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QUADRI E DIPINTI ANTICHI - pagina 6

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Dipinto con La Resurrezione di Lazzaro
ARARPI0222523

Dipinto con La Resurrezione di Lazzaro

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Dipinto con La Resurrezione di Lazzaro

Olio su tela. In basso firmato Cornienti e datato 1844; al verso scritta attributiva a Cherubino Cornienti. Non è possibile confermare tale attribuzione all'importante pittore ottocentesco, esponente del Romanticismo che produsse ritratti, scene storiche ma anche diversi soggetti religiosi. L'opera qui presentata propone l' episodio del Vangelo della Resurrezione di Lazzaro, di ambientazione orientale consona al soggetto. L'opera restaurata e ritelata, è presentata in cornice in stile.

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Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori
ARARPI0224080

Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori

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Dipinto Natura morta con Cacciagione Asparagi Castagne e Fiori

Olio su tela. La composizione vede al centro una lepre appesa, affiancata da alcune quaglie e da un piccione; sul lato destr, un cesto di vimini contenente castagne e rami di pino; sul lato sinistro un mazzo di asparagi e un vaso di fiori variopinti, i cui colori accesi e vivaci creano un contrasto cromatico con gli altri elementi, tutti sui toni bruni e grigi. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice dell'800 riadattata.

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Dipinto Ambito di Felice Boselli
ARARPI0224083

Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Pesci

ARARPI0224083
Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Pesci

Olio su tela. La scena, piuttosto scura è ambientata in un rustico interno di cucina, con paioli di rame appoggiati su un tavolo insieme a due pesci e ad alcune verdure. Il dipinto rimanda per stile e per soggetto a Felice Boselli, il pittore emiliano noto soprattutto per le nature morte, di cui realizzò un centinaio di opere caratterizzate soprattutto da cacciagione, pesci e animali da cortile. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto Ambito di Felice Boselli
ARARPI0224082

Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Cacciagione

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Dipinto Ambito di Felice Boselli

Natura morta con Cacciagione

Olio su tela. La scena, piuttosto scura e ambientata in esterno, come si desume dalle sagome di alberi sullo sfondo, vede alcuni volatili frutto della caccia, appoggiati per terra o appesi per le zampe a dei rami. Il dipinto rimanda per stile e per soggetto a Felice Boselli, il pittore emiliano noto soprattutto per le nature morte, di cui realizzò un centinaio di opere caratterizzate soprattutto da cacciagione, pesci e animali da cortile. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
ARARPI0222522

Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena, ambientata lungo il fiume, è interamente occupata dalle figure femminili del seguito principesco, ammassate e proiettate verso l'angolo in basso a destra ove è collocato il cesto con il neonato. Anche tutti gli sguardi sono rivolti verso il bambino, nella direzione indicata dal braccio proteso della donna in primo piano a destra. Spiccano le rotondità delle forme femminili, soprattutto delle tre figure in primo piano, ove giochi di luci e ombre fanno risaltare gli incarnati che emergono dalle vesti. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice.

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo
ARARPI0221741

Dipinto La Madonna di San Gerolamo

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Dipinto La Madonna di San Gerolamo

Olio su tela. Scuola emiliana del XVII-XVIII secolo. Si tratta di copia antica del celebre dipinto su tavola di Correggio, intitolato La Madonna di San Girolamo o Il Giorno, databile al 1528 circa e conservato oggi nella Galleria Nazionale di Parma. Il soggetto della rappresentazione è la presentazione a Gesù, da parte di san Girolamo, della traduzione della Bibbia dall'ebraico al latino popolare, lavoro svolto dal santo su richiesta di Papa Damaso e che egli compì rinchiudendosi in solitudine nella grotta di Betlemme. Nel dipinto, la centralità della scena è occupata da Maria seduta con in braccio il Bambin Gesù. Attorno a loro sono composte a semicerchio diverse figure. Sulla sinistra è collocata in piedi la possente figura del vecchio Girolamo, che guarda al Bambino, mentre stringe nella mano il rotolo della traduzione, con il leone, suo compagno di eremitaggio, accucciato ai piedi. Sullo stesso lato, un angelo sorregge la Bibbia rivolgendosi sorridente alla Madonna e al Bambino. Sull'altro lato giace semisdraiata la Maddalena, che abbraccia affettuosamente il piedino del bimbo, il quale a sua volta le accarezza i capelli, in un gesto intimo che sottolinea l' intenso legame tra le due figure. Dietro la Maddalena, un angioletto arriccia il naso annusando il vasetto degli unguenti della santa penitente. La scena è collocata sotto un tendaggio rosso, aperto su un ampio paesaggio. IL dipinto del Correggio ebbe ampio successo, tanto che ne esistono numerose copie e repliche antiche, tra le quali questa qui presentata. L'opera, restaurata e ritelata., è presentata in cornice antica coeva.

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque
ARARPI0221744

Dipinto Mosè salvato dalle Acque

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Dipinto Mosè salvato dalle Acque

Olio su tela. La scena racconta l'episodio biblico del libro dell' Esodo in cui il piccolo Mosè, che la madre aveva affidato al fiume all'interno di una cesta per salvarlo dalla strage dei figli maschi israeliani (ordinata dal Faraone d'Egitto per impedire che il popolo israeliano diventasse troppo numeroso e potesse ribellarsi alla schiavitù), viene ritrovato da una ancella della figlia dello stesso Faraone, che decide di adottarlo e lo salva. La scena è ambientata sulle rive di un fiume ma in un paesaggio non orientale, con strutture architettoniche sulla destra: numerose le figure , raffiguranti il seguito della principessa, collocata al centro insieme al bimbo nella cesta. La tela restaurata, è stata applicata su telaio moderno. E' presentata in cornice del XIX secolo.

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Scena di Battaglia
ARARPI0066829

Scena di Battaglia

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Scena di Battaglia

Olio su tela. Scuola mittel-europea. Al retro presente monogramma No.S. e cifre di probabile inventario. Il dipinto ricorda opere di area austriaca. Raffigura una battaglia tra cavalieri, dominato in primo piano dallo scontro tra due di essi. Il dipinto proviene da una collezione storica lombarda. Ancora in prima tela e in telaio originale; al retro sono presenti rattoppi e segni di restauri antichi, ed e' stata peraltro sottoposta a ulteriore restauro pittorico e riparativo, presso il nostro laboratorio. Cretto ben marcato. Il dipinto è presentato in cornice anch'essa originale e coeva, laccata.

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Dipinto di Hercules Sanders
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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

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Dipinto di Hercules Sanders

Figure con Natura Morta Autunnale

Olio su tela. Sulla botte in basso a sinistra è presente la firma H.Sanders. La scena, ambientata in esterno in una via di una città fiamminga, con il canale di sfondo sulla sinistra, vede in primo piano una venditrice di ortaggi dietro il suo banchetto, che è allestito con una variegata composizione di ortaggi invernali, una natura morta composta da cavolfiori, verze, carote, pannocchie; al fianco della donna, un passante che porta in spalla un arpione, le sta offrendo dei pesci, evidentemente il frutto del suo pescato che vuole vendere. L' ambientazione fa pensare ad Amsterdam, città ove nacque e visse il pittore olandese Hercules (o Herkules) Sanders, che si affermò prevalentemente come ritrattista, ma di cui è nota una scena di genere in interno, attualmente presso il Detroit Institute of Arts, datata 1647 e intitolata "Donna che pulisce il pesce", la cui figura femminile molto somiglia alla venditrice dell'opera qui presentata. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista
ARARPI0220299

Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

Olio su tela. Scuola fiamminga del XVII-XVIII secolo. La grande scena si svolge in un vasto paesaggio nordico, all'interno di un bosco ricco di piante ritorte, e sulla destra una città sormontata da picchi rocciosi. All'interno del bosco un folto gruppo di figure, figure popolari ma anche altolocate, tutti in abiti orientali, che fanno cerchio intorno a Giovanni Battista, ritratto nel suo costume iconografico tradizionale (vestito di pelli, con il bastone sormontato dalla Croce e avvolto dal cartiglio, un agnellino ai piedi): lo sguardo di Giovanni è rivolto verso l'alto, in linea con un uccello che vola sopra le cime degli alberi, raffigurazione simbolica dello Spirito Santo che ispira le parole del predicatore. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800 - inizio '900.

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Dipinto Natura morta con Fiori e Uccellini
ARARPI0220301

Dipinto Natura morta con Fiori e Uccellini

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Dipinto Natura morta con Fiori e Uccellini

Olio su tela. Scuola napoletana del XVII secolo. Una composizione di fiori variegati, in tonalità chiare è collocata in un vaso, nero come lo sfondo, su una base marmorea, di cui si distingue solo la base, perchè ricoperta da un tessuto anch'esso nero, di cui spicca solo la passamaneria dorata disposta a creare un gioco di curve; sui due lati del piano sono appoggiati due uccelli, un grosso piccione sulla sinistra che tiene nel becco un rametto rubato alla composizione, e un picchio testa rossa a destra. Lungo il margine sinistro si apre uno paesaggio, con un alto albero ricurvo sotto un cielo scuro, e di sfondo una città. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto con Il Ratto delle Sabine
ARARPI0219841

Dipinto con Il Ratto delle Sabine

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Dipinto con Il Ratto delle Sabine

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista
ARARPI0219844

Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

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Dipinto La Predica di San Giovanni Battista

Olio su tela. Scuola nord-italiana del XVII-XVIII secolo. La grande scena è ricca di figure in abiti dell' antico oriente, collocati in un paesaggio nordico, ricco di vegetazione e con cime montuose in lontananza. La metà sinistra è occupata principalmente da San Giovanni Battista, ritto in piedi e raffigurato secondo l'iconografia tradizionale: è vestito di una povera tunica fatta di pelli d' animali, ma ha drappeggiato intorno un manto rosso, simbolo del martirio; regge con una mano il bastone a forma di croce, intorno al quale si arrotola il cartiglio con la scritta "Ecce Agnus Dei", simbolo del suo ruolo di precursore e annunciatore del Cristo, e ai suoi piedi l' agnello stesso, vittima sacrificale e quindi simbolo del sacrificio di Cristo. Con l'altra mano Giovanni indica alla sua destra qualcuno fuori dall'inquadratura della scena, ma che è ovviamente il Cristo: tale gesto catalizza gli sguardi di tutta la folla collocata sulla destra della scena, folla variegata che rappresenta generi, classi sociali e razze differenti, a indicare l'universalità del messaggio del Battista. L'opera già in precedenza restaurata e ritelata, presenta una patina diffusa da ripulire. E' presentata in cornice antica.

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Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo
ARARPI0210824

Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo

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Dipinto con Scena di Guarigione XVII Secolo

Olio su rame. Scuola fiamminga del XVII secolo. Il dipinto, attribuito da tradizione orale a Frans Francken il giovane (1581 -1642), raffigura una guarigione miracolosa compiuta da Gesù: mentre va con i suoi discepoli, Egli incontra sulla sua strada un uomo malato, probabilmente di lebbra, malattia che comportava l'isolamento e il bando dalla città; l'uomo invoca il Cristo che compie il miracolo e lo guarisce. Il dipinto colloca l' evento sul margine sinistro della scena, in primo piano, ove le figure vestite secondo la foggia propria dei tempi del Cristo, spiccano per i colori vivaci; peraltro il paesaggio che riempie tutto il resto della scena è decisamente nordico, con un fiume pieno d'acqua che scorre in una campagna ricca di vegetazione, e una città sullo sfondo sotto cime montuose. La descrizione pittorica della vegetazione è minuziosa e precisa, ricca e ben definita nei particolari: il tronco spezzato in primo piano, le fronde del grande albero alle spalle dei personaggi, gli uccellini che volano alti nel cielo, i fiorellini sulla riva, le sfumature dell'acqua in cui si specchiano le piante e le nuvole, sono dipinti con una raffinatezza pittorica propria della pittura fiamminga, vicina per stile a quella del grande artista di Anversa. Il dipinto è presentato in cornice antica riadattata.

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Dipinto di Paesaggio con Scena Pastorale
ARARPI0207620

Dipinto di Paesaggio con Scena Pastorale

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Dipinto di Paesaggio con Scena Pastorale

Olio su tela. Di sapore bucolico e sereno, la scena ambientata nella campagna al limitare del borgo che si intravvede sulla sinistra, vede una donna e il figlio che, in prossimità di un corso d'acqua, attendono con il cesto del pranzo il pastore con il suo gregge. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice antica.

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Adorazione del Bambin Gesù
ARARPI0132216

Adorazione del Bambin Gesù

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Adorazione del Bambin Gesù

Olio su tela. Scuola del Nord-Italia. La raffigurazione della Natività è qui vista come momento contemplativo del Sacro Bambino, da parte di Maria e Giuseppe, accompagnati da angioletti. I modi pittorici riprendono quelli di modelli ampiamente replicati, a partire da Correggio, da Barocci, per arrivare alle numerose versioni di Gherardo delle notti, ovvero il pittore fiammingo Gerard Von Honthorst, rappresentante dl tenebrismo, corrente pittorica che giocava sui forti contrasti di buio e luce, di chiaro e scuro. Anche in quest'opera la luce irradiata dal Bambin Gesù illumina le figure intorno a Lui e le fa emergere dal buio circostante. L'opera, restaurata e ritelata, è presentata in cornice del XIX secolo.

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino
ARARPI0132207

Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

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Natura Morta con Fiori Frutta e Cardellino

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. Rica composizione con bacile pieno di fiori variegati, fruttiera con pesche, una zucca tagliata e un cardellino che becchetta chicchi dal grappolo di uva poggiato sul tavolo. Fa parte di quella vasta produzione di nature morte composite che nel XVIII secolo, privata di ogni significato allegorico o simbolico, era volta prettamente ad uno scopo decorativo; riprendeva oggetti inanimati multipli, compositi, vivaci, spesso affiancati da un elemento vivente, un animaletto come il cardellino di quest'opera, che manteneva il legame con la vita e la quotidianità. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Madonna in Adorazione del Bambino dormiente
ARARPI0211604

Madonna in Adorazione del Bambino dormiente

Copia da Guido Reni

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Madonna in Adorazione del Bambino dormiente

Copia da Guido Reni

Olio su tela. L'opera è una delle numerose repliche, con alcune varianti, del celebre soggetto realizzato dal celebre pittore bolognese Guido Reni (1574 -1642) e dalla sua bottega. La composizione, che vede la Vergine in preghiera piegata ad adorare il Bambino addormentato, è considerata una invenzione della geniale vena del Reni, la quale, in seguito al grande successo tra i collezionisti del tempo, venne poi ripresa da altri autori del XVII secolo, tra cui spicca il nome di Giovan Battista Salvi detto "Il Sassoferrato". Le due varianti più celebri di questa affascinante scena vedono la Vergine con le mani giunte in preghiera, fatta propria dal Salvi, oppure quella con le mani al petto, come questa, tipicamente reniana. Altre variazioni riguardano la posizione del capo del Bambin Gesù addormentato, rivolto verso l'alto come in questa versione, piuttosto che reclinato di lato; infine cambiano i tessuti di sfondo. Comunque spicca anche in questa replica l'intensità della scena: ad occuparla trasversalmente il corpo abbandonato nel riposo del bambino, ove la natura divina soggiace nel sonno a quella umana; sopra di esso, inclinato in gesto protettivo e allo stesso contemplativo, il corpo di Maria, che esprime tutta la tenerezza materna ma anche, nel gesto delle mani, l'adorazione del mistero incarnato rappresentato dal figlioletto. Le cromie vive dei tessuti - il cuscino su cui è adagiato Gesù, il tendaggio retrostante, gli abiti della Madre -, fanno risaltare la luminosità degli incarnati. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice di fine '800.

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Dipinto ovale Paesaggio con Figure
ARARPI0208923

Dipinto ovale Paesaggio con Figure

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Dipinto ovale Paesaggio con Figure

Olio su tela, applicata su faesite nella seconda metà del '900. Il dipinto riprende i modi pittorici del XVIII secolo, con un taglio decorativo. In un paesaggio tranquillo, con struttura architettonica sulla destra e la verde vallata con il fiume che si apre sulla sinistra, camminano sul sentiero due figure, una donna con il suo involto di panni e il viandante con la bisaccia e il bastone. L'operaè presentata in cronice in stile.

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Dipinto con Scena di Concerto
ARARPI0207613

Dipinto con Scena di Concerto

ARARPI0207613
Dipinto con Scena di Concerto

Olio su tela. Nella scena è raffigurato un concertino da camera: al centro il suonatore di spinetta, alle sue spalle il suonatore di flauto dolce e sul lato destro il maestro che dirige, che ascolta intento e muove la mano destra ad accompagnare i movimenti musicali; alle spalle del trio, dame e gentiluomini ascoltano sorridenti e partecipi. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice del XIX secolo.

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni
ARARPI0209156

Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

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Dipinto con Daniele nella fossa dei Leoni

Olio su tela. L'episodio biblico raffigurato si riferisce alla storia di Daniele, il profeta alla corte di re Dario il Medo che, per aver pregato il suo Dio, venne condannato ad essere gettato nella fossa dei leoni. Ma Dio salvò Daniele, mandando un angelo a chiudere le fauci delle belve, e il re graziò Daniele facendo invece condannare chi lo aveva denunciato. Il soggetto è stato più volte raffigurato nell'arte, per il fascino legato alla storia ma anche per il suo sapore esotico per la presenza delle belve; in particolare si ricorda la versione di Rubens del 1615, ove il profeta è raffigurato, nudo nella fossa sottoterra, mentre prega ardentemente, circondato da una folla di leoni feroci. L'opera qui presentata propone invece una versione centrata sul dialogo tra il profeta e l'angelo, che si fronteggiano spiccando con i colori vividi delle loro vesti sullo sfondo scuro di una prigione; c'è un solo leone, accucciato mansuetamente ai piedi dell'angelo, e prevale quindi la dimensione spirituale e salvifica dell'evento biblico. Secondo il famoso storico dell'arte Maurizio Marini specialista nella pittura di Caravaggio e dell'arte barocca, che aveva avuto anni fa l' occasione di visionare il dipinto, l'opera potrebbe essere attribuibile ad Antonio Maria Vassallo (1620 -1664) per le scelte compositive e cromatiche. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato con cornice listello.

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Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori
ARARPI0207610

Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori

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Dipinto Ritratto maschile con Veste a Fiori

Olio su tela. Scuola italiana del XVIII secolo. Nel ritratto di questo gentiluomo spicca in particolare la veste da camera realizzata in un elegante tessuto fiorato, nelle tonalità del rosso mattone che richiama il colore della parrucca. Contrasta quasi la severità della posa e lo sguardo austero del personaggio, con l'eleganza quasi frivola del suo abbigliamento. Il dipinto, restaurato e ritelato, è presentato in cornice di inizio '900.

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Dipinto attribuito a Antonio Francesco Peruzzini
ARARPI0206730

Dipinto attribuito a Antonio Francesco Peruzzini

Paesaggio con Figure

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Dipinto attribuito a Antonio Francesco Peruzzini

Paesaggio con Figure

Olio su tela. La grande composizione propone un paesaggio che vede centrale un grande albero. a sormontare con le sue rade frasche la campagna sottostante, traversata da un corso d'acqua e animata da diverse figure di popolani intenti ad attività o a riposo; in alto a destra si erge una fortezza, che domina la vallata. Già attribuito al marchigiano Peruzzini, il dipinto si può ricondurre senz'altro al suo ambito, per i tratti pittorici veloci e poco aggregati. Antonio Francesco si specializzò nella pittura di paesaggio, subendo l'influenza di Salvator Rosa e di paesaggisti come Pietro Montanini e Pandolfo Reschi, e ulteriori influssi gli vennero anche da pittori nordici attivi in Italia, soprattutto da Pieter Mulier detto il Tempesta. Nelle sue prime opere si distingue già l'originalità della sua pittura data una stesura rapida e da un timbro cromatico intenso e brillante. Dal principio degli anni Novanta iniziò il lungo legame artistico di Antonio Francesco Peruzzini con Alessandro Magnasco, in seguito al loro incontro avvenuto a Milano, ove il Peruzzini si era stabilito; da questo periodo in poi la sua pittura sembra sfaldarsi, attraverso forme che si fanno più dinamiche e leggere, quasi fantastiche, per approdare infine ad uno stile improntato ad una sempre maggiore disgregazione delle forme della natura ed al loro movimento. Restaurato e ritelato, il dipinto è presentato in cornice in stile.

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Coppia di dipinti Allegorici
ARARPI0206733

Coppia di dipinti Allegorici

Allegorie della Prudenza e della Giustizia

ARARPI0206733
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Allegorie della Prudenza e della Giustizia

Olio su tela. Scuola italiana del XVII secolo. I due dipinti fanno probabilmente parte di un gruppo raffigurante le quattro virtù cardinali, ovvero Giustizia, Prudenza, Temperanza e Fortezza. Le allegorie sono rappresentate in figure femminili, recanti alcuni dei simboli attributivi delle virtù che rappresentano. La Giustizia si riconosce dai due attributi più comuni, la bilancia, simbolo di equità ed equilibrio, e la spada, segno di potenza distributiva. Anche la Prudenza ha con sé due simboli: uno specchio, simbolo di circospezione che ci permette di evitare le insidie del male ( permette di guardarsi alle spalle) o anche simbolo della conoscenza di se stessi; ed un serpente simbolo di eternità e tempo, ma anche esso simbolo di avvedutezza (nel Vangelo Gesù dice:" Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come colombe"). Le due tele, già precedentemente restaurate e ritelate, sono in buone condizioni. Sono presentate in cornice antiche in legno intagliato e laccato, con attuali piccole mancanze e danni.

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