipinto è presentato in cornice dorata della prima metà del '900.

Corteggiamento al Pozzo 1873

Olio su tela. Firmato e datato in basso a destra. Haier fu un pittore e fotografo viennese, ma vissuto a lungo nella Repubblica ceca. Nella su produzione pittorica rientrano ritratti e molte scene di genere, ambientate come questa nell' ambiente rurale ceco. Si ha un venditore di giare, trasportate sul dorso del suo somarello, che si intrattiene presso un pozzo in conversazione amorosa con una fanciulla, la quale intanto porge un ciuffo di erbetta alla docile bestia. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

Olio su tela. Il dipinto guarda all'opera analoga di Paolo Veronese (1528-1588), databile intorno al 1560-70 e oggi conservata al museo del Prado, della quale il nostro dipinto riprende la composizione delle figure, cambiando tutto lo sfondo e l'abbigliamento dei personaggi. L'opera del Veronese ebbe un tale successo da essere replicata dalla sua stessa bottega, con numerose varianti: la nostra opera deriva probabilmente da una di queste copie, replicata in epoca successiva. L' episodio raffigurato è narrato nel libro biblico dell'Esodo e racconta il ritrovamento del piccolo Mosè, lasciato dalla madre in una cesta lungo le rive del fiume Nilo, per salvarlo dalla strage dei figli di Israele perpetrata dal Faraone; la figlia del Faraone, recatasi al fiume con il suo seguito, lo trova e lo salva, adottandolo. Le figure della scena sono raffigurate in abiti settecenteschi, in particolare spicca per ricchezza e sontuosità l'abito della principessa; unico elemento esotico è la presenza di un servitore di colore nel seguito, mentre anche lo sfondo rimanda ad un paesaggio del nord -Europa, con una folta vegetazione boschiva. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice del XI secolo.

Olio su tela. Scuola olandese di fine '700-inizio '800. Sul retro della cornice una scritta di inizio '900 titola "Il Cerusico, da soggetto del Bega", riferendosi al pittore olandese Cornelis Bega (1620 - 1664) che si distinse per le sue scene di genere, di solito in interni e di gusto popolare. E' qui proposto l'interno di un abitazione in cui una donna sta medicando la ferita alla gamba di un uomo, assistita dalla figlioletta e dalla vecchia curiosa. L'opera è presentata in cornice di inizio '900.

La Strada di Campagna 1905

Olio su tela. firmato e datato in basso a destra, Il pittore ungherese Antal Berkes nei primi anni della sua carriera realizzò paesaggi, ma successivamente si dedicò agli scorci e vedute cittadine, di Budapest, Parigi, Vienna. Questo dipinto appartiene ancora alla prima produzione, proponendo la veduta di una strada si campagna, che attraverso un bosco ove sono collocati alcuni casolari; sullo sterrato è in sosta un carro trainato da cavalli. Il dipinto è presentato in cornice in stile.

Scorcio di Paese 1923

Olio su tavola. Firmato in basso a sinistra. Al retro ulteriore firma e la data (novembre 1923). La pittura del De Bernardi si inserisce nel solco della tradizione paesaggistica lombarda di stampo otto-novecentesco. Egli visse sempre a Besozzo, suo paese natale della provincia di Varese, ma viaggiò parecchio, in Italia e fuori d'Italia raccogliendo impressioni e ricercando, per riviverli nella sua opera, paesaggi nuovi. Predilesse la produzione paesaggistica, anche se declinato con stile mutante nelle sue diverse fasi pittoriche. Qui è proposto uno scorcio di un paesino ,tura del De Bernardi si inserisce nel solco della tradizione paesaggistica lombarda di stampo otto-novecen ulteriore firma e la data (novembre 1923). La pittesco. Egli visse sempre a Besozzo, suo paese natale della provincia di Varese, ma viaggiò parecchio, in Italia e fuori d'Italia raccogliendo impressioni e ricercando, per riviverli nella sua opera, paesaggi nuovi. Predilesse la produzione paesaggistica, anche se declinato con stile mutante nelle sue diverse fasi pittoriche. Qui è proposto lo scorcio di un paesino di montagna. L'opera è presentata in cornice in stile.

Il Castello di Tarasp 1960

Olio su cartone. Firmato e datato in basso a destra. L'artista di origine romana Cesare Maggi si affermò come paesaggista di stampo divisionista, ritraendo paesaggi alpini engadinesi e valdostani, spesso vivacizzati dall'inserimento di figure e animali. Diventato amico del pittore Giacomo Grosso a Torino nel 1901, si orientò poi con successo verso il genere del ritratto, accantonando la tecnica divisionista. Pur prediligendo ancora le vedute d'alta montagna, ampliò i propri soggetti impegnandosi anche nelle marine e nelle nature morte. Qui è proposto lo scorcio innevato del Castello di Tarasp, rocca del XI secolo nella Bassa Engadina Svizzera. Si tratta di un'opera tarda dell'artista, che rimase però legato fino all'ultimo al suo soggetto prediletto, il paesaggio alpino, pur avendo abbandonato ormai la tecnica divisionista del suo primo periodo. L'opera è presentata in cornice in stile.